Festivaletteratura Mantova – 27ª edizione – 6-10 settembre 2023

Oltre trecento tra scrittrici e scrittori da tutto il mondo arrivano a Mantova per un’edizione alla ricerca delle parole per leggere e raccontare il nostro tempo. Un Festival che si confronta con i canoni, si allea con le Arti tutte, punta lo sguardo sulla storia recente, rimette al centro istanze sociali che sembrano scomparse dal dibattito pubblico, mette in dialogo autori e lettorisi pone al servizio di giovani e bambini, coinvolge musei e centri di ricerca, parla di luoghi lontani, di sport e di ambiente e non smette mai di essere romantico!

Questa guida viene modificata ad ogni aggiornamento ricevuto da fonti ufficiali, ma per le prenotazioni dei vostri eventi e per altre questioni preghiamo comunque di controllare in ultima analisi dal sito della manifestazione:
www.festivaletteratura.it

Credits: Festivaletteratura

Clicca qui per il racconto, a cura di Giuseppe Fraccalvieri:
6 settembre 2023
7 settembre 2023
8 settembre 2023
9 settembre 2023
10 settembre 2023
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Per il programma aggiornato degli eventi, dal sito ufficiale: https://www.festivaletteratura.it/it/2023/eventi/

Per chi non potrà esserci, sarà possibile seguire oltre sessanta eventi dal Canale YouTube del Festival: https://www.youtube.com/@Festivaletteratura

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Dato il grandissimo numero di eventi, questo racconto è necessariamente frammentario e limitato ad alcuni appuntamenti che abbiamo seguito.

Mantova, mercoledì 6 settembre 2023. Si comincia! Finalmente ha inizio la 27a edizione di Festivaletteratura a Mantova. Tanti eventi, tanti in sold out (reperirli non è facilissimo per quasi nessuno) e alcuni spariti praticamente da subito.

Ore 11:30, Tenda Sordello: Incontro Inaugurale, Piazza Sordello

L’incontro inaugurale è stato aperto dall’ideatrice Laura Baccaglioni, che ha ricordato un evento che si costruisce anno dopo anno, un avvenimento importante tanto per il panorama nazionale oltre che per la città. Due cose rendono speciale questa manifestazione: la bellezza della città e la qualità unica del programma, di un Festivaletteratura sempre uguale nella struttura, ma sempre diverso nella sua declinazione.

Tra i tantissimi eventi di quest’anno ha ricordato:

  • il centenario della nascita di Italo Calvino con un progetto originale, una escape room (al Liceo Virgilio) ispirata al suo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore;
  • un incontro sul tema controverso dell’energia nucleare;
  • spazio ad autori romantici e preromantici;
  • a scrittrici italiane dimenticate del Novecento;
  • una serie di incontri, Quattro passi nei Paesi Bassi;
  • una speciale edizione del girotondo alla Casa del Mantegna.

La 27a edizione di Festivaletteratura dedica una serie di incontri per ricordare un’autrice che sarebbe stata protagonista anche quest’anno. Si parlerà di Michela Murgia, si parlerà “della sua vita, del suo coraggio”.

Festivaletteratura non è però solo 5 giorni di evento a settembre, ma un lavoro continuo di educazione e promozione che si svolge durante l’anno. Il progetto Read More, vincitore bando europeo ma portato avanti con ulteriore sostegno di Fondazione Cariplo, ogni giorno porta nelle scuole venti minuti di lettura libera dei giornali, col supporto di insegnanti e biblioteche: finora hanno partecipato 187 istituti scolastici di tutta Italia, per un totale di 24 mila alunni.
Maggiori informazioni sul progetto qui: https://www.festivaletteratura.it/it/racconti/il-vademecum-di-read-more

E mentre il Comitato Organizzatore prepara il futuro del Festival con il necessario ricambio, non potevano mancare i ringraziamenti a sponsor e istituzioni, e soprattutto ai 550 volontari, le magliette blu senza le quali il Festival non sarebbe possibile.

È intervenuto quindi Massimiliano Ghizzi, presidente del Gruppo TEA che compie 25 anni, e che ha ricordato come il Festivaletteratura viaggi su temi cari all’azienda, come sostenibilità e resilienza, temi affrontati negli anni passati e riproposti anche quest’anno.

È stato quindi il momento dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, che ha ricordato il ricorrente miracolo di questo evento che coniuga entusiasmo e la qualità di format visionario, regalato alla città. Il Festival contagia la città e fa bene a tutta la provincia e alla Lombardia. Da assessore all’Agricoltura ha rimarcato come molti eventi riguardino l’ambiente.

Il Presidente della Provincia Carlo Bottani ha invece sottolineato la magia che avviene in questi giorni, e il grande privilegio di vivere in una provincia che è in questi giorni è al centro del mondo della cultura. In pieno spirito bipartisan ha sottolineato lo spirito di costruzione grande al fianco degli altri due politici presenti, perché i vantaggia siano tutti per le prossime generazioni.

Quindi il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi ha sottolineato la cifra irripetibile e l’unicità del Festivaletteratura che son date dall’ambizione, un’ambizione è quella di non accontentarsi di accogliere, ma quella di voler produrre, che è molto più difficile e rischioso, e implica il dover costruire molte più relazioni. Un’ambizione che fa bene alla città di Mantova, una città piccola ma grande in quel che produce. Un’ambizione che contamina e chiede a tutti di alzare in su l’asticella. Il Sindaco ha colto l’occasione per ricordare la ricostruzione del rapporto tra Festivaletteratura e Palazzo Te, che si vedrà anche con la mostra di Rubens in arrivo.

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Dove mangiare e bere? In una città turistica come Mantova ci sono ristoranti, osterie, trattorie, e si trova sia la cucina tradizionale che la sperimentazione o le cucine asiatiche.
Per Festivaletteratura in Piazza Sordello arrivano anche i camioncini dello street food. Quest’anno – con l’eccezione di un venditore davvero economico – i prezzi di questi ultimi non erano proprio popolari, con dosi abbastanza contenute.
Questo deve essere evidentemente un riflesso dell’inflazione che colpisce il Paese, e che ha anche non poco inciso sul prezzo dei biglietti.
L’acqua può essere presa alle fontanelle, oppure – sempre gratuitamente – al bancone della TEA in Piazza Sordello.

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Ore 16:00, Tenda dei Libri: Il fuoco sacro della scrittura con Gaia Manzini e Christian Mascheroni

Il fuoco della scrittura Gaia Manzini Christian Mascheroni
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Torna anche quest’anno Il fuoco sacro della scrittura con Christian Mascheroni.
Molti spunti in questo primo incontro con Gaia Manzini, che ha portato molta della sua esperienza, anche di prima mano e personale. Un’esperienza fatta anche di sperimentazione. La stessa Manzini lavorava in pubblicità e a un certo punto ha sentito bisogno d’altro, aveva bisogno di capire il mondo e mentre lo scriveva, lo metteva in prospettiva. Qualcosa che è accaduto man mano, piano piano.

Al centro dell’incontro alcuni miti da sfatare, come quello per cui lo scrittore è quello che lo fa per danaro. Un altro è quello legato a una visione popolare, che parte dalla cultura romantica e che ormai non è più rispondente alla realtà delle cose, il più delle volte, per cui l’artista è quello che si danna, che vive di ispirazione.

Per la Manzini, ispirazione vuol dire tutto e niente, e spesso la poesia è il contrario di questa visione romantica. Per cui lo spazio della poesia è stato il contrario di pulsioni verso la morte e il suicidio, e richiedeva tecnica e lavoro, non solo ispirazione.

A continuare in questo percorso si cambia, e si vive anche in prospettiva. Si inizia anche a leggere in modo “predatorio”, cioè si leggono libri alla ricerca di qualcosa. Come Montanari, si origliano conversazioni sull’autobus, si è sempre pronti a segnare qualcosa subito, portandosi dietro un’agendina, una moleskine.

Tante le osservazioni acute, una tra tante, quella per cui omettere è anche levigare, e togliere è importante per lo scrittore.

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Ore 21:15, Palazzo Ducale – Piazza Castello: I libri sono il mio pane quotidiano con Giacomo Poretti e Bruno Gambarotta

Bruno Gambarotta Giacomo Poretti
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La piazza piena, e non poteva essere diversamente, per un incontro che è stato un inaspettato mix di umorismo e commozione. L’occasione è quella della presentazione dell’ultimo libro di Giacomo Poretti, la raccolta di racconti Un allegro sconcerto, edita da La nave di Teseo.

Raccontando la genesi del libro Giacomo ha spiegato che si era presentato da Elisabetta Sgarbi, l’editrice, con questa raccolta di racconti, anticipandole che era un libro impegnativo, quasi disdicevole. Ha chiosato quindi Bruno Gambarotta come la nostra letteratura sia una letteratura di racconti, e però le case editrici pare che non li vogliano.

Ha proseguito lo scrittore astigiano spiegando come si tratti di un libro che ha molti strati, pezzi memorabili come la riunione di condominio, o si parla del Salone del mobile. C’è poi un grandissimo afflato spirituale, e in tantissimi racconti si parla di morte, ma spiega che il tema è trattato in modo molto lieve.
C’è anche tanta immaginazione, che arriva a pensare a delle piante scrittrici.
L’evento si è concluso con la lettura di tre brani dal libro, ha strappato molte risate il secondo sul condominio, mentre il terzo, intervista a Tafazzi a mo’ di postfazione, che è sembrato quasi uno sfogo di immaginazione dell’autore. Che ha concluso ringraziando ancora Elisabetta Sgarbi per l’incoraggiamento nella pubblicazione

“di queste cose che ai più sembreranno strane, sconcertanti scomode. Ma io sono anche così.”

