Non “la Reggia di Caserta,” non il Palazzo Reale del Re Carlo di Borbone, non l’imponente giardino monumentale, non le fontane, non l’acquedotto carolino, non il setificio leuciano. “RC” è l’acronimo per “Reggia di Caserta”, la sintesi visiva e l’abbraccio armonico che tutto questo rappresenta.

La ricerca di un’immagine è un processo lungo, fatto di studio, di valori, di norme, ma soprattutto di comunicazione. La complessità del patrimonio che rappresenta la Reggia di Caserta con la sua maestosa architettura e il suo paesaggio non si può sintetizzare in un semplice frammento di essa ed è qui che è sottesa la sfida di ricercare un modo attraverso il quale un polo museale comunicare al proprio territorio.

“Come posizioniamo la Reggia di Caserta rispetto al Palazzo di Schönbrunn o alla Reggia di Versailles?” si è interrogata Tiziana Maffei, architetto dal 1994, nuova direttrice in carica della Reggia dal 2019, già presidente di ICOM Italia dal 2016.  Nasce così il nuovo immenso progetto per il branding di una delle più imponenti istituzioni culturali sul panorama nazionale e internazionale.

Scegliere un nuovo logo significa dare immagine a un prodotto, un servizio, un’azienda o un’organizzazione e rappresenta per questi il più efficace vessillo. Il servizio in questione, Reggia di Caserta, simboleggia un patrimonio intangibile, dotato di un valore rappresentativo di forte impatto sociale. L’opera che i Borbone nel 1751 commissionarono all’architetto Luigi Vanvitelli ha costituito un sistema produttivo territoriale, creato per mirare con forza e coerenza a un respiro più ampio, per far competere la città di Napoli e il suo Regno con le altre monarchie e capitali europee.

Emergono in questo modo due lettere (R e C), due colori (l’oro e il blu, i colori dei Borbone), due percorsi (con due rispettive mappe), quello museale e quello territoriale, e infine due target, quello istituzionale e quello commerciale. A descriverci i dettagli del processo creativo è l’amministratore delegato della Società SIGLA scelta per l’incarico, Tiziano Prati. Attraverso qualche rapido sguardo alle slides e una video-presentazione sulla creazione del logotipo dagli aspetti più profondi della Reggia di Caserta, si profila dinanzi a noi un’idea tanto elegante quanto attuale, una scritta dal font classico che vuole “suggerire e non svelare, nominare e non descrivere” l’identità di questo complesso monumentale.

Infine, arriva l’immagine coordinata. Dal monogramma, che rappresenta solo “la punta dell’iceberg” del processo creativo e di ricerca, si giunge al merchandising, alla segnaletica del museo e alla mappatura per l’orientamento dei visitatori, tradotti sia per il mondo analogico che per quello digitale, sia per il pubblico italiano che per quello straniero. Non potranno mancare, aggiunge la direttrice, applicazioni software dedicate al pubblico digitale e una risistemazione più accessibile dei flussi del percorso per continuare a garantire a tutti i visitatori la fruibilità del patrimonio artistico della Reggia.

Mentre da un lato l’eredità dell’operato del precedente direttore, Mauro Felicori, ha gettato le basi per un’intensa riorganizzazione dell’ente museale, oggi, in un momento di così grande emergenza, si guarda al futuro con uno sguardo diverso.  Attraverso l’aggiornamento dell’immagine e delle piattaforme online, Reggia di Caserta dimostra quanto fondamentale sia che le istituzioni culturali continuino sempre, e non solo in momenti del genere, a comunicare con la società, anche “a porte chiuse”.

Foto: Courtesy of Press Office Reggia di Caserta

Foto copertina: Alessandra Randazzo

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