Riscoprire Carlo Levi – 120 anni dalla nascita dell’intellettuale pittore
In occasione dei 120 anni dalla nascita, la mostra CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti, a cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice e in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori, alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino all’8 maggio. Presso il Circolo dei lettori, fino al 28 febbraio, la mostra La Lucania nelle fotografie di Mario Carbone per Carlo Levi, Una testimonianza di vita, dell’esistenza di un mondo vero, fuori dalla storia e dai suoi orrendi risultati, sempre a cura di Luca Beatrice ed Elena Loewenthal e in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Le due mostre si collocano nell’ambito delle iniziative torinesi intitolate Tutta la vita è lontano. Riscoprire Carlo Levi a 120 anni dalla nascita.
Un’intellettuale a tutto tondo: ecco chi era Carlo Levi, pittore, scrittore, politico militante curioso del mondo ma soprattutto dell’uomo. Oggi è celebrato dalla sua città, Torino, a 120 anni dalla nascita: una celebrazione che coincide con una riscoperta di colui che anche nelle esperienze di vita più drammatiche cercò di trovare il senso delle cose. Cresciuto tra la Torino antifascista e l’amata Alassio delle vacanze, rimase sempre legato al Sud, a quella Lucania del confino che divenne per lui un’esperienza segnate raccontata poi in Cristo si è fermato a Eboli.
Non si può infatti parlare di Carlo Levi scrittore e pittore senza calarlo in quella attenzione verso la realtà umana vista anche con un aspetto sociologico e documentaristico. Significative sono le fotografie scattate da Mario Carbone, ed esposte al Circolo dei lettori fino al 28 febbraio, in cui Levi come un deus ex machina appare negli scatti di realtà quotidiana, passeggiando e discutendo con i paesani, con la volontà di studiare i loro volti, la loro persona.
Sono gli stessi volti a cui Levi darà forma con il pennello e il colore, in una pittura che potremmo definire Neorealista senza trionfalismi, senza simboli ma solamente umana. Ha sempre prediletto il ritratto e il paesaggio fin dall’inizio della sua carriera artistica negli anni ’20; sono entrambi generi vicini all’esperienza umana che permettevano al giovane Levi di comprendere l’uomo in sé e come questo si relazionava alla città, alla natura e come la trasformava. È una pittura che parla di luce, di impasto corposo e di forme a volte nette come quelle del padre Ercole (1923) a volte fugaci come quelle nell’Edoardo Persico che legge (1928) o di macchie come quelle di Carlo Mollino (1938 ca.).
Levi porta avanti una propria via all’arte unendo sperimentazione e tradizione, in una Torino dal profondo slancio culturale. Se Milano aveva visto la nascita del gruppo Novecento guidato da Margherita Sarfatti, Torino si trovava agli inizi degli anni ’20 in una congiuntura culturale ottimale che vedeva un grande mecenate Riccardo Gualino, un professore di storia dell’arte aperto alla contemporaneità parigina come Lionello Venturi e un’artista, Felice Casorati, che aveva sotto la sua ala protettrice i Sei di Torino: Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico Paulucci e lo stesso Carlo Levi. Guardare oltralpe era la via torinese all’arte, non metafisica o Realismo Magico e nemmeno quella riscoperta del classicismo, quel ritorno all’ordine che divenne ben presto arte di regime. Ma la scelta è quella di Matisse e le sue odalische, di Modigliani con i suoi occhi, del Post-impressionismo con i suoi colori e di Cézanne con il suo gioco di piani. Levi abbraccia quel mondo come nel Ritratto della madre (1930), come nel Paesaggio del 1935, senza mai dimenticare il maestro Casorati come nel Ritratto di Adele Levi (1923).
Arriva però l’arresto, nel 1935 Levi viene messo al confino in Lucania. Non è la fine della pittura, è un nuovo inizio più impegnato socialmente e politicamente. Realizza 70 opere dalla luce secca e abbagliante del Sud, dalla pasta cromatica terrosa e aspra come quella terra che da corpo alla gente del luogo come le Contadine Rivoluzionarie (1951) e il popolo di Qui nascono (1954).
Fino all’8 maggio sarà possibile osservare tali opere alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, grazie alla collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, il Museo Carlo Levi di Aliano e la Pinacoteca Carlo Levi di Alassio. Un occasione, promossa dal Circolo dei Lettori di Torino, per riscoprire e riportare nella città l’uomo in tutti i suoi aspetti dalla pittura alla fotografia, dalla letteratura al cinema con sempre quell’impegno politico e sociale con cui Levi caratterizzò la propria vita.
In occasione dei 120 anni dalla nascita, la mostra CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti, a cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice e in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori, alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino all’8 maggio: https://www.gamtorino.it/it/mostra/carlo-levi
Presso il Circolo dei lettori, fino al 28 febbraio, la mostra La Lucania nelle fotografie di Mario Carbone per Carlo Levi, Una testimonianza di vita, dell’esistenza di un mondo vero, fuori dalla storia e dai suoi orrendi risultati, sempre a cura di Luca Beatrice ed Elena Loewenthal e in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia:
Le due mostre si collocano nell’ambito delle iniziative intitolate Tutta la vita è lontano. Riscoprire Carlo Levi a 120 anni dalla nascita: https://www.circololettori.it/tutta-la-vita-e-lontano-carlo-levi/
Per le immagini si ringrazia l’Ufficio Stampa della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea