Da pochissimo è uscita per Fazi la traduzione italiana di “Writers & Lovers”: “Scrittori e amanti”, appunto, della scrittrice americana Lily King, e la notizia ha riportato alla memoria l’atroce giorno e mezzo che ho sprecato a leggere questo romanzetto (in originale) lo scorso anno. Una riflessione più profonda, poi, scaturisce al pensiero della ricchezza assoluta della letteratura anglofona non tradotta (tempo fa scrissi di “A week in December” di Faulks, successo totale in tutto il mondo, ma malamente ignorato dall’editoria italiana), anche tra i più recenti successi di critica e di pubblico (mi viene in mente, al volo, “Love and other thought experiments” di Sophie Ward).

Ecco, a fronte delle sterminate opzioni che la letteratura contemporanea offriva, Fazi sceglie di proporci una delle peggiori commediole romantiche che il mercato editoriale ci ha offerto lo scorso anno. I motivi sono chiari: il titolo è accattivante e le ragazzine innamorate del sogno di diventare scrittrici – come la protagonista – non vedranno l’ora di comprarlo. Senza nulla togliere ai meriti della traduttrice italiana, che, senz’altro, ha fatto un lavoro di precisione encomiabile, è mio dovere procedere alla necessaria bruciante stroncatura.

Scrittori e amanti Lily King
La copertina di Scrittori e amanti di Lily King (titolo originale Writers & Lovers), nell’edizione tradotta da Mariagrazia Gini e pubblicata da Fazi Editore (2021) nella collana Le strade

Premetto che la mia opinione estremamente negativa confligge drammaticamente con le molte recensioni da cinque stelle (si veda, ad esempio, Goodreads), tanto che per un po’ di tempo ho temuto di non aver colto il senso di ciò che Lily King voleva trasmetterci con la sua scrittura. Poi, per fortuna, lo scorso luglio, il Times Literary Supplement ha pubblicato una recensione che condivideva tutti i miei pensieri (la penna è quella di Evelyn Toynton), e mi sono finalmente sentita compresa…

Quando ho comprato questo libro all’inizio del 2020 avrei dovuto ben sapere che una copertina assai carina e un titolo accattivante dovevano nascondere qualcosa che non andava…

Sarò chiara sin da subito: questo romanzo è odioso, probabilmente una delle cose peggiori che io abbia mai letto. La trama è inconsistente, ma di solito questo non è un problema: molti dei romanzi più belli che siano mai stati scritti mancano di trama, perché è la narrativa stessa, la forza dei temi, l’eleganza delle parole, la bellezza del linguaggio, la profondità del pensiero che conferiscono potere alla storia. Non è questo il caso di “Scrittori e amanti”. Profondità di pensiero e riflessioni sono completamente assenti.

Bisogna ammettere però che il titolo descrive alla perfezione il contenuto: questa è la storia fondamentalmente irrealistica di una giovane donna che si auto-considera una scrittrice e va a letto solo con altri sedicenti scrittori. A margine, va detto che è un po’ razzista: ad un certo punto ci parla di un tipo con cui usciva, un ragazzo spagnolo che “sapeva d’Europa”.

Il problema principale è che Casey, la protagonista (la “scrittrice”) è un personaggio debole, superficiale e irritante. Ha di recente perso sua madre, e questa è senz’altro una tragedia, ma il senso della perdita è il suo unico tratto vagamente profondo. Poco dopo il tragico evento, però, ha una storia con un uomo sposato che ha incontrato ad un ritiro in campagna per scrittori (!).

Poi, ha il cuore così spezzato che il buon uomo è fuori dai suoi pensieri (e dalla storia) intorno a pagina 50 di 324. Non sappiamo perchè la protagonista si ritenga una scrittrice. Non è riuscita a concludere il suo magnifico romanzo in 6 anni, nel frattempo non ha scritto nient’altro, e ha scelto di fare la cameriera in un posto in cui la trattano da schiava.

Dico “scelto” perché ha fallito di proposito un colloquio da segretaria, perché ritiene che una vera artista del suo calibro non può sprecare il suo tempo prezioso a scrivere lettere di ringraziamento (che, comunque, ammette di non saper scrivere: che scrittrice eccezionale!). Dunque, è anche una snob snervante. Quando non serve ai tavoli, si circonda di altri sedicenti scrittori molto pretenziosi (e qualche scrittore più famoso), in pratica o sfigati totali o gente arrogantissima. Spesso entrambe le cose insieme. Tutto ciò di cui sono in grado di parlare sono i loro noiosissimi libri e le loro vite sentimentali fallite.