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Mantova, giovedì 7 settembre 2023

Ore 21:30, Palazzo della Ragione: Blurandevù con Vera Gheno

Blurandevù Vera Gheno Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La formula molto agile e frizzante coi ragazzi di Blurandevù, le #maglietteblu, ci mostrano una Vera Gheno molto allegra e rilassata, anche più del solito. Messaggi semplici ma importanti, e non è detto che non si arrivi molto più facilmente così.

È stata innanzitutto occasione per far conoscere la sociolinguista con origini ungheresi, la sua storia, a chi non la conoscesse già.

Al centro della discussione il comunicare. Ha spiegato la sociolinguista che più ci si allontana dalle altre persone, più bisogna fare attenzione a cercare di costruire un terreno di conoscenza. Non siamo mai completamente privi di maschere, come diceva Erving Goffman, e per forza di cose quando abbiamo a che fare con altre persone ne indossiamo. Quello che può diventare problematico è quando la distanza tra maschera e persona diventa troppa.

Vera Gheno si è poi soffermata sulla capacità di chiedere scusa, un qualcosa sulla quale pure lei sta lavorando. Non si poteva poi non parlare di lingua e di lingue, di parole intraducibili come la finnica poronkusema, che indica la “pisciata di renna”. qualcosa che a noi fa sorridere, ma che per il contesto lappone serve a misurare la distanza tra luoghi. Ci fa ridere perché la decontestualizziamo.
Un piccolo grande consiglio, poi: la prima parola che la sociolinguista cerca di imparare per ogni lingua con cui entra in contatto è “grazie”. Qualcosa che cambia tutte le interazioni, che risolve problemi.

Essendo la sociolinguista al centro delle discussioni nella nostra società riguardanti la lingua, non poteva mancare una riflessione sul “non si può più dire niente”, frase che è anche il titolo di un libro che porta un suo contributo e che ospita opinioni molto differenti, anche dalla sua.
Innanzitutto ciò che non si può dire, e per legge, son le parolacce.
La sociolinguista racconta poi che una volta chiese a suo padre, anch’egli linguista, perché nel vocabolario ci fossero parole brutte ma non parolacce. Il genitore chiuse il suo libro di Tolstoj e rispose: perché ci vorrebbe il doppio delle pagine.
Ma poi, chi si lamenta del non poter dire più niente? Non di sicuro le persone razzializate, disabili, con corpi non conformi, i poveri, i portatori di istanze LGBTQIA+. Si lamenta, senza fare elenchi, chi spesso occupa una posizione privilegiata, dall’alto di uno spettacolo in prima serata o dai giornalia nazionali.
È, insomma, un po’ un paradosso in termini.

Blurandevù Vera Gheno Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Non poteva poi mancare un accenno alla questione che ha reso famosa Vera Gheno, e cioè lo schwa o scevà. In due minuti e trenta ha sintetizzato la questione di questo simbolo dell’Alfabeto Fonetico Internazionale o IPA, che da noi in Italia viene usato fondamentalmente per tre cose:

  • per indicare una moltitudine mista senza limitarsi a uomini e donne;
  • quando si parla a persone che si identificano in un genere non binario;
  • e infine quando non si conosce il genere della persona.

Si tratta ovviamente di un uso sperimentale che non rientra nella grammatica del quale va sempre dosato l’impiego perché non è detto che tutti lo capiscano o che lo tollerino. Dipende dal contesto e sono anche possibili alternative, ad esempio dire: “buonasera alle persone presenti”, ma il suo uso è da intendersi come una mano tesa agli altri.

Infine, la questione del Museo della lingua italiana, per il quale la sociolinguista si è dichiarata contraria: c’è bisogno di una museificazione della lingua, che è già imbalsamata di suo? La questione, ovviamente, ha precedentemente suscitato discussione nel Paese.

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Mantova, venerdì 8 settembre 2023
Annullati due eventi della giornata:

  • il n. 97 con Alessandro Barbero (https://www.festivaletteratura.it/it/2023/eventi/97-quando-caddero-le-torri-3845)
  • e il n. 108 con Paolo Zellini (https://www.festivaletteratura.it/it/2023/eventi/108-di-ipotenusa-e-cateti-3886)

Oggi fa molto caldo, abbastanza più che nei giorni scorsi.

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Ore 11:00, Tenda Sordello: Ripartiamo da Zero con Zerocalcare, Marta Bacigalupo e Luca Pareschi

Ammettiamolo, Zerocalcare alle volte ci pare un santo, solo a pensare alle file infinite di firmacopie che gli toccano, oltre che alle interviste sempre con le stesse domande e alla scaletta degli impegni che gli lascia così poco tempo libero, che molti di noi al suo posto sarebbero probabilmente impazziti. O reagirebbero sicuramente con meno calma.

In quest’ottica di “accollo” la simpatica formula di quest’intervista a Zerocalcare con l’estrazione di alcune parole, visto che le domande gliele hanno già poste tutte tanto vale che si intervisti da solo.

Rispondendo alle estrazioni, Zerocalcare ha parlato di tanti temi. Ha parlato di generazioni e di come le sue creazioni possano risuonare anche con persone più anziani che giovani, quando si riesce a entrare in sintonia maggiormente, magari per senso di inadeguatezze.
Non si poteva ovviamente non parlare di periferie, e il fumettista si è scagliato contro gli stereotipi che descrivono agli eccessi opposti il degrado assoluto oppure – nelle commedie – un mondo felice “dove non sono arrivati i soldi a corrompere l’animo del buon selvaggio”. Lui preferirebbe che queste cose fossero raccontate con la loro complessità.

Si è parlato del passaggio da fumetto e animazione, quando Zerocalcare ha scelto di fare pure lui le voci, che poteva essere maldestro ma così si sarebbe sicuramente sentita la sua voce. Allora non si aspettava un grande successo, ma almeno di fare qualcosa che piacesse ai suoi lettori storici.
Si è parlato del rapporto con la musica, perché il fumettista voleva “obbligare le persone ad ascoltare quello che sentivo io”, e molti pezzi  sono parte della genesi delle scene. Averli in animazione però non è sempre facile, sia per i costi che per le volontà degli autori. 

Si è parlato di credibilità, che Zerocalcare si vede riconosciuta da coloro che gli riconoscono una traiettoria accidentata, mantenendo una barra più o meno dritta, anche grazie a chi gli sta intorno: “sono un talebano cresciuto in una tribù di talebani”. L’integrità è sui contenuti e magari anche sul sostegno a temi che hanno zero popolarità nel pubblico generale.
Il fumettista si ritrova come un punk di quelli straight edge, e anche se la tentazione è forte sulle cose materiali, lo è molto meno per le regole di lavoro che si è dato, che gli impongono di non realizzare cose in ambito elettorale, per coloro che hanno un punto di vista autoritario.
Ma si vede che tutte queste cose nascono soprattutto dalla “
paura che se faccio una fessura da quella diga schioppano tutti gli argini”.

Si è parlato del rapporto con la stampa e dei virgolettati, coi titolisti che “riescono sempre a essere un passo avanti” nell’attribuirgli qualcosa che non ha poi detto, una cosa tutta italiana a suo dire. Non riesce neppure a ignorarli.

Interessante finale con un discorso sull’egemonia culturale, che oggi vede la destra avvicendarsi a un ruolo che è stato finora della sinistra. Secondo Zerocalcare in realtà si parte da un presupposto sbagliato, che non è esistita un’egemonia culturale di sinistra, ma piuttosto un’occupazione di spazi di persone di quella parte politica. Un’occupazione di spazi che però è servita solo per gestire i propri interessi, e non per creare opere che potessero trasmettere dei valori, col risultato che l’immaginario del Paese si è spostato sempre più a destra.
Secondo lui l’egemonia culturale vera si fa così.

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Ore 15:00, Tenda Sordello: Dentro vivevo la guerra. Accenti con Igiaba Scego

Igiaba Scego Accenti Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Igiaba Scego comincia la sua sessione di Accenti, una sessione di grandissimo spessore e umanità, raccontando della sua Mogadiscio, oggetto del libro Cassandra a Mogadiscio, edito da Bompiani. Lei che è al contempo italiana, romana, somala e un po’ mogadisciana.

Racconta di una città perduta, una Mogadiscio multiculturale nella quale si parlavano tante lingue, nella quale si incontravano indiani, cinesi, italiani (conseguenza del colonialismo), yemeniti. Erano tutti nativi.
Questa multiculturalità è stata spezzata con la guerra civile scoppiata nella seconda metà degli anni ’80.

Allora la scrittrice ed attivista viveva un “tempo strano”, che da una parte era segnato dalla sua adolescenza e dall’altro da un’epoca segnata dalla fine della guerra fredda, ma che vedeva in Africa la “sconsideratezza” di dittatori e di una classe politica che non voleva lasciare il potere, causando tanti disastri.
“Le guerre iniziano molto prima di quando ce ne accorgiamo”, spiega.

Qualcosa si è quindi spezzato. Uno dei gruppi jihadisti è in Somalia, e il gruppo terrorista ha rotto il passaggio della memoria, ad esempio il culto dei santi (che santi non erano, ma persone illustri), dei quali hanno distrutto le tombe.

Uno dei gruppi jihadisti è in Somalia, gruppo terrorista ha rotto il passaggio della memoria, il culto dei santi erano persone illustri hanno distrutto tombe. Questo se lo sono portati dietro e si è poi dovuto ricostruire quella memoria, perché con la guerra la si perde e si perdono gli archivi, per cui la conoscenza va recuperata dalle persone, con la storia orale. In questo compito, Igiaba Scego ha usato “il metodo Portelli”, riconoscendo al professore, altro grande protagonista di questo festival, un ruolo nel far arrivare tanti afroamericani a Roma.

Igiaba Scego Accenti Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La guerra però ha avuto un pesante impatto nella vita della scrittrice, sulla vita quotidiana delle persone.
In quegli anni ancora non erano arrivati i telefoni cellulari, per cui la madre di Igiaba Scego scomparve per due anni, senza che la famiglia potesse sapere cosa avesse fatto. C’era qualcuno che magari le diceva “l’ho vista 4 mesi fa era viva” e la scrittrice si attaccava a questo, ai libri, ma non senza conseguenze. Fu colpita dalla bulimia, che ha poi curato, e la sensazione che aveva era proprio quella di vomitare come avrebbero potuto fare un kalashnikov o le bombe a grappolo. Quando raccontò questo in una scuola di Roma, un ragazzo ucraino presente raccontò che stava vivendo quelle stesse sensazioni ora.

I migranti li riconosci facilmente, spiega. Molti di loro hanno lasciato la Somalia dagli anni ’80 e puoi comprendeere l’età della proprietaria di casa dallo stile dell’arredamento della sua casa. Sono tutti migranti perché tutti si muovono ma sono tutti italiani. Le diramazioni di queste famiglie sono incredibili, sono viaggi – racconta – e lei voleva aprire a questi sapori, alla “ziitudine”.

In Somalia le zie hanno infatti un ruolo molto importante, aiutando la madre, e così nella vita della scrittrice, che chiama anche la sua “mamma”. Igiaba Scego però coglie la ziitudine con la scrittura, che è per lei una missione, quello che vuole fare per lasciare qualcosa alle prossime generazioni. Per lasciare un pezzo di se stessa e della Somalia, perché la missione di una zia è quella di raccogliere queste storie.

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Ore 21:30, Tenda Sordello: Alla ricerca dei BTS: cartoline della Corea del Sud sulle tracce di Michela Murgia, con Vera Gheno

Vera Gheno BTS Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Ed eccoci arrivati a quello che Marta Bacigalupo ha giustamente definito un evento molto speciale, in questa 27a edizione di Festivaletteratura che – in un modo o nell’altro – vede ancora Michela Murgia protagonista.
I BTS erano un gruppo che Michela Murgia amava tantissimo e non si è voluto cancellare un evento al quale lei teneva tantissimo. Appena tornata dalla Corea del Sud, Vera Gheno era sembrata la persona giusta per questo.

Premessa: la sociolinguista ha una figlia adolescente che balla hip hop a livello semiagonistico e che l’ha costretta ad avvicinarsi al K-pop. Avevano già deciso questo viaggio in Corea da tempo.

Sottovalutare questo fenomeno sarebbe superficiale: il K-pop (cioè Korean Popular Music, musica popolare coreana), prima musica tradizionale, è poi divenuto un tipo di pop particolare, prodotto dalle major sudcoreane e destinato soprattutto alle esportazioni. Genera una fetta importante del PIL dell’importante Paese asiatico ed è un ottimo grimaldello per conoscerlo un po’ meglio.
Per i coreani il K-pop è una cosa seria, un orgoglio nazionale. Dopo le istruzioni di sicurezza sull’aereo, che vedranno protagonisti due gruppi K-pop, continuerete a sentire questa musica sulla metro, nei supermercati. E oltre ai più noti ce ne sono tanti altri che neppure immaginiamo.
Per Vera Gheno, scoprire che Michela Murgia amasse questa musica è stato qualcosa di inaspettato rispetto all’immagine che si poteva avere di lei, ma entrando in contatto con questo fenomeno è stato difficile non rimanerne attratti.

I cantanti vengono definiti idol (il primo uso risale al 1999) e potranno ricordarci le boy band dei decenni scorsi. Sono composte da membri solo maschili o solo femminili, con qualche eccezione. Tutti però seguono un loro concept che li rende peculiari, e hanno una Ioro fandom che si riconosce in un gruppo e ci tiene ad essere identificato come tale.
Le major gestiscono questi gruppi in maniera pervasiva, non solo da un punto di vista economico ma entrano anche nella loro vita privata: diventa una sorta di Grande Fratello con risvolti anche molto negativi (casi registrati di depressione e suicidi, viste le enormi pressioni).
Sembra quasi che questi idol – tutti con le loro facce pulite – vengano educati in batteria per diventare delle pop star, è qualcosa che fa impressione ma che fa anche parte di una visione molto orientale (Ikigai), un’idea di verticalizzarsi su un tema per diventare bravissimi in quello che si fa.
Queste pressioni nascono dunque dal fatto che tutti gli idol del K-pop cercano di portare avanti ideali positivi (raramente sono dei belli e dannati) e cercano di veicolare messaggi socio-culturalmente rilevanti.

Vera Gheno BTS Festivaletteratura 27a edizione 2023
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Dei 290 gruppi di K-pop, 14 sono i principali, oltre ai BTS e alla loro controparte femminile, le Black Pink, ce ne sono molti altri con le loro particolarità. BTS vuol dire Bulletproof Boy Scouts, cioè boy scout a prova di proiettile. Hanno cominciato da giovanissimi (e giovani lo sono tuttora, stanno facendo il servizio militare) e hanno all’attivo 16 album (di cui 9 in studio), per un totale di 44,9 milioni di dischi fisici venduti, realizzando lo 0,3% della PIL annuale della Corea del Sud.

La Corea del Sud è quindi un Paese che celebra un grande amore per le sue radici, coi suoi tamburi tradizionali, ma che è pure molto lanciato sul futuro. Si tratta di un viaggio facile, spiega Vera Gheno, perché non solo mediamente tutto funziona, ma perché c’è pure una grande attenzione che le persone del luogo hanno per chi sta attorno, ti aiutano, si attivano per aiutarti, e c’è una grande solidarietà sociale.
Una grande lezione anche per noi, che pure veniamo dalla tradizione greca della xenia, ma che ultimamente tendiamo a dimenticarlo.
È anche il paese del kawaii (carino), dove tutto è spesso rappresentato in maniera molto graziosa.

Seoul è una megalopoli molto moderna, con grattacieli, viuzze e localini molto carini dove si può trovare di tutto.

Quindi la tappa a Busan, dove Michela Murgia voleva che si spargessero le sue ceneri, aggiunta da Vera Gheno al suo viaggio dopo la morte della scrittrice. La grande città con milioni di abitanti si trova 300km+ a Sud di Seoul, e sbocca sul Mar del Giappone. C’è molto divertimento notturno, al punto che si fatica a sentire la propria voce per la musica ad altissimo volume, salvo evadere in spiaggia. Nel quartiere di Gamcheon sono nati due dei membri dei BTS e ovviamente c’è tanto orgoglio lì per loro.

La serata avrebbe potuto essere un mostrare le diapositive di ritorno da un viaggio, come si faceva una volta, scatenando la noia dei presenti. Vera Gheno non era una delle amiche più intime della scrittrice scomparsa, ma parte di una “sorellanza” che le ha dato tanto e che le lascia ora un vuoto. In questa esposizione ha cercato di cogliere quello che pensava avrebbe potuto cogliere l’amica, come si fa con le persone care. Ci ha messo del suo, a parere di chi scrive, mostrando il fenomeno con metodo e mostrando “che con le sue opere possiamo continuare a farla vivere”.

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Mantova, sabato 9 settembre 2023

Ancora molto caldo.

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Ore 10:00, Tenda Sordello: Credere nella tecnologia con Chiara Valerio

Credere nella tecnologia Chiara Valerio
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

L’incontro nasce dall’ultimo saggio dell’autrice, La tecnologia è religione, edito da Einaudi. Si comincia col mito di Prometeo che quando ruba il fuoco agli dèi ruba una tecnologia: secondo Chiara Valerio, da quel momento in poi religione e tecnologia sono sempre state appaiate, e questo dovrebbe confortarci.
La scrittrice nota come gli dèi nell’Olimpo fanno tutto, fuorché leggere e questo pare significare che pubblicare, leggere abbia a che fare con l’umano. Al contempo, i libri sono l’antidoto alla velocità della tecnologia, e le persone che esercitano quel gesto democratico che è la mediazione, come l’editoria (di carta o no) e i social media sono diversi.

 

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Ore 16:45, Palazzo Ducale – Piazza Castello: la letteratura al potere. Le pagine di Michela Murgia con Marcello Fois, Alessandro Giammei 

la letteratura al potere Michela Murgia Marcello Fois Alessandro Giammei 
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Probabilmente uno degli incontri più attesi dell’intero festival, quello dedicato al ricordo di Michela Murgia. Come spiegato da Carla Bernini, dal comitato organizzativo del Festival, l’appuntamento avrebbe visto anche la presenza di Bianca Pitzorno, la cui defenzione si è registrata purtroppo all’ultimo minuto. Si è ritenuto di andare avanti comunque con l’incontro perché troppo importante.
Il pubblico ha reagito con commozione al momento, per una standing ovation e svariati minuti di applausi prima dell’inizio.

Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La domanda che pone subito Alessandro Giammei è: chi può raccogliere il testimone del’intellettuale Michela Murgia? La risposta, secondo lo studioso, è: la stessa Michela Murgia.

Il messaggio con cui si comincia ritornerà più volte durante l’appuntamento: ricordare Michela Murgia e la sua grande vitalità lo si può fare non solo attraverso i tanti video, ma soprattutto leggendo i suoi libri, che costituiscono un’importante produzione.
Si chiede Giammei: che altro serve quando ci sono molti libri? I testi dell’autrice scomparsa, peraltro, spopolano in queste settimane nelle vendite.

Aggiunge Marcello Fois che la loro cifra era la discussione, affrontando gli argomenti e raccontandoseli secondo le varie sfaccettature, senza che mancasse una raffinatezza del sarcasmo che certo non le mancava.
Parlavano spesso di come si poteva definire la lettura come istituzione, e su una cosa erano d’accordo, che fosse l’unico e definitivo terreno di autodeterminazione che si potevano permettere. Il rapporto con la pagina diventava attivo e non più passivo. La scrittrice era una lettrice qualificata perché salvata dalla lettura, come gran parte di chi apparteneva alla sua generazione, perché non era un fatto automatico che le aveva fatto capire che non siamo soli e che le esperienze che si imparano dai libri e dalla lettura ci insegnano esperienze che sarebbe presuntuoso pensare di cogliere solo dalla propria vita.
E la scrittrice riusciva ad adeguare la lettura al momento e al sistema in corso, scoprendo che la pandemia era già scritta nel 31° capitolo dei Promessi Sposi, nell’introduzione del Decamerone, oppure nel secondo libro della Guerra del Peloponneso e così via. E quando si è lettori qualificati si è anche scrittori di un certo tipo, spiega sempre Fois.

La scrittrice si poneva sempre il problema, e i suoi libri sono disseminati di domande a tradimento, e quando credi di poter dare una risposta logica, quella risposta è disgraziatamente illogica, dice Fois. È così anche Tre ciotole, l’ultimo suo libro che si sarebbe dovuto presentare durante l’evento. E la domanda che Fois avrebbe posto all’autrice in quell’occasione, sarebbe stata:

Michè, ma non ti sei stufata di rompere le scatole?

I due hanno continuato a parlare della loro amica per tutto al tempo al presente. Giammei ha sottolineato come Michela Murgia abbia annullato carrierismo e individualismo. Lo studioso ha raccontato un giro nella biblioteca dell’autrice scomparsa: i suoi libri erano colmi di note con domande lancinanti e geniali.

I due si sono scagliati contro coloro che hanno cercato di ridurre un lutto collettivo a fenomeno, così come il pensare che parole come buonista, radical chic o intellettuale possano essere un insulto.
Fois ha confessato che, pur conoscendo Michela Murgia dal 2005, gli ultimi 3-4 mesi gli hanno aperto gli occhi: la performance in malattia è sembrata strepitosa, importante per chi vive quella stessa esperienza, e chiedendosi quante volte si può vivere un’esperienza diretta di questo tipo. “Impedire di avere paura è uno dei grandi incantesimi di Michela”, ha chiosato Giammei.

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Mantova, domenica 10 settembre 2023

Ore 11:00, Palazzo Ducale – Piazza Castello: Macchemusica! Presenta Neri Marcorè, con ospiti Brunori Sas, Valerio Magrelli, Paola Maugeri, Ginevra Costantini Negri

Macchemusica Neri Marcorè, Brunori Sas, Valerio Magrelli, Paola Maugeri, Ginevra Costantini Negri
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Il tradizionale e mai banale evento nell’ultima giornata di ogni edizione di Festivaletteratura quest’anno ha visto un gruppo molto ben assortito dialogare sul tema della musica.

Cos’è quindi la musica?
Comincia a rispondere il poeta e scrittore Valerio Magrelli, che ricorda la reazione del neonato (in un video) che sente cantare la mamma. Prima ride di un sorriso pieno, poi piange. Questo è per il poeta la musica, qualcosa che neanche noi sappiamo cos’è.
Per la giovane pianista Ginevra Costantini Negri, come direbbe Gioacchino Rossini la musica è ritmo, ti travolge, e ha un effetto che non ci spieghiamo.
La giornalista e conduttrice Paola Maugeri si sente salvata dalla musica. Decise che si sarebbe dedicata a questo sin da quando, a 9 anni, ascoltò per la primavolta Miles Davis. Capì allora che avrebbe voluto parlare coi musicisti parlare, capire cosa li muove, sentire queste melodie. E ha lamentato che, essendo la musica una forma di cultura, un tempo nelle televisioni era pieno di programmi di musica, mentre ora la musica è dapertutto e per questo vale poco.

C’è però anche un lato oscuro.
Al ristorante la musica non la scegli tu, sottolinea Magrelli, che vive la cosa come un “sopruso”: in questo è un’arte “bipolare”, che può essere paradisiaca se la scegli tu, o un inferno se la sceglie il ristoratore. Aggiunge, citando il filosofo Immanuel Kant, che si era occupato di tutte le arti, che è l’unica ad essere maleducata, perché i suoi strumenti estendono la loro voce al vicinato, insinuandosi fino a turbarne la libertà.

Macchemusica Neri Marcorè, Brunori Sas, Valerio Magrelli, Paola Maugeri, Ginevra Costantini Negri
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Prima Marcorè e poi Paola Maugeri si sono lamentati dell’impoverimento, che per la seconda è figlio dell’impoverimento culturale. Il primo vero nemico è la fretta, sostiene la giornalista, che invita a nutrirsi e non solo a saziarsi di una musica che è onnipresente.

Si è parlato anche del grande tema dell’intelligenza artificiale: ci sarà un impatto ma è inutile vietarla, sostiene Dario Brunori: alla fine il computer non può realizzare vera creatività e così sarà sempre possibile per qualcuno emergere.

L’evento si è concluso con una poesia di Magrelli, una canzone di Brunori e quindi un duetto di quest’ultimo con Neri Marcorè.

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Festivaletteratura Mantova: al via tra una settimana la 27ª edizione – 6-10 settembre 2023

Un’edizione che non poteva non ricordare l’amica Michela Murgia, soprattutto attraverso i suoi libri e la sua scrittura, di cui parleranno Marcello Fois, Alessandro Giammei e Bianca Pitzorno

Mantova, 30 agosto 2023. Sabato 9 settembre, alle 16.45 in piazza Castello, era previsto l’incontro di Michela Murgia a Festivaletteratura. Dopo la sua scomparsa lo scorso 10 agosto il Festival ha voluto che quell’incontro diventasse un’occasione per ricordarla. Insieme a Marcello Fois, che avrebbe dovuto intervistarla, saliranno sul palco Alessandro Giammei e Bianca Pitzorno, tre persone che – in modi diversi – le sono state vicine, per ricordare i suoi libri e tracciare l’eredità letteraria dell’amica scrittrice. L’intero ricavato dei biglietti verrà devoluto a Mediterranea Saving Humans, un’organizzazione che Michela Murgia aveva più volte sostenuto

Inevitabilmente si partirà da Accabadora, ormai considerato un vero e proprio classico, per percorrere poi i passi successivi dell’autrice: dai libri all’impegno politico, fino al ritorno alla narrativa con Tre ciotole.

L’organizzazione, coralmente, aggiunge

«Festivaletteratura era legato a Michela Murgia da una vera e sincera amicizia, fondata sulla reciproca stima. Nell’ultimo incontro con lei a Roma non solo aveva voluto restasse confermata la sua presenza, ma aveva proposto di aggiungere anche l’Accento dedicato ai BTS. Perché Michela Murgia era così: generosa, partecipe, impegnata, straripante nella sua energia e voglia di fare. Ci siamo dunque interrogati su cosa fare alla luce della sua scomparsa e abbiamo voluto fare tesoro del prezioso suggerimento di Chiara Valerio e immaginare un incontro che guardasse al futuro. La Michela Murgia social e televisiva infatti è stata spesso più conosciuta di quanto non sia stata effettivamente letta la Michela Murgia scrittrice. Abbiamo così deciso di riportare l’attenzione sui suoi libri, sulla sua scrittura, su quanto dunque di lei resta e resterà per tutti coloro che vorranno immergersi nelle sue parole profonde, necessarie, mai banali»

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Si conclude oggi la 27ª edizione di Festivaletteratura di Mantova

Un Festival che parla soprattutto ai e con i giovani, sempre forte di un programma di qualità, trasversale e con una vocazione sperimentale.

Raggiunte le 65.000 presenze negli incontri organizzati nei cinque giorni.

Già oggi Festivaletteratura guarda al futuro e all’edizione 2024 dal 4 all’8 settembre!

Credits: Festivaletteratura

Mantova, 10 settembre 2023. Dopo cinque giorni ricchi di incontri, spettacoli, concerti e percorsi animati, si conclude oggi la ventisettesima edizione di Festivaletteratura, che – per cercare di trovare le parole necessarie a leggere e raccontare il nostro tempo – non solo ha invaso le strade e le piazze di Mantova, ma si è spinta fuori dai suoi luoghi più “tradizionali”, coinvolgendo ad esempio la Scuola Pomponazzo e il quartiere Lunetta, e anche oltre i confini cittadini, raggiungendo L’Ossario di Solferino e L’osservatorio Astronomico di Gorgo (San Benedetto Po).

L’edizione 2023 – rispondendo come sempre alla poliedricità degli interessi del pubblico e continuando a percorrere la via della qualità – conferma la vocazione sperimentale: da sempre luogo fisico di incontro tra autori e lettori, negli ultimi anni Festivaletteratura ha raddoppiato gli sforzi per sperimentare nuove forme di interazione e partecipazione del pubblico, diventando un laboratorio di ricerca e di produzione culturale per far sì che le parole restino e continuino a raccontare.

