Novità di grande interesse archeologico giungono dalla Necropoli di Sant’Angelo Muxaro nell’agrigentino: non si sono fatte attendere dopo la recente ripresa della campagna di scavi
Nell’area urbana di Gela (in via Sabello), all’interno di un pozzo circolare è stato trovato un capitello in stile ionico
Nei fondali di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è stata recuperata un’ancora in piombo risalente all’età ellenistica (IV-III secolo a.C.), a ceppo fisso, con una cassetta quadrangolare e un perno centrale.
Adesso, grazie ad ulteriori lavori di scavo e rilievo, arriva la conferma del ritrovamento di una necropoli greca e di altre straordinarie tracce del passato glorioso della città siciliana. Infatti, durante i lavori realizzati da Open Fiber in via di Bartolo per il cablaggio della città, ad essere stata messa in luce è un lembo di necropoli di età arcaica databile al VII-VI secolo a.C.
Conclusi i lavori di scavo e fruizione dei percorsi presso il complesso medievale di San Giovanni degli Eremiti a Palermo, finanziati dalla Regione Siciliana. La soprintendenza ai Beni culturali ha già allestito i pannelli illustrativi che descrivono gli interventi effettuati, durante i quali le visite non sono state interrotte.
È recente la scoperta a Gela di un sarcofago con all’interno uno scheletro con Obolo di Caronte. Il ritrovamento è avvenuto durante lo scavo per la posa di cavi condotti dall’Enel sotto la sorveglianza dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali.
Licodia Eubea (CT), 12/10/2019 IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, dal 17 al 20 ottobre l’Antico protagonista di documentari, docu-fiction e…
Grazie ai finanziamenti della Regione Siciliana si sono effettuati e conclusi importanti lavori di copertura e restauro degli ambienti della villa romana di contrada Gerace ad Enna.
Gli scavi, iniziati tre anni fa a distanza di oltre sessanta anni da quelli che portarono in luce l’agorà della città, sono divenuti ormai un appuntamento fisso per le missioni italiane e straniere che vi partecipano.
I rostri in bronzo recuperati fino ad ora sono in tutto diciotto, individuati in questi anni e portati alla luce grazie alle operazioni del compianto Soprintendente Sebastiano Tusa.