Solo tra le rocce
Solo tra le rocce: Baliti (Oak-man), che ora ha 70 anni, è una guardia fedele che ha imparato il cuneiforme dei rilievi rupestri di Kul-e Farah dall'archeologo francese Roman Ghirshman.
Il film Alone among the rocks (Solo tra le rocce) sarà proiettato (come prima nazionale) durante la X edizione della Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea, nel pomeriggio di domenica 18 ottobre, nella sezione #cinemaearcheologia.
Alone among the rocks
Solo tra le rocce
Nazione: Iran
Regia: Arman Gholipour Dashtaki
Durata: 21’
Anno: 2020
Produzione: Iranian Youth Cinema Society
Sinossi:
Baliti (Oak-man), che ora ha 70 anni, è una guardia fedele che ha imparato il cuneiforme dei rilievi rupestri di Kul-e Farah dall'archeologo francese Roman Ghirshman. Per molti anni solo lui ha salvaguardato i monumenti.
Partecipazioni ad altri film festival e/o proiezioni pubbliche:
III Archaeological, Ethnographic & Historical Film Festival (AEI) in Cyprus, 2020
Prima nazionale
Informazioni regista:
Arman Gholipour Dashtaki
Informazioni casa di produzione:
Scheda a cura di: Fabio Fancello
Mari e il sontuoso Palazzo reale di Zimri-Lim
Tutti noi durante gli anni passati tra i banchi di scuola abbiamo memorizzato una nozione che difficilmente dimenticheremo: la Mesopotamia è la terra tra due fiumi, il Tigri e l’Eufrate.
La Mesopotamia è stata una terra densa di storia, arte e letteratura e a contribuire a tale ricchezza ci sono state molte città che dal sud sino al nord l’hanno resa celebre in tutto il Vicino Oriente, a partire dal IV millennio a.C..
Una delle città più conosciute e rinomate in antichità è stata Mari, Tell-Hariri, soprattutto a partire dal periodo paleo-babilonese (1792-1595 a.C., conosciuto nella storia per il regno del re Hammurabi di Babilonia, che ha redatto il famoso codice).

La città di Mari è rinomata principalmente per la presenza di un grande e sontuoso palazzo, definito nella storiografia e nei documenti scritti “Palazzo reale di Zimri-Lim”; durante il regno di Zimri-Lim (1775-1758 a.C. ) questo palazzo è stato ampliato e arricchito da elementi influenzati dalla cultura mesopotamica e siriana.
Durante i primi scavi, all’interno del palazzo, è stata scoperta una grande quantità di tavolette iscritte e annessa alla struttura palatina l’Edubba (la scuola degli scribi, “la casa delle tavolette”), segno che ci fa comprendere la vasta produzione di documenti durante il periodo di vita del palazzo, sorto probabilmente a partire dalla III Dinastia di Ur (2112-2004 a.C.).

L’importanza di tale struttura è dovuta alla sua articolazione e ad altri ritrovamenti al suo interno: il settore cerimoniale, costituito da una corte decorata con palme da dattero (i datteri erano alla base dell’alimentazione mesopotamica), da un vano rettangolare e attraverso questi due luoghi si accedeva al punto più importante del palazzo, la sala del trono.
Non era consentito a chiunque accedere a questo luogo, tranne ad ospiti lontani quali principi, re, funzionari giunti a Mari appositamente per presenziare con il re.

In questo luogo di rappresentanza sono stati scoperti due elementi di rara bellezza: l’affresco della scena dell’Investitura del re Zimri-Lim da parte della dea Ištar e una statua della “Dea dalle acque zampillanti”.

La statua rappresenta la figura di una donna stante (realizzata in calcare, alta 1,42 m), con una capigliatura folta e indossa il classico copricapo che identifica le divinità in Mesopotamia (copricapo con le corna).
La figura indossa una gonna lunga che scende sui piedi facendoli un po’ intravedere e su di essa si notano incisi dei rivoli d’acqua e dei pesci. Ha le mani poggiate sul basso ventre che reggono un vaso; si tratta di una fontana perché cava al suo interno.

L’acqua probabilmente sgorgava dal vaso e si riversava sull’abito, simboleggiando fertilità e prosperità.
Questa figura femminile è stata riconosciuta come divinità secondaria, poiché ha accompagnato divinità di rango superiore della mitologia mesopotamica; la sua presenza è attestata nelle scene rappresentate nella glittica, nei rilievi e in questo caso nell’affresco del palazzo di Mari; l’affresco presenta la figura della divinità che accompagna la scena dell’investitura del re.
La statua della “dea dalle acque zampillanti” è custodita presso il Museo Archeologico di Aleppo, in Siria.

