Al Teatro del Lido, un week-end che spazia tra teatro, danza e musica.
Venerdì 21 ottobre protagonista Emanuela Grimalda con un progetto ispirato al romanzo Le difettose diEleonora Mazzoni; sabato 22 ottobre, in PRIMA NAZIONALE, A palo seco spettacolo vincitore del primo premio nel XXIII Concorso di Danza spagnola e flamenca (Madrid – 2014) e domenica 23 ottobre Ensemble el Nouba, un concerto di artisti che si sono esibiti sui palcoscenici di tutto il mondo.
venerdì 21 ottobre ore 21
Emanuela Grimalda in
LE DIFETTOSE
un progetto di Emanuela Grimalda
liberamente ispirato al romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni
impianto registico Serena Sinigaglia
drammaturgia Eleonora Mazzoni, Emanuela Grimalda, Serena Sinigaglia
aiuto regia Gianluca Di Lauro
Monologo per sette personaggi e un’attrice. Uno spettacolo, allegro, disperato, trasversale e vitalissimo esattamente come il microcosmo sotterraneo,
apparentemente marginale ma assai popoloso che racconta. Tratto dal romanzo di grande successo Le Difettose di Eleonora Mazzoni
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sabato 22 ottobre ore 21
Sara Cano Compagnia di Danza
A PALO SECO
PRIMA NAZIONALE
regia, coreografia e interpretazione Sara Cano
musiche originali Héctor González
ricerca musicale Aléix Tobías (Coetus)
produzione Sara Cano Compañía De Danza
A Palo Seco è il primo spettacolo individuale di Sara Cano in cui l’artista si esibisce come interprete e coreografa. Un percorso in cui ricerca e sperimentazione rifondano il suo modo di danzare, basato sulla dimensione viscerale della danza spagnola e quella più concettuale della danza contemporanea. A Palo Seco è l’inizio di un viaggio verso una evoluzione personale dell’artista, che guarda al futuro senza perdere la comprensione della tradizione, nella faticosa ricerca di originalità. Lo spettacolo è lo sviluppo dell’assolo vincitore del primo premio nell’ambito del XXIII Concorso di Danza spagnola e flamenca (Madrid – 2014), del premio per la migliore composizione musicale per la danza spagnola e del Suma Flamenco Award 2015
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domenica 23 ottobre ore 18
ENSEMBLE EL NOUBA in concerto
Marzouk Mejri darabuk, tar, voce, ney.
Pino Cangialosi tastiere, fagotto, duduk, sipsi, fisarmonica, percussioni.
Elvin Dhimitri violino
Flavio Cangialosi basso, contrabasso, tastiere, percussioni.
Alberto Fichera sax
El Nouba, è un ensemble creato dai musicisti Marzouk Mejri e Pino Cangialosi, provenienti da esperienze culturali diverse, ma animati dalla stessa passione per la musica. Volontà del gruppo è quella di recuperare le tradizioni delle aree di provenienza dei componenti per tenere in vita e valorizzare quello straordinario patrimonio culturale-musicale proveniente dal nord-Africa e dalla cultura arabo-andalusa. I componenti di El Nouba sono musicisti che si sono esibiti su palcoscenici di tutto il mondo, con successo di pubblico e critica.
TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
Via delle Sirene, 22 – Ostia
Info e prenotazioni
Tel. 060608 – 06.5646962
[email protected]
www.teatrodellido.it – Libra Esva ha rilevato un possibile tentativo di phishing da “www.casadeiteatri.roma.it” www.teatriincomune.it
Biglietti
intero 10 euro, ridotto 7 euro
teatro ragazzi intero 7 euro, ridotto 5 euro
Laboratori 10 euro al giorno per partecipante salvo diversa indicazione
Spettacoli ad ingresso gratuito segnalati in calendario
Tutte le mostre sono ad ingresso gratuito
visitabili in orario di biglietteria (da venerdì a domenica dalle 16 alle 20)
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TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
venerdì 21 ottobre ore 21 | teatro
Emanuela Grimalda in
LE DIFETTOSE
impianto registico Serena Sinigaglia
un progetto di Emanuela Grimalda
liberamente ispirato al romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni
drammaturgia Eleonora Mazzoni, Emanuela Grimalda, Serena Sinigaglia
aiuto regia Gianluca Di Lauro
scene Stefano Zullo
disegno luci Anna Merlo
aiuti alle scene Serena Ferrari, Elena Giannangeli
assistente alla produzione Valeria Iaquinto
consulente organizzativo Gianluca Balestra
foto Manuela Pellegrini
Monologo per sette personaggi e un’attrice. Uno spettacolo, allegro, disperato, trasversale e vitalissimo esattamente come il microcosmo sotterraneo, apparentemente marginale ma assai popoloso che racconta. Tratto dal romanzo di grande successo Le Difettose di Eleonora Mazzoni.
