Novità al Parco archeologico di Pompei con la riapertura dal 14 di giugno della Casa di Cerere, edificio che si aggiunge alla già ampia offerta di visita del sito.

Casa di Cerere busto
Busto della dea Cerere dalla casa che da lei prende il nome. Foto: Parco archeologico di Pompei

La domus, situata nella regio I, deve il suo nome ad un busto della dea Cerere rinvenuto in uno dei cubicoli aperti sull’atrio, forse un piccolo ambiente domestico dedicato al culto.

Casa di Cerere
Foto: Parco archeologico di Pompei

Il reperto, databile intorno al IV secolo a.C. raffigura la dea delle messi vestita con un chitone e il capo sormontato da un polos sotto il quale si intravede la capigliatura ondulata divisa centralmente da una scriminatura.

La collocazione originaria della statua non è però la casa in quanto l’abitazione offre una datazione molto più recente, non oltre il II secolo a.C. rispetto alla statua, molto più antica. Forse il reperto faceva parte di una piccola collezione antiquaria attribuita al proprietario.

Casa di Cerere
Pompei, Casa di Cerere. Foto: Parco archeologico di Pompei

Non mancano però in città altri rinvenimenti riferibili a statue di Cerere, quasi tutte provenienti da abitazioni ristrutturate nell’ultimo periodo di vita della città che sembra suggerire anche un’origine comune da un possibile luogo di culto cittadino, distrutto o in ristrutturazione post sisma del 62 d.C. e forse identificato con il santuario di Fondo Iozzino scoperto intorno agli anni ’80 e attribuito, grazie a numerosi rinvenimenti, a Demetra-Ecate e a Giove Meilichio.

Pompei, Casa di Cerere. Foto: Parco archeologico di Pompei
Casa di Cerere
Pompei, Casa di Cerere. Foto: Parco archeologico di Pompei

La dimora si affaccia su via di Castricio e presenta all’interno anche un piccolo hortus e un vasto giardino che solo nell’ultima fase di vita della casa venne monumentalizzato. Altri rifacimenti risalgono al periodo imperiale ma interessarono il tablinio con il rifacimento delle decorazioni parietali in III stile.

Pompei, Casa di Cerere. Foto: Parco archeologico di Pompei

Dal I secolo a.C., inoltre, gli ambienti della casa furono decorati con pitture in II stile tanto che la Casa di Cerere è uno dei complessi più rappresentativi più importanti per questo stile in tutta Pompei.

Il Cavallo di Maiuri. Foto: Parco archeologico di Pompei
Il Cavallo di Maiuri. Foto: Parco archeologico di Pompei

Sempre su via di Castricio, in un ambiente di fronte all’abitazione, i visitatori potranno vedere anche lo scheletro dell’equide rinvenuto da Maiuri nel 1938 sottoposto a restauro e quindi pronto per la valorizzazione con un nuovo allestimento che ne ripropone l’esposizione in una posizione scientificamente più corretta e con una struttura adatta al microclima e ad assicurarne la tutela.

Cavallo di Maiuri
Cavallo di Maiuri. Foto: Parco archeologico di Pompei

A Pompei prosegue il lavoro di studio, tutela e valorizzazione secondo il modello del “museo diffuso” – spiega il Direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel – Nella casa di Cerere, oltre a ripristinare la spazialità dell’abitazione, distinta da alcuni ambienti con decorazione raffinatissima in II stile e prima solo parzialmente fruibile, è stato realizzato un sistema di illuminazione alimentata al 100% da un sistema di coppi fotovoltaici e dunque a impatto ambientale zero.

Foto: Parco archeologico di Pompei

Nella isolato a fianco, invece, i visitatori potranno ammirare lo scheletro di un cavallo nella sua posizione originale. Il restauro dello scheletro è stato connotato da un intervento multidisciplinare che ha visto all’opera i restauratori e gli archeologi, costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo. Anche questo allestimento prevede una fruizione secondo criteri accessibilità e inclusività. Ringrazio il Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna, per la presenza in questa occasione, anche perché si tratta di due interventi avviati sotto la sua direzione a Pompei.”

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