Bibliografia:
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- Al Khalesi, Y.-M., The Court of the Palms: A Functional Interpretation of the Mari Palace, Malibu, Undena Publications, 1978;
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- Beyer, D., Butterlin, P., Margueron, J.-C., Cavigneaux, A., Muller, B., Al Maqdissi, M., Actes du colloque “Mari, ni Est ni Ouest”, tenu les 20-22 octobre 2010 à Damas, Syria supplément II, vol. 1-2, Beyrouth, Ifpo, 2014;
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- Biga, M.-G., La Mesopotamia e la Siria nel Medio Bronzo, Storia d'Europa e del Mediterraneo, V. 2, Roma, Le civiltà dell'Oriente Mediterraneo, 2006;
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- Biga, M.-G., Babylon and Beyond Babylon in the First Half of the 2nd Millennium B.C., MESOPOTAMIA, Firenze, Le Lettere, 2011;
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- Bottéro, J., Mesopotamia: la scrittura, la mentalità e gli dei, Torino, Einaudi, 1991, edizione originale Paris, Editions Gallimard, 1987;
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- Liverani, M., Antico Oriente: storia, società, economia, Roma-Bari, Laterza, 2011;
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- Maniaczyk, J., Le culte d’Ištar/Eštar dans les textes paléo-babyloniens de Mari. Bilan des dernières récherches, Miscellanea Anthropologica et Sociologica, 2014;
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- Nadali, D., Polcaro, A., Archeologia della Mesopotamia antica, Roma, Carocci Editore, 2015;
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- Parrot, A., Les fouilles de Mari, première campagne (hiver 1933-1934), Syria XVI, Paris, 1935;
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- Parrot, A., Documentation photographique de la Mission Archèologique de Mari, Paris, Éditions Ides et Calendes, 1953;
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- Pinnock, F., The Image of Power at Mari between East and West, Syria/supplement 2, 2014.
Sofisticato metodo di calcolo della posizione di Giove usato a Babilonia
28 Gennaio 2016
Migliaia di anni prima dei telescopi, a Babilonia si utilizzava la semplice aritmetica per predire e tracciare il moto dei pianeti. A quegli astronomi si deve pure lo sviluppo di molti importanti concetti tuttora utilizzati, come la divisione del cielo su 360 gradi.
Dalla traduzione di antiche tavolette cuneiformi, conservate presso il British Museum e datate tra il 350 e il 50 a. C., risulterebbe ora l'utilizzo della geometria da parte degli astronomi babilonesi, al fine di tracciare il moto dei pianeti. I Babilonesi avrebbero adoperato un calcolo sofisticato per conoscere la posizione di Giove, con un metodo che gli Europei avrebbero inventato solo 1400 anni dopo a Oxford. Il metodo consiste nel calcolare l'area della figura trapezoidale, ottenuta disegnando la collocazione giornaliera del pianeta sulla base del tempo.
Nei testi viene descritta la velocità di Giove nel cielo, e come questa cambiasse col tempo. Le tavolette sono parte di una più ampia collezione che ne comprende 450, tutte di argomento astronomico, da Babilonia e Uruk.
Link: Science; Nature; National Geographic; The Guardian; Independent; Daily Mail; The New York Times; NPR; Discovery News; Ars Technica; Gizmodo; Science Alert; Newsy; Science Daily via Newsy; Live Science
Babilonia, foto di Osama Shukir Muhammed Amin FRCP(Glasg), da Wikipedia, CC BY-SA 4.0.
Congiunzione di Giove e della Luna, foto di Radoslaw Ziomber, da Wikipedia, CC BY 4.0.
Una nuova tavoletta arricchisce di 20 nuove righe l'Epopea di Gilgamesh
2 - 5 Ottobre 2015
Un frammento della quinta tavoletta arricchisce ora di 20 nuove righe la nostra conoscenza dell'Epopea classica di Gilgamesh. Il manufatto è stato recuperato in Iraq, dal Museo di Sulaymaniyah.