Lily King, autrice di Scrittori e amanti. Foto credits: Winky Lewis

Tra questi scrittori, ne sceglie due per avere due relazioni in contemporanea: un famoso scrittore di mezza età nel pieno di una crisi esistenziale (è vedovo con due figli piccoli), e un giovane idiota imbottito di sogni di gloria. Nessuno dei due personaggi è ben sviluppato, poiché entrambi sono semplicemente marionette di Casey. Alla fine, sceglie il giovane sfigato, ma prima distrugge la vita del povero vedovo, dopo aver passato abbastanza tempo con lui e i suoi figli da far sì che i poveri bambini le si affezionino e si sentano abbandonati. Brava Casey! Lei però deve mollarlo assolutamente, perché non vuole sentirsi oscurata dal successo di lui e bla bla bla, ma fondamentalmente lo fa perché lui è più adulto e maturo e quindi si lava i denti prima di fare sesso, cosa che a lei, invece, piace fare in modo brutale e inaspettato.

Tutto abbastanza terribile fino ad ora. Ma il peggio secondo me viene quando Casey distrugge secoli di pedagogia e, nonostante affermi di odiare la scuola e l’istruzione secondaria, va a un colloquio per diventare insegnante di letteratura alle superiori. Così le viene servita sul piatto d’argento l’opportunità di sparare cazzate su come insegnare letteratura in modo new age: che schifo il contesto e l’interpretazione, che noia, i ragazzini devono dirci *quello che provano* quando leggono la letteratura. Lasciate che ve lo dica da insegnante: tutto ciò non è solo stupido e ingenuo, ma anche profondamente offensivo. Naturalmente, dopo tutte queste idiozie, viene assunta.

Il picco di orrore viene poi raggiunto quando, durante un festival letterario della scuola, le viene chiesto di fare un discorso sulla letteratura, ed eccola che ci propina uno sproloquio sdolcinato sulla sua vita, su come ha perso sua madre, ha fallito le sue relazioni sentimentali (ma agli studenti, che importa?) e la sua sola vera “casa” era scrivere il suo stramaledetto romanzo.

Writers and Lovers Lily King
Lily King, autrice di Scrittori e amanti. Foto credits: Winky Lewis

Ora, lo stramaledetto romanzo. Rieccoci, uno scenario impossibile: dopo qualche lettera di rifiuto, Casey trova un agente, fa qualche modifica, immediatamente una casa editrice importante le fa un contratto stellare, che sarà in grado di ripagarle il debito universitario (n.d.r: in America si tratta di almeno 120mila dollari, in casi assai fortunati) più un anno di affitto. Chiaro. Detto fatto. Scrivi. Ti lagni. Fai soldi.

Nel mezzo di questa storia insulsa, c’è un solo cenno a qualche problema reale. Casey potrebbe avere il cancro. Sarebbe stato potenzialmente interessante vedere come un personaggio così debole e lagnoso avrebbe affrontato la malattia, o anche l’idea della morte. Ma si tratta solo di un espediente narrativo buttato lì, non sviluppato, e Casey scopre presto di stare bene, tutto è a posto, la vita è di nuovo bella. Lieto fine per Casey: ha un giovane fidanzato che può renderle la vita sexy (ma di questo “amore” non sappiamo granché perché ha passato tre quarti di libro col vedovo a cui ha spezzato il cuore), un nuovo lavoro a scuola (anche se non sa niente di pedagogia), un libro che le frutta almeno $200k; una salute invidiabile. Può limonare felicemente con il suo fidanzato in giacca di pelle nel parcheggio della scuola, poco dopo aver scoperto che diventerà ricca per aver scritto una storia ambientata a Cuba. Bingo!

C’era davvero bisogno di questa commedia romantica di serie C?

 

2 Comments

  1. Ecco anche io l’ho iniziato e trovato insopportabile, ma pensavo che fosse un problema mio!! Direi che lo mollo felicemente a pagina 70! Grazie 😉

  2. Marialaura Reply

    Ho avuto le stesse impressioni. Aggiungo che il riferimento alla morte della mamma, per me, è piazzato persino in contesti in cui davvero non c’entrava nulla. Ho odiato il fatto che abbia preferito uno che nemmeno conosceva davvero perché “innamorata” (ma di chi?), cosa che ha scoperto dopo essere entrata in casa dello scrittore adulto e non aver avuto alcun tipo di relazione con l’altro. Mi ricorda molto “Norwegian Wood” di Murakami.

Write A Comment

Pin It