Alla necropoli di Saqqara e ai suoi inestimabili tesori è stato assegnato l’International Archaeological Discovery Award, riconoscimento ufficiale che ogni anno premia, a livello mondiale, la scoperta archeologica più significativa.

Il premio, intitolato alla memoria dell’archeologo siriano Khaled al-Asaad, che nel 2015 ha pagato con la vita la difesa del sito di Palmira, è giunto ormai alla settima edizione. La cerimonia di assegnazione avrà luogo il prossimo 26 novembre, nel corso della seconda giornata della XXXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che quest’anno si svolgerà dal 25 al 28 novembre e sarà ospitata nella nuova e definitiva sede dell’ex Tabacchificio Cafasso. Il premio sarà consegnato a Mostafa Waziry, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità di Egitto, alla presenza della figlia di Khaled al-Asaad, l’archeologa Fayrouz Asaad.

Nella stessa occasione si svolgerà la cerimonia di premiazione per la scoperta archeologica vincitrice dell’edizione 2019, che non ha potuto svolgersi a causa della pandemia: il premio sarà consegnato a Daniele Morandi Bonacossi, Direttore della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno e docente dell’Universita di Udine, per la scoperta dei rilievi rupestri raffiguranti divinità mesopotamiche, nel sito assiro di Faida, a 50 km da Mosul.

La necropoli di Saqqara (Egitto)

Si tratta di centinaia di tombe portate alla luce in tempi diversi nel corso del 2020, nel sito di Saqqara, a 30 km a sud da Il Cairo. Le ricerche sono state condotte dalla Missione Archeologica Egiziana sotto la guida di Mostafa Waziri. Le prime 27 tombe, sigillate, sono state ritrovate a settembre 2020, in due momenti diversi, all’interno di un pozzo funerario.

Saqqara. ph.-Presidency-of-the-Egyptian-Council-of-Ministers

A ottobre hanno fatto seguito altre scoperte: 59 sarcofagi antropomorfi e policromi, anch’essi sigillati, sono stati portati alla luce da tre differenti pozzi, a oltre 10 metri di profondità.

Le tombe, che al momento della scoperta erano impilate ed erano situate in diverse camere, risalgono alla XXVI dinastia (664-525 a.C.) e appartengono, secondo Waziri, ad alti funzionari della società egizia e a membri della casta sacerdotale, in particolare ai sacerdoti della dea Bastet. In uno di quegli stessi pozzi vi erano inoltre 28 statue di legno raffiguranti il dio Ptah-Sokaris-Osiride, signore del regno dei morti e protettore degli artigiani, e una statuetta bronzea, alta 35 cm, del dio Nefertum, raffigurato con un grosso copricapo a forma di loto (simbolo di rinascita e immortalità), composto da pietre preziose.

Saqqara
Saqqara. ph.-Presidency-of-the-Egyptian-Council-of-Ministers

Ancora, a novembre, il team archeologico diretto dall’egittologo Zahi Hawass ha realizzato una scoperta ancora più incredibile: 50 sarcofagi appartenenti a un periodo molto più antico, ossia al Nuovo Regno, databile tra XVI e XI secolo a.C., sono emersi intatti dal fondo di ben 52 pozzi funerari. I sepolcri appartenevano ad un complesso funerario facente parte del tempio della regina Naert, consorte di Teti, il primo faraone della VI dinastia dell’Antico Regno. A ciò si aggiungono ulteriori 100 tombe, trovate nello stesso mese, databili al Periodo Tardo e all’età tolemaica, oltre a 40 statue dorate e diverse maschere funerarie.

A Gerusalemme sotto il Muro del Pianto si celavano tre stanze di 2.000 anni fa

Le eccezionali scoperte di Saqqara hanno stupito il mondo dell’archeologia, riuscendo a battere le altre concorrenti al premio. Tra le scoperte candidate vi erano le tre stanze ipogee di 2000 anni fa rinvenute a Gerusalemme, sotto il Muro del Pianto, contenenti oggetti di uso quotidiano: la scoperta si è aggiudicata lo “Special Award” per il maggior consenso sulla pagina Facebook della BMTA.

Ancora, concorrevano al premio le più recenti scoperte di Pompei (un Thermopolium, un carro cerimoniale, le origini etrusche della città); la pittura rupestre più antica al mondo, risalente a 45.000 anni fa, raffigurante un cinghiale dipinto in ocra rossa, rinvenuta sull’isola di Sulawesi, in Indonesia; infine, i nuovi studi e le recenti analisi del Disco di Nebra, in Germania, che hanno fornito nuove prove sulla sua cronologia e sul luogo di provenienza.

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