Le nuove righe si riferiscono a uno dei passaggi più noti dell'Epopea, al viaggio degli amici Gilgamesh ed Enkidu verso la Foresta dei Cedri, dimora del terribile Humbaba, intrapreso dai due per guadagnare gloria eterna. La vicenda si arricchisce ora della descrizione del luogo, con particolari che aggiungono vivacità e colore. La Foresta dei Cedri viene descritta come una fitta giungla, abitata da una fauna esotica e rumorosa. Il chiacchierio delle scimmie, il coro delle cicale, la sinfonia degli uccelli che allietavano il Guardiano Humbaba, tutti evocano il motivo degli animali musicisti nell'arte del Vicino Oriente. La successiva sconfitta del Guardiano è poi meglio preservata e assai nota già da altre tavolette.
Inizialmente, il Museo di Sulaymaniyah ha ritenuto che la tavoletta potesse datare fino al Periodo paleobabilonese (2003-1595 a. C.), in seguito Farouk Al-Rawi e Andrew George l'hanno collocata al più recente Periodo neobabilonese (626-539 a. C.). Il reperto in argilla è lungo 11 centimetri, largo 9,5 e spesso tre.
La tavoletta sarebbe stata recuperata nella regione del Kurdistan iracheno, dopo l'orgia di saccheggi di questi anni, successiva all'invasione dell'Iraq. Sarebbe stata acquisita nel 2011 dal Museo Sulaymaniyah di Slemani, pagando un noto contrabbandiere con 800 dollari, dopo aver intercettato manufatti diretti ad altri paesi. La collocazione degli scavi dai quali proverrebbe la tavoletta è ignota, ma si ritiene provengano dalla parte meridionale della provincia di Babilonia, in Iraq.
Link: Ancient History et cetera; The History Blog 1, 2; Daily Mail; Live Science; Open Culture; Archaeology News Network via Newser.
La nuova tavoletta, la quinta, foto di Osama Shukir Muhammed Amin FRCP(Glasg), da Wikipedia, CC BY-SA 4.0, caricata da Neuroforever.
Mesopotamia: ricostruzione in scala dell'Arca
23 Agosto 2015
Quando, nel 1872, l'assiriologo George Smith scoprì il primo resoconto del diluvio su tavolette cuneiformi (che si sarebbe rivelata essere l'undicesima tavoletta dell'Epopea di Gilgamesh), la scoperta destò sensazione. Molti altri racconti sono stati ritrovati in seguito, con protagonisti diversi del Diluvio.
Cinque anni fa, il dott. Irving Finkel tradusse dal cuneiforme le indicazioni per costruire un'Arca di dimensioni spropositate (circa 3600 m²). Le indicazioni erano contenute nel racconto del diluvio di Atra-Hasis, datato al 1750 a. C. Finkel si recò poi da alcuni specialisti navali per creare una replica in scala dell'imbarcazione, e quella replica è stata ora oggetto di alcune trasmissioni televisive.
Link: The History Blog; Channel 4; National Geographic
Noah's Ark (1846), dipinto di Edward Hicks, da Wikipedia, Pubblico Dominio, caricata da Wmpearl.
Turchia: tavoletta cuneiforme dal tumulo di Uşaklı
13 Agosto 2015
Ritrovata una tavoletta cuneiforme del 2000 a. C. dal tumulo di Uşaklı, presso il villaggio di Büyük Taşlık nella provincia turca di Yozgat. La tavoletta mostra simboli di Ishtar, mentre il tumulo viene ricollegato alla civiltà ittita e al sito di Zippalanda, dove si ritiene si adorasse Tifone.
Link: Hurriyet Daily News via Doğan News Agency
La provincia di Yozgat nell'Anatolia Centrale, da Wikipedia, CC BY-SA 3.0, caricata da e di TUBS (TUBS - Own work This vector graphics image was created with Adobe Illustrator. This file was uploaded with Commonist. This vector image includes elements that have been taken or adapted from this: Turkey location map.svg (by NordNordWest)).
Turchia: migliaia di tavolette illustrano la vita degli abitanti di Kültepe
17 Luglio 2015
Migliaia di tavolette in cuneiforme di 4000 anni fa sono state ritrovate a Kültepe (Collina di cenere), nella provincia turca di Kayseri.
Le tavolette gettano luce sulla vita dell'epoca, occupandosi di aspetti della vita sociale come i matrimoni combinati, l'adozione di bambini, i diritti delle donne, i conflitti tra nuora e suocera.
Link: Hurriyet Daily News; BGN News
Il Karum (mercato) di Kaniş, foto di M. Willis Monroe, da Wikipedia, Pubblico dominio, caricata da Jamuki.