“Ho letto il romanzo Le Difettose di Eleonora Mazzoni e ho pensato che la storia che raccontava mi riguardasse non solo come donna, ma come cittadina, come individuo che fa i conti con le trasformazioni in atto nella società in cui vive, con i sui conflitti, coi suoi costanti interrogativi. Mi interessava soprattutto approfondire il concetto del tempo nella società contemporanea, di come si sia spostato in avanti. Un tempo paradossale che ha allungato la durata della vita ma non l’età fertile. Il nostro tempo, in cui non è facile distinguere i desideri dai diritti e in in cui la scienza apre continuamente nuovi orizzonti etici. Mi piaceva del romanzo, il parlare della fecondazione assistita nei termini di sentimenti e persone e non di leggi o ideologie. L’adattamento che ne abbiamo fatto per il teatro mi permette di dare voce e corpo, lacrime e risate a sette personaggi diversi per inseguire, attraverso la storia di Carla, la protagonista e del suo percorso di fecondazione assistita una metafora più grande della vita. Volevo raccontare il desiderio di ‘infinito’ di cui il desiderio di un figlio è parte, ma che appartiene a tutti. Donne e uomini. Ho proposto a Serena Sinigaglia la regia di questo spettacolo per stima e perché mi piaceva l’idea di come le nostre sensibilità si sarebbero incontrate attorno a un tema così difficile. È una scommessa intellettuale che ha reso ancora più appassionante questo lavoro”
Emanuela Grimalda
“Creare. Creare è da sempre una faccenda complessa e contraddittoria. Ti può risultare l’azione più semplice e bella del mondo (che non vuol dire facile, perché niente lo è!), o un vero incubo. E francamente quasi mai sai fino in fondo perché. Sembra un caso o un mistero. Per chi fa il mio mestiere questo significa, giusto per fare un esempio tra i molti, che un giorno provi una scena e va tutto liscio, cerchi un gesto, un movimento, un’intenzione e ti arriva la risposta che semplicemente funziona. Altre volte invece (e sono le più frequenti) provi e riprovi una scena, ti tormenti giorno e notte per trovare la soluzione e niente. Quanto può essere frustrante e avvilente tutto questo, beh lo sappiamo bene quando ci capita. Entri in crisi, perdi fiducia, metti in dubbio il tuo ‘valore’ di persona. E qui c’è il grande inghippo. Sì, perché in un certo senso ciò che riesci a creare finisce per coincidere con ciò che sei. Se fallisco come regista, fallisco come persona. Se non “creo”, non esisto. Sono una persona difettosa. E questo naturalmente è assurdo. Eppure è così. Quanto sia un problema di natura strutturale all’essere umano e quanto, invece, sia indotto da un certo tipo di società e regole sociali, lo lasciamo agli psicologi e ai filosofi. Noi cerchiamo di cavarcela, ed è già molto.
La Mazzoni, nel suo romanzo, affronta un tema particolare e delicato, molto delicato: la procreazione assistita. Ma non immaginate un libro specialistico o polemico o ideologico. Niente di tutto questo. Le Difettose ha il raro pregio di contenere con forza un dato di universalità. Anche chi non si sia confrontato con quel tipo di esperienza, finisce presto per identificarsi con Carla e il suo viaggio ‘creativo’, la sua domanda esistenziale di ‘senso’, il suo disperato bisogno di realizzazione. Questo lo rende un romanzo perfetto per essere adattato al teatro. Ti regala un frammento di vita che può ‘danzare’ sul palco. Non vuole darti un messaggio, una morale assoluta, non vuole dirti ciò che è giusto o sbagliato, vuole raccontarti una storia, tutto qui. Al resto ci penserà il lettore o lo spettatore, secondo la sua coscienza ed esperienza. Ci vuole grazia e grande delicatezza per affrontare un tema così spinoso, ci vuole anche una bella dose di ironia e auto-ironia. E così è. Ti ritrovi immerso in un mondo ricco di parole nuove e colorite, ‘fivettare’, ‘incicognarsi’, ‘stikkare’, ‘covare’. Incontri uomini e donne che non si rassegnano, che desiderano, amano, sperano, cadono. Un flusso continuo che ti guida dalla prima pagina all’ultima attraverso l’oceano del più grande mistero della vita: il suo inizio.
