Omaggio alla Divina, al Teatro Romano di Spoleto, per Suoni Controvento, la prima nazionale di Maria Callas. 100 anni in 100 minuti, narrati da Giulio Scarpati

Chissà se Parigi avrebbe potuto accettare che lei vivesse d’arte e non anche d’amore. Nel 1977 Maria Callas non sarà più e le sue ceneri verranno disperse nel Mar Egeo, eppure proprio a Parigi in questo presente fermo che più non la trattiene, riesce per un’ultima volta a intonare Addio al passato da La Traviata di Giuseppe Verdi per congedarsi dalle scene. A rievocare la sua vita ieri sera la prima nazionale dello spettacolo “Maria Callas. 100 anni in 100 minuti” proposto all’interno del festival itinerante Suoni Controvento, scritto da Nicola Calocero Giannoni e messo in scena al Teatro Romano di Spoleto. La narrazione della Diva è stata affidata a Giulio Scarpati che con la divulgazione ha mescolato il teatro con la musica, accompagnato dalla soprano Agnieszka Grochala e dal pianista Lucio Perotti con le illustrazioni proiettate a cura di Manuelle Mureddu.

Un carosello di storie tutte ispirate dalla Callas, ma anche da Visconti, Zeffirelli, Pasolini, Battiato. Uomini che l’hanno amata e che ne hanno fatto musa per film, per scenografie, per canzoni e naturalmente per melodrammi, l’ingrediente essenziale del suo savoir faire grazie al quale riusciva a far vivere il personaggio trasposto oltre il libretto; sapeva leggere il pubblico e le sue emozioni, la sua voce dava speranza.

La grande responsabilità affidata a Grochala trova riscontri interpretativi prima in Tosca, poi in Violetta. Le arie affidate dalla regia travalicano l’opera stessa e si fanno protagoniste, come se solo Puccini, Bellini e Verdi potessero permettersi di trovare nella Callas ispirazione e sentimento. È arte e amore mentre chiede pietà per il suo bambino morto e lo straziante canto de La mamma morta tratto dall’Andrea Chénier di Giordano cristallizza il tempo recitato in cambio di un viaggio che anche dopo la rottura con Onassis le si spezza in grembo. La Callas è così rappresentante di musica, di bel canto, di dramma lirico, ma è anche un momento spezzato come Un bel dì vedremo tratto dalla Madama Butterfly. Sul diaframma la sua voce “canta e dorme”, ma la verità di cui ben presto tutti si accorgono è che solo lei può reggere il confronto con la Malibran e con la Tebaldi. Nel mito Callas realizza il suo abisso, particolarità di cui ieri sera, nell’omaggio ai cento anni dalla sua nascita (2 dicembre 1923), la platea di scuola menottiana si accorge, applaudendo con vigore.

Omaggio alla Divina, a Spoleto la prima nazionale di Suoni Controvento: Maria Callas. 100 anni in 100 minuti, narrati da Giulio Scarpati
Omaggio alla Divina: al Teatro Romano di Spoleto, per Suoni Controvento, la prima nazionale di “Maria Callas. 100 anni in 100 minuti”, narrati da Giulio Scarpati

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