Molti sono gli esempi di come il Festival si impegni sempre più nella produzione originale delle sue proposte, non limitandosi alla compilazione di un programma fatto di nomi ma offrendo contenuti, format e autentiche esperienze nate dal confronto con gli autori. Basti pensare all’escape room Ludmilla, realizzata in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino e ispirata a Se una notte d’inverno un viaggiatore – il romanzo di Calvino che più di ogni altro gioca con i meccanismi della creazione narrativa e l‘esperienza della lettura; il progetto Ekphrasis, in cui nove poeti si sono confrontati con gli affreschi di Giulio Romano a Palazzo Te e le opere di street art del quartiere Lunetta; il dibattito Oxford Style, in cui quattro relatori, divisi in due squadre, hanno esposto i loro argomenti pro e contro la necessità di fare affidamento sull’energia nucleare.

E ancora i Words Match, i confronti tra le parole trovate da lettrici e lettori under 20 nei romanzi, nelle poesie, nei graphic novel, nei film, nelle canzoni per parlare di grandi temi che li appassionano; la seconda edizione del Reading Slam, la competizione di consigli di lettura con quattro scrittori in gioco e un libro vincitore, decretato dal voto del pubblico presente sugli spalti; i djset della rassegna VOLUME!, che hanno tinto di blu Piazza Leon Battista Alberti, mettendo alla console e musiche che risuonano tra le pagine di certi romanzi.

Un’edizione che si è rinnovata anche grazie all’ascolto dei giovani: consigli, proposte, iniziative, sono state raccolte, valutate e accolte durante gli Stati Generali del Festival per renderlo sempre nuovo senza mai tradire la sua natura. Un’edizione che è stata raccontata anche su TikTok e Instagram da alcuni dei più influenti creator presenti a Mantova in questi giorni. Il diario appassionato delle giornate del Festival e dei suoi protagonisti sui social ha raggiunto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, sottolineando anche l’importanza dell’attività digitale della manifestazione.

A fronte di un programma con oltre 320 eventi e 350 autori e autrici italiani e internazionali, la partecipazione al Festival è andata ben oltre le aspettative, registrando 46.000 presenze negli eventi a pagamento e 19.000 agli incontri a ingresso libero organizzati nelle 5 giornate. Il dato rappresenta un aumento del 16% rispetto all’edizione 2022.

I video degli eventi trasmessi in streaming – gli eventi di piazza Castello, con grandi protagonisti della letteratura italiana e internazionale, e la spumeggiante serie degli accenti dalla Tenda Sordello, con pillole letterarie, microlezioni e varie amenità nel formato tascabile della mezz’ora – resteranno disponibili on demand sul canale YouTube di Festivaletteratura.

Anche quest’anno Festivaletteratura ha chiesto a un autore presente a Mantova un commento a caldo sulla ventisettesima edizione che si sta per chiudere. La scrittrice, drammaturga e traduttrice Elvira Mujčić ha ripercorso il giro del mondo proposto in queste giornate mantovane, tratteggiando lo spirito e le emozioni che caratterizzano le innumerevoli iniziative di Festivaletteratura.

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Mantova, 20 giugno 2023. Trovare le parole è la sfida che attraversa la ventisettesima edizione di Festivaletteratura che si terrà a Mantova da mercoledì 6 a domenica 10 settembre 2023, e che arriva in un momento storico in cui dare nome alle cose e a quanto ci succede intorno sembra sempre più arduo e ingannevole.

Presentazione della 27ª edizione di Festivaletteratura nei giardini di Palazzo Te a Mantova, 20 giugno 2023. Foto di Giuseppe Fraccalvieri

Mettere insieme le parole, provare a ricucirne il senso, misurarne la “tenuta” e farne dialogo è lo sforzo che da sempre impegna Festivaletteratura e si esprime nel chiamare autrici e autori da tutto il mondo, nell’aprire sempre nuovi spazi di ascolto e di scambio, nel tentare operazioni di aggancio più o meno ardite tra linguaggi e narrazioni diverse per leggere – attraverso la letteratura – una realtà che parla e ci sembra non dire.

Questa ricerca nell’edizione 2023 prende la forma di un possibile rovesciamento dei canoni sotto la spinta di generi, cittadinanze e appartenenze che si vanno ridefinendo; di un’inedita alleanza con le arti, per dare più forza ed evidenza alle parole e riportarle in piazza; di una partita da riaprire con la letteratura e la storia del nostro recente passato; di istanze sociali che premono per rientrare nel discorso collettivo; di modalità più intense e raccolte di confronto tra autori e lettori; di ragazze e ragazzi che per primi sentono l’urgenza di ritrovarsi nelle parole e al Festival arrivano desiderosi di interrogarle, ridiscuterne il significato, aprirle alla propria esperienza.

Spingersi in questa direzione porta Festivaletteratura anche a uscire dai suoi luoghi più “tradizionali” muovendosi dentro e fuori la città e insieme a lavorare sui tempi lunghi con centri di studio, musei e altre realtà per far sì che le parole restino e continuino a raccontare.

il racconto dei subcontinenti

Dall’India alle Americhe, dalle molte anime dell’Europa al Mediterraneo, il ricco panorama internazionale del Festival è un crocevia di presenze ormai emancipato da canoni letterari nazionali ed etichette della letteratura postcoloniale: prestiti, rimandi, citazioni e derivazioni rendono oggi ogni opera letteraria patrimonio comune. In una vasta proposta di narrativa che guarda a diversi contesti geografici, l’attenzione si rivolge soprattutto a scrittrici e scrittori del subcontinente indiano, capaci di raccontarne le molteplici e spesso tragiche contraddizioni, come lo srilankese Shehan Karunatilaka, vincitore del Man Booker Prize 2022, l’astro nascente del noir indiano Deepti Kapoor o Pankaj Mishra, tra i più brillanti saggisti e giornalisti indiani dei nostri giorni.

In un momento in cui è fondamentale ritrovare nella letteratura una risposta alla brutalità cieca della guerra, delle barriere e dei regimi autoritari, torna a Mantova il Premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk; largo spazio viene dato alle memorie della diaspora balcanica e albanese, che trova voce nel dialogo tra la scrittrice croata Ivana Bodrožić e Lella Costa o nell’incontro tra Gazmend Kapllani ed Elvira Mujčić. Le molte, diverse Americhe vivono nelle parole di Ken Kalfus e David Sedaris, in quelle dell’attivista cilena Cynthia Rimsky, e nelle peregrinazioni tra Sud America ed Europa raccontate dal romanziere Miguel Bonnefoy. Al ruolo della scrittura come intrinseca dissidenza intellettuale guarda invece l’intervento al Festival del narratore di origini turche Hakan Günday, mentre l’irlandese Audrey Magee discute insieme a Marcello Fois delle gabbie vernacolari di cui son spesso prigionieri gli abitanti di un’isola. Sul racconto della catastrofe, imminente o prossima ventura, si sofferma la saggista e narratrice statunitense Elvia Wilk. Autrice tra le più amate dal grande pubblico, arriva quest’anno al Festival Valérie Perrin.

(auto)narrazioni

Tra romanzi, autobiografie e memoir, la letteratura più recente sembra sempre più segnata dall’affermazione dell’autofiction, ovvero di quelle forme di narrazione in cui l’autore si pone come protagonista, instaurando una particolare interrelazione tra verità e finzione, deformazione del ricordo e proiezione del sé. A parlarne al Festival sono Paolo Giordano e Walter Siti, Emanuele Trevi e Francesco Piccolo, Marco Drago in dialogo con Marta Cai, nonché numerosi degli ospiti stranieri presenti in una serie di incontri che, tra ricordi familiari, amori e ossessioni adolescenziali, osservazione del quotidiano, disillusioni dell’età adulta e straordinarie colonne sonore, racconta l’insopprimibile tentativo di riappropriarsi della propria vita attraverso la parola, ma soprattutto tenta di guardare al presente e al recente passato con maggiore autenticità e nitidezza.

Di romanzi che prendono a prestito atmosfere, frammenti, situazioni, singoli episodi delle biografie personali o familiari per dare sostanza e colore all’impasto narrativo offrono diversa testimonianza le presenze in dialogo di Francesca Capossele e Silvia Di Natale, di Olga Campofreda e Mavie Da Ponte, e – sconfinando nei territori del fumetto – di Piersandro Pallavicini e Sualzo, di Vincenzo Latronico e Manuele Fior.

