LA FOLLE VITA, per la regia di Raphaël Balboni e Ann Sirot

 con Jo Deseure e Jean Le Peltier, Lucie Debay e Gilles Remiche

DRAMMATICO • BELGIO, 2020 • 87 MINUTI • 5.1

NELLE SALE ITALIANE DAL 29 GIUGNO 2023

Distribuzione: WANTED CINEMA

Dagli stessi registi di Le syndrome des amours passées, evento speciale alla Semaine de la Critique di Cannes

La folle vita
Il poster del film

WANTED CINEMA porta al cinema dal 29 giugno 2023 il film LA FOLLE VITA, esordio alla regia della coppia di registi belgi Raphaël Balboni e Ann Sirot, presenti a Cannes con il loro secondo lungometraggio, Le syndrome des amours passées, come evento speciale della Semaine de la Critique.

La folle vita racconta la vita di Alex e Noémi – interpretati da Jo Deseure e Jean Le Peltier – due giovani trentenni desiderosi di avere un figlio. I loro piani vengono però sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne, inizia a comportarsi in modo bizzarro. Il suo comportamento è infatti influenzato da una patologia neurodegenerativa. La donna inizia a spendere cifre sconsiderate, entra in casa dei vicini nel bel mezzo della notte, o, ancora, utilizza colla e forbici per realizzare una finta patente di guida. A poco a poco Suzanne diventa una bambina incontrollabile: ciò metterà inaspettatamente in crisi la relazione e i propositi geni­toriali del figlio e della sua fidanzata.

La folle vita è una sorta di “coming of age”, dichiarano i registi, un vero e proprio percorso di emancipazione. Il film diventa un’opportunità per riflettere sulla malattia, sul modo in cui trattiamo questo aspetto della vita nella routine quotidiana e in relazione alla società.

Il film affronta un tema doloroso in modo originale e completamente innovativo, regalando allo spettatore momenti di commozione, gioia e sagace ironia.

La folle vita sarà nei cinema italiani con Wanted Cinema a partire da giovedì 29 giugno 2023.

Elenco delle sale in aggiornamento: https://www.wantedcinema.eu/it/article/la-folle-vita

———————————————————————————————————————————————————-

Dichiarazione dei registi

Ann Sirot et Raphaël Balboni
Ann Sirot e Raphaël Balboni

La malattia di Suzanne, ovvero la demenza semantica, è diventata parte intrinseca della nostra vita. Abbiamo dovuto imparare a conviverci a 360°. Constatare che il proprio genitore sta entrando nell’età senile quando tu hai appena compiuto trent’anni, ti fa rendere conto di quanto la tua vita possa essere messa all’improvviso sottosopra.
A trent’anni non riesci a concepire la morte, non è qualcosa che vedi nell’immediato. A trent’anni hai appena iniziato a concretizzare la tua vita da adulto; la morte è qualcosa che viene dopo.
È il momento di lanciarsi nel vivo delle cose e accade tutto molto in fretta: ti lanci nella tua carriera, gli aiuti dei tuoi genitori vengono meno, inizi a risparmiare per una macchina e nel frattempo cerchi di evitare che i tuoi ne guidino una. Cerchi di destreggiarti tra la quotidianità del tuo nuovo nucleo familiare e gli incontri con il Giudice Tutelare; compri pannolini sia per i tuoi genitori che per tuo figlio.
La demenza semantica è una malattia neurodegenerativa come l’Alzheimer, ma il deterioramento celebrale parte da una zona diversa del cervello: inizia attaccando i lobi frontali che controllano il linguaggio e il comportamento. I pazienti iniziano a perdere gradualmente la capacità di formulare frasi, e le loro inibizioni.
Abbandonano i codici sociali – cosa si può e cosa non si può dire, cosa si può e non si può fare, come si dovrebbe apparire in pubblico e quali outfit sono invece assolutamente inaccettabili (ad esempio, uscire nudi). Quando vivi con qualcuno affetto da demenza semantica inizi a diventare consapevole di quali siano i limiti convenzionali, e realizzi quanto siano interiorizzati i codici di condotta che mettiamo in pratica nella vita di tutti i giorni. Ogni volta che una persona affetta da questa malattia parla o agisce, valica delle barriere tacite, ovvero il registro di regole che diamo per scontate: come, ad esempio, addentare frutta tra i corridoi del supermercato, ripetere ad alta voce “C’è tanta gente nera qui! Li adoro!” durante una messa, realizzare banconote fai-da-te con carta, forbici e matite colorate.
L’espressione di queste reazioni ribelli sta al cuore della malattia.
Certamente, questo genere di manifestazioni crea ogni sorta di problemi ma se siamo bravi a darvi uno sguardo più attento, realizziamo che il paziente in questione può diventare una rara opportunità per noi per prendere le distanze e acquisire una nuova prospettiva su come viviamo.
Alex si fa davvero buttare giù dalle eccentricità della madre: non riesce ad accettare il suo nuovo stile stravagante, completamente diverso da quello elegante di una volta (la madre era una curatrice di mostre d’arte). Anche i suoi capelli bianchi spettinati lo turbano, così differenti da com’erano prima.
I sentimenti di Alex oscillano tra l’imbarazzo e la volontà di trovare il giusto modo di difendere la madre da un mondo così duro e giudicante. Alla fine, riesce a maturare una totale indifferenza nei confronti di ciò che gli altri potrebbero pensare di lei.
In un certo senso, impara ad amare sua madre in questa nuova versione di sé stessa. Smette così di concepire la malattia in modo riduttivo – come perdita di ciò che Suzanne era prima – al contrario, realizza quanto tutto ciò possa regalargli una nuova e più ricca comprensione della vita, un’occasione per scoprire nuovi aspetti e crescervi insieme.
Il film diventa una sorta di “coming of age”, un percorso di emancipazione.
Imparando ad accettare Suzanne per quella che è, e smettendo di preoccuparsi di come potrebbe essere vista dalla
società, Alex cambia il suo modo di approcciarsi al mondo.
Smette di giudicare il comportamento di Suzanne, e inizia a vederla come una nuova persona, qualcuno che può amare e apprezzare per come davvero è.

TROUPE

REGIA ANN SIROT & RAPHAËL BALBONI
SCENEGGIATURA ANN SIROT & RAPHAËL BALBONI
DIREZIONE DELLA FOTOGRAFIA JORGE PIQUER RODRIGUEZ
SONORO BRUNO SCHWEISGUTH, MARIE PAULUS, OPHÉLIE BOULLY
SCENOGRAFIA LISA ETIENNE
COSTUMI FRÉDÉRIK DENIS
MONTAGGIO SOPHIE VERCRUYSSE, RAPHAËL BALBONI
EDITING SONORO JULIEN MIZAC
EFFETTI SONORI ELIAS VERVECKEN
MIX SONORO PHILIPPE CHARBONNEL
PRODUZIONE JULIE ESPARBES HÉLICOTRONC
CO-PRODUZIONE ANN SIROT & RAPHAËL BALBONI, L’OEIL-TAMBOUR
CON IL SUPPORTO DI CENTRE DU CINÉMA ET DE L’AUDIOVISUEL DE LA FÉDÉRATION WALLONIE BRUXELLES
CON LA PARTECIPAZIONE DI RÉGION BRUXELLES-CAPITALE
CON IL SUPPORTO DI TAXSHELTER.BE ET ING E TAX SHELTER DU GOUVERNEMENT FÉDÉRAL BELGE
IN COPRODUZIONE CON PROXIMUS, VOO ET BE TV E SHELTER PROD

Testo, video e immagini dall’Ufficio Stampa Echo Group. Aggiornato il 17 e il 28 Giugno 2023.

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

Write A Comment

Pin It