Con la Grimalda abbiamo condiviso la voglia di tuffarci in quell’oceano, senza paura di immergerci nei suoi abissi, e con la gioia di danzare come pesci dentro quel mistero. Emanuela è un’attrice straordinaria che sa trasformarsi, passare da un personaggio all’altro, da uno stato emotivo all’altro, con grande semplicità. Così ho provato a costruirle una mappa di ‘azioni fisiche’, di corpi e pronunce che si disvelano per poi sciogliersi, senza peso, proprio come se fossimo nel mare. Oltre a Carla, ecco apparire l’infermiera anziana, che ne ha viste di ogni e che non ne può più, l’amica Katia, felicemente lesbica e felicemente a Bruxelles, Marco, l’uomo di Carla, discreto compagno delle sue fatiche, la mamma, l’eterno insopportabile confronto, la nonna, dolce presenza materna, la dottoressa Tini, il paradosso di una scienza che tenta di spiegare il mistero, Thiago, l’esotico maestro di metodi ‘alternativi’. Tutti questi personaggi sono come i pesci variopinti di un acquario. Nuotano senza peso nell’acquario, ma desiderano tutti quanti immergersi nell’oceano. Nulla più dell’oceano ci ricorda la vita e il suo paradosso. Ecco le meraviglie delle barriere coralline, la grazia dei pesci e delle creature marine, il tripudio di colori e forme, e poi, di colpo, la violenza delle onde, lo spavento degli abissi. Forse, in ultimo, questa è Carla: un pesciolino che si agita tra le pareti troppo strette dell’acquario nel quale ha rinchiuso la sua vita finendo per sentirsi ‘difettoso’ finché scopre, a sue spese, che bastava immergersi nell’oceano e imparare di nuovo a nuotare senza paura di sentirsi libero, senza tempo.”
(Serena Sinigaglia)
sabato 22 ottobre ore 21 | danza
Sara Cano Compagnia di Danza
A PALO SECO
regia, coreografia e interpretazione Sara Cano
direttore di scena Teresa Nieto
light designer Gloria Montesinos (A.A.I.)
musiche originali Héctor González
ricerca musicale Aléix Tobías (Coetus)
arrangiamenti vocali Alberto Funes
disegno costumi Elisa Sanz
gestione costumi Mayka Chamorro e Dolores Duran
realizzazione costumi María Calderón
tecnico luci Gloria Montesinos
tecnico del suono Jorge Díaz “Roy”
grafica e fotografia marcosgpunto
produzione Sara Cano Compañía De Danza
assistente di produzione David Arrabal
distribuzione Elena Santonja
Un assolo in cui la danza fluisce liberamente al di là di forme e convenzioni. Un lavoro personale e senza tempo in cui flamenco, danza contemporanea e butoh sono usati per immaginare un nuovo spazio creativo.
“Vai in profondità e dentro di te, nel più profondo dentro di te, nella tua anima.” Kazuo Onho
“Un artista non ha bisogno di imitare nessuno. Si mette semplicemente la mano sul cuore e lo studia. Non deve sentirsi incensato dalle lodi e neanche lasciarsi abbattere dalle critiche. L’artista può prevedere il futuro, percepire nuovi mondi, anche nel caos, e quando intravede da lontano una nuova strada, come fosse una luce minuscola, deve affrontare la paura del buio e dell’ignoto. L’artista deve sempre continuare nel suo cammino, anche se a volte inciampa e cade. Non deve preoccuparsi, deve adattarsi e procedere perché una caduta è utile anche per i più grandi maestri”. Giuseppe Verdi, La Voce del popolo.
A Palo Seco è il primo spettacolo individuale di Sara Cano in cui l’artista si esibisce come interprete e coreografa. Un percorso in cui ricerca e sperimentazione rifondano il suo modo di danzare, basato sulla dimensione viscerale della danza spagnola e quella più concettuale della danza contemporanea. A Palo Seco è l’inizio di un viaggio verso una evoluzione personale dell’artista, che guarda al futuro senza perdere la comprensione della tradizione, nella faticosa ricerca di originalità. Lo spettacolo è lo sviluppo dell’assolo vincitore del primo premio nell’ambito del XXIII Concorso di Danza spagnola e flamenca (Madrid – 2014), del premio per la migliore composizione musicale per la danza spagnola e del Suma Flamenco Award 2015.