Calvino in gioco

Nel centenario della nascita di Italo Calvino non potevano mancare appuntamenti dedicati a uno dei più grandi scrittori del Novecento. Da Se una notte d’inverno un viaggiatore – il romanzo di Calvino che più di ogni altro gioca con i meccanismi della creazione narrativa e l‘esperienza della lettura nasce Ludmilla, l’escape room ideata e sviluppata dal collettivo di game designer We Are Muësli e aperta al pubblico già dal weekend antecedente a quello d’inizio ufficiale del Festival. Un’attigua “sala di atterraggio” realizzata in collaborazione con il Laboratorio Calvino, la Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori e altri archivi e istituzioni culturali – dopo l’esperienza di gioco consente di (ri)avvicinarsi all’autore grazie a una selezione di libri, documenti, recensioni, interviste video. Non mancano incontri con scrittori e studiosi come Greta Gribaudo, Marco Belpoliti, Silvio Perrella, Francesca Rubini e Domenico Scarpa per proporre alcune chiavi di lettura per ripercorrere i romanzi, i racconti e gli scritti critici di Calvino.

l’odissea romantica

Amati, citati, travisati, mitizzati: sono i letterati tedeschi che segnarono il passaggio dallo Sturm und Drang al Romanticismo, attraversando con audacia e giovanile ardore la transizione dal secolo dei Lumi all’età Napoleonica, e incidendo in maniera decisiva sull’estetica europea. Con gli eventi di l’odissea romantica, il Festival racconta l’identità intellettuale di nomi ormai scolpiti nella storia della letteratura e della filosofia – Goethe, Schiller, Hölderlin, Fichte, Schelling, Novalis, Schlegel partendo dalla pubblicazione del carteggio integrale tra Johann Wolfgang Goethe e Friedrich Schiller curato dai germanisti Maurizio Pirro e Luca Zenobi, ospiti di un incontro; per proseguire lungo un itinerario che riporta alla luce la straordinaria vitalità di una poetica dalle molte anime attraverso la performance sonora per voce, laptop e dischi curata dalla cantante e musicista NicoNote tra le quinte del Teatro Bibiena, e il suggestivo itinerario serale nei giardini di Palazzo d’Arco con lo scrittore Alberto Rollo e l’attore Giovanni Franzoni.

percorsi poetici

È una poesia che sfida, contesta i pregiudizi, grida contro la violenza, si interroga sulla letteratura, gareggia con l’arte visiva, si mette in gioco quella che attraversa questa 27ª edizione di Festivaletteratura. E se con il progetto Ekphrasis si fanno gareggiare la forza descrittiva della parola e quella dell’immagine pittorica, poeti di pagina e di palco si affrontano in Page vs Stage in una sfida all’ultimo verso. Non mancano appuntamenti dedicati ai più piccoli, tra cui i workshop di Junior Poetry Mag, prima rivista di poesia per ragazzi.

in dialogo con la letteratura

I classici, opere o autori che si illuminano ogni qual volta un lettore li riscopre come parte di sé, caratterizzano il Festival sin dalla sua genesi: anche in questa edizione, accanto all’ampio focus dedicato a Calvino, al romanticismo tedesco e alle scrittrici italiane del Novecento, sono numerosi gli incontri che leggono e rileggono storie di scrittura tra pièce memorabili e trame ingiustamente cadute nell’oblio, con una particolare attenzione alla letteratura tra Otto e Novecento.

Il teatro è uno dei luoghi privilegiati di questa esplorazione, dallo spettacolo di Roberto Abbiati dedicato a Franz Kafka al monologo Erodias che rivela il talento drammaturgico di Giovanni Testori, fino alla grand soirée con Luca Scarlini e i lettori della Compagnia della lettura incentrata sul Dizionario infernale di Jacques Albin Simon Collin de Plancy.

Con l’apporto degli allievi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, prosegue la riscoperta di Atti unici del ‘900 italiano, dedicati quest’anno a Ettore Petrolini, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Carlo Emilio Gadda, Ida Omboni e Paolo Poli.

Il dialogo sui libri, la critica letteraria e la prassi della scrittura è il leitmotiv di tre cicli di appuntamenti che dopo il successo delle passate edizioni tornano al Festival: la serie delle collane, organizzate in collaborazione con la Rete Bibliotecaria Mantovana, in cui autori ospiti vengono invitati a individuare parentele sorprendenti tra cinque o più titoli delle Biblioteche Baratta e Teresiana; la parte dei critici, serrata ricognizione di Vincenzo Latronico sullo stato di salute della critica letteraria; e gli incontri sul fuoco sacro della scrittura a cura di Christian Mascheroni ed Elsa Riccadonna.

Di vite tra i libri parleranno autori come Domenico Starnone, Teresa Cremisi e Francesco Permunian, mentre le vite e le opere di tre protagonisti indiscussi della letteratura mondiale – Fëdor Dostoevskij, Thomas Mann e Anna Achmatova – saranno oggetto degli interventi di Colm Tóibín e Paolo Nori. Alla collezione di libri viennesi per bambini dell’architetto e designer Otto Prutscher è dedicato l’incontro con James Bradburne.

Francesco Piccolo e il regista Mario Martone ci guidano alla (ri)scoperta della fitta rete di vicende pubbliche e private da cui nacquero 8 1/2 di Federico Fellini e Il Gattopardo di Luchino Visconti, mentre Giacomo Poretti conversa sulle sue interminabili avventure tra i libri insieme a Bruno Gambarotta.

strade gialle

Negli appuntamenti sul giallo dell’edizione 2023, il Festival dedica una particolare attenzione al rapporto quasi congenito tra questo genere e i media. In questo contesto, tra i tanti incontri, non potevano mancare due giganti del racconto mediatico delle pagine più buie e controverse della cronaca nera del nostro Paese: Carlo Lucarelli, voce e volto per oltre un decennio, del programma di culto Blu Notte, e il giornalista Stefano Nazzi, che con il popolarissimo podcast Indagini ha raccontato delitti entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo. Sul fronte internazionale spiccano gli incontri con la giovane autrice indiana Deepti Kapoor e con un giallista di razza come l’inglese Anthony Horowitz; mentre un amichevole duetto a tinte noir è quello offerto da Giancarlo De Cataldo e Alessandro Robecchi. Sul popolarissimo filone del giallo a fumetti si confrontano invece Luca Crovi e il disegnatore Daniele Bigliardo, mentre Donato Carrisi propone un’inedita lezione sulla paura.

nei corpi/sui corpi

È la letteratura, spesso, il mezzo che dà forma al vissuto del corpo: un corpo desiderante e desiderato, a volte sentito estraneo, spesso oltraggiato, mercificato, fatto oggetto di discriminazione; un corpo comunque fragile, che ci avvicina all’esperienza della fine.

Quest’anno il Festival si addentra nei territori di confine tra la vita e la morte, chiamando in causa insieme alla narrativa – la filosofia, la religione, la scienza e la psicologia. Tre incontri legati al progetto del Festival Staccando l’ombra da terra inaugurato lo scorso febbraio con un corso di lettura e scrittura e un ciclo di film dedicati al fine vita – vedono protagonisti lo psichiatra Paolo Milone, la poetessa Elia Malagò, la pastora della Chiesa Valdese di Mantova Ilenya Goss e la monaca buddhista Anna Maria Iten Shinnyo Marradi, la scrittrice Cristina Rivera Garza, che, come Antje Rávik Strubel, affronta il tema dalla prospettiva della violenza di genere. Al dolore, alla vecchiaia, alle fragilità dei corpi danno voce le presenze di Daniele Mencarelli, Michela Murgia, Lidia Ravera e Antonella Viola, così come l’incontro pensato in memoria di Ada D’Adamo.

Filippo Timi reinterpreta sul palco il mito novecentesco di Marilyn Monroe, emblema di un fascino irresistibile, vulnerabile, tragicamente umiliato; corpi percepiti come fuori dalla norma – per colore e misura – sono quelli raccontati da Anna Maria Gehnyei e Giulia Muscatelli; mentre la britannica Polly Barton propone una riflessione a più voci intorno al porno.

il posto delle donne

Aspettando il giorno in cui parlare di letteratura e arti “al femminile” sarà insensato quanto definire certi romanzi capisaldi della letteratura “al maschile”, il Festival torna su una parte importante della nostra recente storia letteraria rimasta ai margini del canone ufficiale proprio perché opera di donne. In continuità con l’edizione del 2022 che aveva reso omaggio alla figura di Maria Bellonci, quest’anno il Festival con Olga Campofreda e Francesca Massarenti entra nelle stanze di alcune eccezionali autrici del Novecento italiano da poco oggetto di nuove attenzioni editoriali: Alba de Céspedes (1911-1997), Dolores Prato (1892-1983), la romanziera napoletana Fabrizia Ramondino (1936-2008) e la geniale e cosmopolita Fausta Cialente (1898-1994).

Se un’attenzione particolare viene dedicata quest’anno al pensiero e all’opera di Carla Lonzi, con l’economista Azzurra Rinaldi, la sociologa Francesca Coin, la sociolinguista Vera Gheno, la scrittrice Melania G. Mazzucco, la filosofa Annarosa Buttarelli e la grecista Giulia Sissa si conversa di canoni segnati dal predominio maschile, dei limiti di pensiero entro cui la condizione femminile è rimasta troppo a lungo ingabbiata e privata di dignità, e dell’influenza della disparità di genere sul benessere economico.

spazio sociale

Attraverso un percorso di appuntamenti tra economia, diritti e trasformazioni sociali, il Festival attiva quest’anno un ideale laboratorio di riflessione su alcune urgenze sociali evidenti e spesso inascoltate. Molti i temi trattati: dal fenomeno delle grandi dimissioni raccontato dalla sociologa Francesca Coin al significato di inclusione e di discriminazione di genere in ambito economico con Fabrizio Acanfora e l’economista Azzurra Rinaldi, dal complesso tema dell’inflazione raccontato da Stefano Feltri fino al necessario discorso sulle carceri affrontato dal sociologo Luigi Manconi insieme a Zerocalcare. E ancora turistificazione, dematerializzazione dell’economia, crisi demografica, politiche abitative, futuro delle aree interne insieme a Sarah Gainsforth e la incessante fuga dei cervelli con Maria Castellito e la blogger Michela Grasso alias @Spaghettipolitics. Il filo rosso della pace tiene uniti il dialogo tra Tonio Dell’Olio e Guido Rampoldi, la testimonianza e i laboratori della Scuola di Pace di Montesole, l’azione di Michelangelo Pistoletto al Tempio di San Sebastiano; mentre una più larga riflessione sul significato di “credere” nel nostro tempo mette a confronto lo stesso Pistoletto con Matteo Zuppi.

giornalismo narrativo

Decimo compleanno per Meglio di un romanzo, il progetto di Festivaletteratura che dal 2014 sotto la guida di Christian Elia – invita autori tra i 18 e i 30 anni a sostenere progetti inediti di reportage narrativi di fronte a scrittori, giornalisti e addetti ai lavori in presenza del pubblico del Festival. Tra gli incontri pensati quest’anno per festeggiare Meglio di un romanzo, oltre alle tradizionali sessioni di pitching e alla presentazione dell’ultimo reportage vincitore, vanno ricordati la conversazione con due maestri internazionali del reportage narrativo come Cynthia Rimsky e Witold Szablowski, e un podcast speciale con molti protagonisti delle passate edizioni.

In programma anche numerosi appuntamenti che, attraverso la lente del giornalismo, mettono a fuoco le vicende cruciali che segnano il nostro tempo: oltre ai già ricordati incontri sui temi delle migrazioni, della giustizia climatica, della gentrificazione fuori controllo dei tessuti urbani e di abbandono delle aree interne, va segnalato quello sulle macromafie, con Floriana Bulfon e Antonio Talia; mentre a più ampie geografie guardano i reportage di Witold Szablowski e Patrik Svensson.

passato (e trapassato) prossimo

Festivaletteratura non smette di confrontarsi con la storia, alla continua ricerca di ragioni e chiavi di lettura per quello che accade oggi o è appena accaduto. Tra storie personali, cronache e documenti pubblici si discute di Anni Ottanta, guardando alla nascita di esperimenti espressivi ancora modernissimi come la rivista di culto Frigidaire con Vincenzo Sparagna, al dilagare della tossicodipendenza con Giulia Scomazzon e Vanessa Roghi, e alla tragica parabola discendente del terrorismo con Carole Beebe Tarantelli e Alessandro Portelli; ma si parla anche dei primi vent’anni di questo XXI secolo, dalle Torri Gemelle ai meme, con Alessandro Barbero, Mattia Salvia e Ivan Carozzi, o si retrocede sulla linea del tempo per tornare al disastro del Vajont con Mauro Corona, alle conseguenze delle leggi razziali italiane nell’incontro intorno all’archivio EGELI, ai fasti dell’antico Ghetto di Mantova con Paolo Bernardini e Stefano Scansani. Un peso particolare, per il legame con il territorio mantovano, assume l’omaggio del Festival nel centenario della nascita a Gianni Bosio, straordinaria figura di scrittore, militante politico, animatore culturale, studioso della cultura popolare e della tradizione orale.

migrazioni naturali

La migrazione ha creato il mondo”, scrive Ruth Padel, è una sorta di filo rosso che lega il viaggio originario delle cellule, le migrazioni animali e le diaspore umane. Questo parallelismo è anche la chiave dell’incontro della poetessa inglese con lo scienziato Telmo Pievani, uno degli appuntamenti previsti al Festival sul tema delle migrazioni. Sulla complessità della condizione di migrante e della necessità di cambiare prospettiva nella valutazione del fenomeno, intervengono la scienziata inglese Gaia Vince, che affronta il tema delle migrazioni climatiche, così come Fabrizio Gatti e Maurizio Pagliassotti, testimoni dei muri letterali o metaforici innalzati dall’Europa e dalle singole comunità.

intelligenze

Gli ultimi mesi hanno visto l’esplosione del dibattito intorno alle intelligenze artificiali: tecnologie come ChatGPT e altre IA generative sono state messe a disposizione del grande pubblico, che ne ha scoperto con meraviglia le fantascientifiche potenzialità ma ne ha intuito anche, con certa preoccupazione, inquietanti prospettive. Tra gli eventi dedicati alla necessaria riflessione sul tema delle intelligenze umane, post-umane e non umane, vanno segnalati quelli con il neuroscienziato Gerd Gigerenzer, con l’esperto di IA Nello Cristianini e con lo scrittore e artista James Bridle. Sulla necessità di coltivare un atteggiamento consapevole nei confronti della tecnologia si soffermano Chiara Valerio, Carlo Milani e il CIRCE (Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche), attraverso laboratori e lezioni rivolti a adulti e ragazzi. Nell’intersezione tra tecnologia e geopolitica si incontrano Alessandro Aresu e Simone Pieranni per parlare della guerra dei microprocessori tra Cina e Stati Uniti. All’intelligenza del mondo e delle sue leggi fondamentali sono dedicati gli interventi di Paolo Zellini (sul teorema di Pitagora) e di Guido Tonelli (sulla materia).

consapevolezza verde

Anche quest’anno con consapevolezza verde il Festival si occupa di emergenza climatica e di quella transizione energetica non più rimandabile se si vuole contenere il riscaldamento globale. Questa sezione del programma comprende una serie di lavagne – le lezioni a cielo aperto di Piazza Mantegna – dedicate alle sfide tecnologiche della decarbonizzazione in cui Gianluca Ruggieri, Gianni Silvestrini, Nicola Armaroli, Gianfranco Pacchioni e Ferdinando Cotugno insegnano al pubblico a orientarsi tra fondamenti scientifici, potenzialità e limiti delle possibili soluzioni. Spazio anche al nucleare con un dibattito Oxford Style con quattro relatori, due pro e due contro, ma anche a temi più ampi come biodiversità, acqua, paesaggio, mobilità sostenibile, giustizia climatica altrettanto fondamentali per la sfida ambientale contemporanea, di cui discutono tra gli altri i fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, lo scrittore Daniele Rielli, il nivologo Michele Freppaz, il giornalista Federico Ferrazza, l’esperto di storia del paesaggio Mauro Agnoletti e Giorgio Vacchiano. Tra gli ospiti anche la giovane divulgatrice e attivista Sofia Pasotto che conduce Altra marea, una serie di interviste ad autori e autrici sul tema della giustizia climatica.

pensieri in esercizio

Dopo due edizioni trascorse a raccogliere idee per la scuola del futuro, grazie al progetto del Comune di Mantova Generare il futuro, il Festival entra nella Scuola Pomponazzo e la trasforma in uno spazio per incontri altamente interattivi in cui il pensiero diventa protagonista. Con pensieri in esercizio all’abituale dimensione delle piazze e dei teatri il Festival sostituisce quella più raccolta della classe, in cui adulti e ragazzi si misurano con l’uso della tecnologia, le idee di comunità, l’educazione attraverso le piante nei workshop con Beate Weyland, Irene Fabbri, Michela Marton, Lorenzo Chicchi e il collettivo CIRCE e la Scuola di Pace di Montesole, o partecipano a lezioni “orizzontali” costruite come riflessioni dialoganti su temi come violenza di genere, confini e responsabilità sociale della scienza e tenute, tra gli altri, da Vera Gheno, Elvira Mujčić, Gianfranco Pacchioni e Telmo Pievani. Accanto agli incontri, il Museo delle Cose Possibili, a cura di Monica Guerra, Lola Ottolini, Lula Ferrari e l’Associazione May, cerca di creare con i contributi del pubblico del Festival una collezione di idee potenziali, risorse da condividere, memorie da mettere a frutto per il futuro che ci attende.

adolescenti al festival

Alla ricerca di parole, storie, rappresentazioni che li aiutino a entrare in relazione, convivere, combattere con la realtà che li circonda, ragazze e ragazzi trovano in questa edizione diverse occasioni di confronto.

Intorno a tre questioni per loro particolarmente sensibili – scuole, generi e cittadinanze – lettrici e lettori under 20 intendono ingaggiare al Festival tre words match con Alfredo Palomba e Domenico Starnone (scuole), Randa Ghazy e Manuela Manera (generi), Gazmend Kapllani e Annamaria Gehnyei (cittadinanze) a partire da romanzi, poesie, graphic novel, film, canzoni che si richiamano a quei temi.

Accanto agli incontri con Kevin Brooks e Annet Schaap, stelle della letteratura internazionale under 20, una piccola sezione intergenerazionale si sofferma su graphic novel e dintorni, presentando come protagonisti Leo Ortolani, Teresa Radice, Stefano Turconi e Marco Magnone.

Passports – il percorso su identità migranti e nuovi italiani nato dal progetto europeo Read On quest’anno assume la forma di un laboratorio condotto da Grace Fainelli e Manuela Manera dedicato alle parole di frontiera e di una serie di incontri dedicati al conflitto culturale tra adolescenti e adulti, al modo di raccontare le migrazioni tra mediazione letteraria e cruda testimonianza, alla capacità del fumetto di dare voce a chi è straniero nel nostro Paese.

A Piazza Alberti riapre Area 6, centrale operativa delle iniziative rivolte agli adolescenti e collegate al progetto i 6 gradi della lettura che coinvolge il Festival con il Comune di Mantova e Cooperativa Charta. Qui i giovani lettori possono trovare una biblioteca temporanea con i libri delle bibliografie di words match e quelli segnalati attraverso Read More – l’attività di libera lettura promossa nelle scuole secondarie da Festivaletteratura, arrivata alla sua sesta edizione – nonché alcune occasioni per conoscere coraggiose e inusuali esperienze di lettura con e tra i ragazzi svolte in tutta Italia.

Tornano al Festival anche gli appuntamenti di blurandevù, le interviste ad autrici e autori realizzate dai giovani volontari, assistiti quest’anno da Espérance Hakuzwimana.

bambini in movimento

Bambine e bambini invadono anche quest’anno la Casa del Mantegna. La dimora del grande artista del Rinascimento si prepara ad accogliere autori e artisti provenienti da tutto il mondo e lettrici e lettori under 12 allestendo nel giardino una tenda per gli incontri, una libreria e un’area ristoro e al primo piano uno spazio per laboratori, performance e animazioni. Il piano terreno ospita invece – dopo tre anni di assenza – la grande giostra di Girotondo, il percorso dalla struttura circolare che quest’anno i dipartimenti didattici di Collezione Peggy Guggenheim, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Museo tattile statale Omero, Palazzo delle Esposizioni e Triennale Milano trasformano in un museo senza museo dove giocare, pensare, parlare, inventare, attivare i sensi con e intorno all’Arte.

Il programma per i bambini quest’anno è tutto incentrato sull’ampliamento dei propri orizzonti, comprendendo percorsi tra arte e scienza alla scoperta delle stelle, attraverso le stanze di Palazzo d’Arco e Palazzo Ducale e l’Osservatorio Astronomico di Gorgo di San Benedetto Po, incontri dedicati ad avventure in terre esotiche e misteriose con Laura Ogna, Marco Paci e Anselmo Roveda o tra le mappe della Biblioteca Teresiana, e ancora storie di paura con Manlio Castagna e percorsi alla scoperta della Natura in città con Gianumberto Accinelli.

Molti gli appuntamenti con autori e autrici internazionali, da quelli con Anthony Horowitz e Aina Bestard al focus dedicato alla letteratura olandese realizzato nell’ambito di FuturoPresente, programma speciale per la promozione delle arti tra le nuove generazione dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia e di quattro grandi istituzioni culturali olandesi (Performing Arts Fund NL, Dutch Foundation for Literature, Cultural Participation Fund, SeeNL) –, che vede coinvolti Enne Koens, Edward van de Vendel e il performer Ton Meijer, protagonista al Teatro Bibiena di uno spettacolo dedicato alla musica operistica.

Tra le tante attività della Casa del Mantegna anche la seconda edizione del Reading Slam, una competizione di consigli di lettura con quattro scrittori in gioco, tra cui Igiaba Scego e Carlo Lucarelli, e un libro vincitore, decretato dal voto del pubblico presente sugli spalti. E ancora una nutrita serie di conversazioni tra scrittori e ragazzi, in cui sono coinvolti tra gli altri Fabrizio Acanfora, Nadia Terranova e Silvia Vecchini; workshop che toccano quest’anno i temi della pace, della cucina naturale, della fotografia e del fumetto.

tra arte e letteratura

Nel corso degli anni il Festival ha continuamente esplorato i territori delle arti figurative, della fotografia, del design, e anche quest’anno sono molti gli appuntamenti portano l’Arte non solo come tema ma come voce in campo: Michelangelo Pistoletto torna in città dopo vent’anni per cucire un grande stendardo per la pace nel Tempio di San Sebastiano, mentre Roberto Conte innalza in Piazza Sordello un grande tiglio su cui raccogliere parole capaci di ricordare la fragilità della natura e insieme la nostra.

Parola poetica e arte figurativa si sfidano nel progetto Ekphrasis, in cui nove poeti si confrontano con gli affreschi di Giulio Romano a Palazzo Te e i murales del quartiere cittadino di Lunetta, mentre come già ricordato Girotondo coinvolge le sezioni didattiche di alcuni dei più importanti musei italiani, e alla Scuola Pomponazzo il Museo delle Cose Possibili espone idee per il futuro.

Un focus speciale viene dedicato in questa edizione alla critica d’arte e femminista Carla Lonzi che comprende, tra le altre iniziative, una conferenza spettacolo di Lunetta Savino e Viola Lo Moro e un incontro sull’attualità del suo pensiero con Laura Iamurri, Luca Scarlini, Carla Subrizi ed Elvira Vannini –, mentre altri incontri sono dedicati a figure di artisti eclettici e inclassificabili come Jean Cocteau e Toti Scialoja e ad architetti come Marc Sadler, ospite al Festival, e Angelo Mangiarotti. Architettura e letteratura saranno nuovamente in dialogo nei due appuntamenti di città-mondo, che ci portano quest’anno a Parigi con Umberto Napolitano e a Tunisi con Karim Chaabane.

colonne sonore

Per tre sere in Piazza Alberti la rassegna Volume, ideata in collaborazione con la webradio Radio Raheem, porta tre DJ Giulia Cavaliere, Ninette e Vittorio Gervasi aka Jazz Hunters – alla console per mettere le musiche che risuonano tra le pagine di certi romanzi, dalla Rimini di Pier Vittorio Tondelli, alla Giamaica rarefatta di Marlon James, alle fumose jazz caves di San Francisco di Jack Kerouac.

Tornano anche le lavagne musicali in Piazza Mantegna con Marco Drago, Giulia Cavaliere e Dario Falcini, fatte per aprire mente e orecchio, in un viaggio nella musica popolare degli ultimi decenni da Frank Zappa al rap italiano. Il Teatro Bibiena torna a essere spazio di dialogo tra musica e letteratura ospitando, tra gli altri eventi, un bonus track d’eccezione con la cantautrice italo-palestinese Laila Al-Habash e lo scrittore Jonathan Bazzi, protagonisti di un incontro tra parole e musica, e un dialogo dello storico Alessandro Vanoli con i dodici pezzi eseguiti dal Trio Icarus Ensemble di Le stagioni di Čajkovskij, per raccontare la storia del clima e delle stagioni.

La musica sarà presente in altri luoghi e contesti del Festival, come nell’incontro di Inedita energia, che vedrà la partecipazione quest’anno di diversi personaggi legati al mondo musicale, con l’immancabile Neri Marcorè a dirigere il traffico; nel dialogo sui temi dell’accoglienza e della fragilità che unisce Marco Annoni e il cantautore Niccolò Agliardi; la lettura concerto che Giancarlo De Cataldo, insieme al quintetto Alkord, dedica a Giuseppe Mazzini sul sagrato dell’Ossario di Solferino.

pagine dello sport (e della cucina)

Lo sport, grande fucina di narrazioni dei nostri tempi, torna sul palco del Festival grazie a Federico Buffa, che incontra uno dei quattro uomini più veloci d’Italia, il campione olimpico Filippo Tortu; mentre Tiziana Scalabrin intervisterà Sara Gama, capitana della nazionale italiana di calcio. Una serie di appuntamenti realizzati con la redazione del magazine online Ultimo Uomo torna su appassionanti vicende sportive del passato: la tempestosa rivalità tra due leggende dell’apnea come Enzo

Maiorca e Jacques Mayol, quella tra Bjorn Borg e John McEnroe sui campi da tennis, e la straordinaria carriera della campionessa di ginnastica artistica Nadia Comaneci. Non mancano storie inusuali come quella che unisce uno sfortunatissimo astronomo del Settecento ad alcuni impareggiabili perdenti del ciclismo raccontata da Leonardo Piccione, e una lavagna con Emanuele Atturo dedicata al modo in cui certe tecnologie stanno cambiando il futuro del calcio.

Passando dai campi da gioco alle cucine, Luca Cesari si destreggia tra pizza e maccheroni, Giuseppe Barbera traccia una storia culturale, botanica ed economica degli agrumi, mentre Corrado Assenza ragiona insieme a Marco Malvaldi su cucina, territori e comunità planetaria.

Anche per questa edizione il programma cartaceo di Festivaletteratura, strumento indispensabile per navigare e vivere la manifestazione, torna come piccolo catalogo completo delle schede di tutti gli appuntamenti con una copertina disegnata da Nicola Giorgio, che sarà presentato nella seconda metà di luglio.

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Le autrici e gli autori di Festivaletteratura 2023 – 27ª edizione

(*elenco aggiornato a mercoledì 12 luglio 2023)

A

Roberto Abbiati, Fabrizio Acanfora, Gianumberto Accinelli, Niccolò Agliardi, Mauro Agnoletti, Laila Al Habash, Marianna Albini, Marco Annoni, Antigone, Chiara Araldi, Marco Archetti, Alessandro Aresu, Nicola Armaroli, Corrado Assenza, Associazione May, Emanuele Atturo,

B

Marta Bacigalupo, Dino Baldi, Federica Baraldi, Giuseppe Barbera, Alessandro Barbero, Polly Barton, Chiara Basile, Federico Batini, Jonathan Bazzi, Marco Belpoliti, Leila Belhadj Mohamed, Silvia Bencivelli, Marco Belpoliti, Takoua Ben Mohamed, Luca Paolo Bernardini, Stefania Bertola, Costanza Bertolotti, Aina Bestard, Alice Bigli, Daniele Bigliardo, Majid Bita, Simonetta Bitasi, Camillo Boano, Ivana Bodrožić, Miguel Bonnefoy, Francesco Bottin, Luca Bottura, James Bradburne, James Bridle, Annarita Briganti, Kevin Brooks, Lochlan Brown, Brunori Sas, Piero Brunello, Samantha Bruzzone, Annalisa Bucchieri, Federico Bucci, Elisabetta Bucciarelli, Federico Buffa, Federica Buglioni, Floriana Bulfon, Giulio Busi, Federico Butera, Annarosa Buttarelli,

C

Francesca Caferri, Marta Cai, Jean-Marc Caimi, Ilaria Campani, Olga Campofreda, Chandra Livia Candiani, Francesca Capossele, Luigi Caracciolo, Emmanuela Carbè, Ivan Carozzi, Donato Carrisi, Mircea Cărtărescu, Manlio Castagna, Maria Castellitto, Giulia Cavaliere, Aisha Cerami, Luca Cesari, Karim Chaabane, Gaia Clotilde Chernetich, Lorenzo Chicchi, Massimo Cirri, Jonathan Coe, Francesca Coin, Roberto Conte, Giorgiomaria Cornelio, Mauro Corona, Lella Costa, Pino Costalunga, