Giovanni Verga, Tentazione! 

Era un bel tocco di ragazza, di quelle che fan venire la tentazione a incontrarle sole

Un Verga insolito e per certi versi tristemente contemporaneo quello di Tentazione!, una novella inserita nella raccolta Drammi intimi edita 1884, decisamente diversa rispetto alle altre della sua produzione letteraria.

Ambientata nel milanese in uno sfondo per metà urbano e l’altro rurale, descrive il consumarsi di una violenza sessuale seguita inevitabilmente da un omicidio.

Giovanni Verga Drammi intimi Tentazione!
Nei Drammi Intimi di Giovanni Verga ritroviamo la novella Tentazione! Nell’immagine di Antonella Alberghina, nell’edizione critica della Fondazione Verga – Interlinea, a cura di Gabriella Alfierilicenza d’uso

Il tutto senza alcuna premeditazione e consapevolezza, ma in virtù di una spirale accidentale e incalzante di eventi.

Anche le tecniche narrative, lontane da quelle di Vita dei campi o del Ciclo dei vinti, abbracciano il ricorso all’intreccio creando dinamicità e movimento.

Ha inizio con la presentazione dei protagonisti, tre ragazzi:

Ecco come fu. – Vero com’è vero Iddio! Erano in tre: Ambrogio, Carlo e il Pigna, sellaio. Questi che li avevano tirati pei capelli a far baldoria: – Andiamo a Vaprio col tramvai -. E senza condursi dietro uno straccio di donna! […]
Giocarono alle bocce, fecero una bella passeggiata sino al fiume, si regalarono il bicchierino e […]

Dopo un intermezzo in cui il Verga opera un salto temporale non indifferente citando l’epilogo della storia:

Dopo, al cellulare, quando ripensava al come era successo quel precipizio, gli pareva d’impazzire.

Immagine di Antonella Alberghina, licenza d’uso

Entra nel vivo della vicenda trattandola per lo più in maniera distaccata come si tratta un episodio di cronaca anche se con uno stile non giornalistico, ma realisticamente letterario per il ricorso a svariate similitudini e figure di significato e diversi climax ascendenti:

Per acchiappare il tramvai, verso sera, fecero un bel tratto di strada a piedi. […]

Dopo un po’ raggiunsero una contadina, con un paniere infilato al braccio, che andava per la stessa via. […]

Tanto, cominciava a farsi buio, e nessuno li vedeva. – Ella si schermiva, col gomito alto. […]

[Il Pigna] la raggiunse col fiato grosso, cacciandole una manaccia sulla bocca. […]
La ragazza furibonda mordeva, graffiava, sparava calci. […]

Ambrogio l’aveva afferrata per le gambe onde non azzoppisse qualcheduno. […]
E allora tutti e tre, l’uno dopo l’altro, al contatto di quelle carni calde, come fossero invasati a un tratto da una pazzia furiosa, ubbriachi di donna… Dio ce ne scampi e liberi!

E senza neanche capirlo si consumò lo stupro a cui seguì la minaccia del silenzio e l’omicidio:

– Tu non dirai nulla! – No! non dirò nulla! – promise la ragazza con voce sorda. Il Pigna a quelle parole l’afferrò per la gonnella. Ella si mise a gridare. […]

Carlino l’afferrò alla gola.

– Ah! vuoi rovinarci tutti, maledetta! – Ella non poteva più gridare, sotto quella stretta […].

Rifuggendo da qualsiasi intento moralistico e sospendendo il giudizio, Giovanni Verga si limita a descrivere attraverso le dinamiche di una serie di gesti rovinosamente accidentali ma anche consequenziali la natura umana incline al male, trascinata dagli eventi nell’abisso. L’ignobile gesto viene messo in rilievo dal forte contrasto cromatico tra il corpo della vittima e la natura testimone di morte evidenziato dall’antitesi dei colori, rispettivamente il nero del corpo senza vita della ragazza e il bianco della viottola:

Attraverso la viottola bianchiccia si vedeva sempre per terra quella cosa nera, immobile. […]

Poi occultarono il cadavere:

Quel cadavere pareva di piombo. Poi nella fossa non c’entrava. Carlino gli recise il capo, col coltelluccio che per caso aveva il Pigna. Poi quand’ebbero calcata la terra pigiandola coi piedi, si sentirono più tranquilli e si avviarono per la stradicciuola. […]

Il finale riprendendo quanto anticipato all’inizio sposta l’attenzione sulla casualità` degli eventi, che da uno scherzo avevano finito col prendere una piega crudele e spaventosa.

Ma quando ripensavano poi al cellulare com’era stato il guaio, gli pareva d’impazzire, una cosa dopo l’altra, e come si può arrivare ad avere il sangue nelle mani cominciando dallo scherzare.

Una novella che, per la tematica trattata e le sue dinamiche, lascia in bocca un sapore amaro: quello della triste realtà della società attuale, sempre più spesso investita da episodi di violenza, simili purtroppo a quello raccontato dal nostro scrittore.

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