Una delle domus più belle e sontuose di Pompei, la Casa dei Vettii, riapre dopo oltre 20 anni di attesa.

Il progetto di restauro, intrapreso nel 2016 sotto l’egida di Massimo Osanna, si è avvalso della collaborazione di un team interdisciplinare che ha coinvolto archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, strutturisti e esperti di giardinaggio, profilandosi come uno dei cantieri più complessi nel panorama dei beni archeologici degli ultimi decenni.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Silvia Vacca

Scavata tra il 1894 e il 1896, la Casa dei fratelli Vettii apparteneva a due liberti, Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, divenuti ricchi grazie al commercio del vino. La sfrontatezza della nuova classe sociale di Pompei è racchiusa tutta nella figura di Priapo che, con il suo membro gigantesco nell’atrio d’ingresso, doveva mostrare la prosperità e la ricchezza degli abitanti della casa. La figura è raffigurata itifallica, mentre pesa il membro su un piatto da bilancia; a fare da contrappeso, sull’altro piatto, è una borsa piena di soldi.

L’arredo della domus si compone inoltre di ricche pitture con continui rimandi mitologici che riflettono non solo la ricchezza della committenza ma anche lo spessore economico che nel I secolo a.C. vedeva i fratelli Vettiorum dominare la scala sociale cittadina e arricchire con i propri traffici il bacino del Mediterraneo.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Silvia Vacca

Oltre alla sfarzo, la domus restituisce anche spaccati di vita quotidiana dove all’interno degli ambienti si praticava la prostituzione. Non mancano infatti, quadretti con scene erotiche in un ambiente adiacente alla cucina, nel quartiere servile e un’iscrizione in cui Eutychis, “greca e dalle belle maniere” si concedeva per due assi (Eutychis Graeca a(ssibus) II moribus bellis).

Ma l’attenzione per chi entra per la prima volta è tutta rivolta alla stanza degli Amorini, nell’oecus che si apre sul portico settentrionale del peristilio.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

Qui le pareti riccamente decorate sono circondate da Muse, Menadi, Satiri, Amazzoni e quadretti con scene di sacrificio a Diana con psychai che raccolgono fiori. Le scene più peculiari sono invece quelle che ritraggono Amorini impegnati in diverse attività e mestieri: fiorai e venditori di corone, profumieri, orefici, cesellatori, fulloni, panettieri, vendemmiatori. Il clima è sereno e gioioso in quelle che sono rappresentazioni tipiche di agoni.

I richiami al mito continuano e la sala cosiddetta di Issione si trasforma in una sorta di pinacoteca dove sul fondo della parete il re Issione è raffigurato di fronte ad Era seduta in trono che guarda la scena indicatale da Iside. Efesto è impegnato ad attivare la ruota a cui, per mano di Ermes e volere di Zeus, sarà legato Issione mediante dei serpenti.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

ll mito greco narra che Issione, figlio di Flegias, re dei Lapiti, ebbe una relazione con Dia, figlia di Deioneo, che portò a delle nozze frettolose. Durante le trattative per il matrimonio, Issione si rifiutò di consegnare i doni nuziali al padre della sposa che ebbe da lamentarsi per questa grave offesa subita. Colto da un impeto d’ira, Issione uccise il suocero in maniera crudele gettandolo in una fossa piena di carboni ardenti.

Gli dei, sconvolti per l’accaduto, erano pronti per punirlo ma Zeus lo perdonò e lo accolse sull’Olimpo. L’occasione venne sfruttata da Issione per concupire Era, la moglie del padre degli dei, tentando addirittura di violentarla.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

Quando Zeus si accorse del piano, mandò la nuvola Nefele che aveva creato con le sembianze di Era e, quando Issione provò a toccarla fu colto in flagrante. Zeus, irritato, decise allora di consegnarlo ad Hermes perché lo torturasse; il messaggero degli dei obbedì e legò Issione ad una ruota di fuoco che doveva girare senza sosta nell’etere.

Sulla parete di destra vi è invece un episodio a lieto fine con Dioniso e Arianna mentre Teseo fugge con la sua nave. Sulla parete sinistra, invece, è raffigurato Dedalo che presenta a Pasifae, moglie di Minosse, re di Creta, la vacca di legno che diventerà l’alcova dove la regina concepirà il Minotauro.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

La mitologia greca è ancora protagonista nell’oecus in IV stile decorato da grandi quadri in cui dominano tre scene principali: sulla parete destra il supplizio di Dirce da parte di Zeto e Anfione, figli di Giove e Antiope; sulla sinistra Ercole bambino che strozza i serpenti inviategli da Giunone. Sul pannello di fondo, Penteo, re di Tebe, è dilaniato dalle menadi, per aver offeso Dioniso. Alle sue spalle una menade gli infligge il colpo finale, scagliandogli sulla testa una grossa pietra.

Un peristilio a diciotto colonne circondava il giardino arricchito da sculture adibite a fontane, che ricreavano un suggestivo sistema giochi d’acqua. I soggetti raffigurati rimandano a Dioniso e al suo seguito: satiri, puttini e bambini allusivi alla forza propiziatrice della Natura, secondo modelli iconografici di tradizione ellenistica.

Casa dei Vettii
Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

A completare il ricco giardino, erano mense, tavolini, vasche in marmo a cui si aggiungono due pilastrini con doppie erme: su di uno Dioniso e Arianna, sull’altro un Sileno e una menade. Al fine di preservare tutte le sculture rinvenute, sono state effettuate delle copie, oggi collocate lungo i lati del portico.

“È una riapertura epocale che segna il termine di una storia di restauro lunga e travagliata, che negli ultimi anni si è avvalsa del modello vincente del Grande Progetto Europeo, sia nella gestione dei finanziamenti sia delle risorse umane, ma con la differenza che in questo caso il tutto è stato gestito, dalla progettazione agli interventi, con le forze interne del Parco. – dichiara il Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna – Un passaggio fondamentale che suggella l’autonomia e il successo della gestione ordinaria di Pompei, ormai esempio riconosciuto a livello internazionale”.

Casa dei Vettii. Foto: © Luigi Spina

“La casa dei Vettii è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la ‘casa museo’ della romanità per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo, di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche la vita economica e sociale della città.

I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione, da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società.” sottolinea Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco archeologico di Pompei.

Foto: © Luigi Spina

Per informazioni sulla visita: http://pompeiisites.org/comunicati/dal-10-gennaio-riaprira-al-pubblico-la-casa-dei-vettii/

Foto: © Luigi Spina

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