L’ARMADIO DI COSCIENZA di ANTONELLA ALBERGHINA – Recensione

«L’anima è la sola e sovrana padrona della nostra condizione e del nostro agire; occorre studiarla e indagarla, e risvegliarne le infinite risorse»

scrive Michel Eyquem De Montaigne alla fine del XVI secolo nei suoi Saggi.

All’imperativo del filosofo francese risponde perfettamente Antonella Alberghina nella sua raccolta poetica L’armadio di coscienza (Eretica Edizioni, 2023).

L’autrice, appunto, indaga l’anima e, soprattutto, ne scopre e ne evidenzia le infinite risorse, rintracciandone il risveglio laddove essa si manifesta attraverso i suoi abiti di velo: le sue infine maschere.

Le maschere, infatti, cui la tradizione letteraria attribuisce perlopiù una connotazione negativa, diventano per Antonella Alberghina una meravigliosa invenzione.

Antonella Alberghina Armadio di coscienza DeepAI
Immagine generata con DeepAI, licenza d’uso

Nell’affrontare il tema delle maschere psicologiche e sociali, ossia l’artificio con cui ognuno di noi nasconde il vero io per mostrare la parte di sé che più si addice al ruolo o alla circostanza del momento, l’autrice si allontana dal pensiero più diffuso, proponendo una coraggiosa e innovativa sovversione dei luoghi comuni.

Le maschere, dunque, che per Alexandre Dumas padre erano sinonimo di falsità, che Victor Hugo associava all’ipocrisia, che Arthur Schopenhauer leggeva come un inganno e che Luigi Pirandello deprecava come una costrizione imposta dalla società, nonché un rifugio per i mediocri, condannati a non riuscire più a comprendere fino in fondo se stessi e il resto del mondo, nei versi di Antonella Alberghina diventano non solo essenziali sistemi di difesa, ma anche modi e strumenti per cogliere tutte le opportunità che si presentano, come leggiamo nella sua prefazione.

«La mia camera come illuminazione poetica», riporta il retro di copertina. «L’armadio di coscienza nasce dalla volontà di affidare ai versi gli accessori della vita quotidiana, le maschere. L’anima si veste di continuo di immagini e abiti nuovi per adattarsi agli eventi e difendersi dai colpi della fortuna. Ma quando rimane da sola, si sveste e ritorna ad essere se stessa in attesa di un nuovo travestimento.»

Il travestimento, tuttavia, per l’autrice non è finzione, né repressione, né obbligo, bensì strumento creativo e vantaggioso, che nulla toglie alla propria essenza e al proprio mondo interiore.

Immagine generata con DeepAI, licenza d’uso

Il libro, non a caso dedicato a chi non ha paura di scoprirsi sempre diverso, si apre con due componimenti, metamorfosi e maschera, che sono già il manifesto programmatico del pensiero dell’autrice; seguono ventiquattro componimenti raccolti nella sezione maschera psicologica e altri diciannove nella sezione maschera sociale.

Molteplici – come le maschere stesse – sono i temi toccati da Antonella Alberghina, docente di lettere e autrice di altre due sillogi poetiche, Origami di legami (2021) e Ritratti di poesia (2022).

Dalla malattia (Nevica / morte / sul viso / perlato / d’inganno) alla vanità (Cenere di cera / dentro il corpo); dalla solitudine dell’estraneità (Perso nel dedalo / di vita muore) alla solitudine della debolezza (Muore di vita / mentre tutti vivono); dalla cieca convinzione di chi è credente (Respira e sente / dentro / un buon motivo) alla perdizione del peccatore (Orde di mani / guanti di sfida / sporchi denari / nodi di vita).

Il linguaggio, che nel primo blocco tematico, dedicato alle maschere psicologiche, è ricercato e indugia in ossimori, sinestesie e aggettivazioni di sostantivi, nel secondo blocco, riguardante le maschere sociali, si fa volutamente ingenuo, didascalico, a tracciare con nitidezza delle figure stereotipate che sembrano personaggi di una commedia, cristallizzati nel loro ruolo, scelto o imposto che sia: la loro maschera, appunto.

Antonella Alberghina Armadio di coscienza DeepAI
Immagine generata con DeepAI, licenza d’uso

La raccolta si completa con una conclusione che tira le fila di quanto tracciato e che ribadisce l’utilità della maschera: una pelle che si adatta agli ambienti e alle cose, un accessorio che non può mancare nel nostro armadio.

Nella seconda metà del Novecento il filosofo e saggista rumeno Emil Cioran scriveva nei suoi Quaderni:

«Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera.»

È esattamente quello che suggerisce l’interessante pensiero controcorrente di Antonella Alberghina.

armadio di coscienza, Antonella Alberghina
La copertina della raccolta L’armadio di coscienza, Antonella Alberghina, pubblicato da Eretica Edizioni (2023) nella collana Quaderni

SCHEDA DEL LIBRO

Autrice: Antonella Alberghina

Casa editrice: Eretica Edizioni

Collana: Quaderni

Anno di pubblicazione: 2023

Pagine: 68

ISBN: 9788833443904

Info e acquisti: https://www.ereticaedizioni.it/prodotto/antonella-alberghina-armadio-di-coscienza/

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