Sara Cano
Direttrice artistica, coreografa, performer dalla formazione eclettica Sara Cano, è un’artista che spazia dalla danza contemporanea alla danza spagnola, dal folklore al flamenco. Diplomata coreografa e danzatrice contemporanea presso il Conservatorio Superiore di Danza Maria de Avila di Madrid. Come ballerina professionista ha fatto parte di compagnie prestigiose come Teresa Nieto Company, Fondazione Antonio Gades, Iberica Dance, Malucos dance, Cortés the Gypsy Company, oltre ad aver fatto parte del musical “Enamorados Anónimos” di Blanca Li e Javier Limón. Come coreografa il suo lavoro si incentra sulla ricerca di un linguaggio molto personale, per metà spagnolo e per metà contemporaneo.
Struttura dello spettacolo
“A Palo Seco” tratta il tema della metamorfosi e del cambiamento che scaturisce da un percorso nel tempo e nel corpo. Lo spettacolo è composto di tre assoli. La scena di apertura Kai (Change) cerca somiglianze tra il kimono e la bata de cola e l’uso del ventaglio nel flamenco e nel teatro Kabuki. Successivamente si intraprende un viaggio retrospettivo, senza tempo (Sintempo), un assolo che parte musicalmente dal folklore andaluso e affonda nel passato per recuperare le origini del flamenco e le antiche canzoni popolari andaluse mentre il corpo sperimenta i principi della danza butoh. Il viaggio si conclude nella terza scena, A Palo Seco, un assolo in cui la danza fluisce liberamente al di là di forme e convenzioni. Lo spettacolo intende trasformare, ricostruire e rimodellare le forme e i concetti tipici del flamenco avvicinandosi ad altri principi e forme di danza. Danza contemporanea e butoh, flamenco, contemporaneo, antico e moderno, sono utilizzati per immaginare un nuovo spazio creativo.
Kai (Change)
Kai (termine giapponese per cambiamento) è il titolo del primo assolo. È il simbolo del viaggio che inizia dalla metamorfosi personale. La vita delle farfalle rappresenta il processo ed è alla base della sceneggiatura che si articola in quattro tappe: dalla nascita alla morte. Il processo è raccontato attraverso i tipici elementi della danza spagnola come la bata de cola e il ventaglio, ispirandosi al tempo stesso all’estetica delle antiche stampe giapponesi.
Sintempo
In Sintempo vengono miscelati gli elementi tipici della musica e della danza pre-flamenca con immagini e suggestioni che hanno ispirato l’artista, generando una forma di danza ibrida. L’obiettivo è realizzare una ricerca corporale, concettuale e coreografica intorno a concetti quali il passare del tempo, l’assenza, l’antico e il moderno, la velocità e la lentezza, il permanente e l’effimero. La prima versione di Sintempo è stata scelta come finalista alla prima edizione di Me, Myself and I, concorso per soli nell’ambito del 28° Concorso Coreografico di Madrid.
A Palo Seco
A Palo Seco è il tentativo di rappresentare l’artista senza abbellimenti e ornamenti, alla ricerca dell’essenza, attraverso l’energia e i movimenti fluenti del flamenco che spingono oltre le forme e le convenzioni. È un’occasione per danzare, danzare e nient’altro… e per testimoniare un atto di nascita e rinascita. È il territorio in cui l’artista sperimenta nuove soluzioni coreografiche e studia i principi della dinamica, l’orizzontalità e la verticalità, la rottura di equilibri, la caduta e il recupero, il peso della gravità, la restrizione dell’energia ed il suo culmine.
domenica 23 ottobre ore 18 | musica
ENSEMBLE EL NOUBA in concerto
Marzouk Mejri darabuk, tar, voce, ney,
Pino Cangialosi tastiere, fagotto, duduk, sipsi, fisarmonica, percussioni,
Elvin Dhimitri violino,
Flavio Cangialosi basso, contrabasso, tastiere, percussioni,
Alberto Fichera sax
Un concerto per scoprire lo straordinario patrimonio musicale della cultura arabo-andalusa.
El Nouba, è un ensemble creato dai musicisti Marzouk Mejri e Pino Cangialosi, provenienti da esperienze culturali diverse, ma animati dalla stessa passione per la musica. Volontà del gruppo è quella di recuperare le tradizioni delle aree di provenienza dei componenti per tenere in vita e valorizzare quello straordinario patrimonio culturale-musicale proveniente dal nord-Africa e dalla cultura arabo-andalusa. I componenti di El Nouba sono musicisti che si sono esibiti su palcoscenici di tutto il mondo, con successo di pubblico e critica. Hanno collaborato con molti interpreti di fama internazionale tra cui: Khaled, Compay Segundo, Badi Assad, Luis Bacalov, Beppe Barra, Maurice El Mediouni, Riccardo Muti, Daniel Oren, Daniele Sepe.
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Testi e immagini da Ufficio Stampa Zètema – Progetto Cultura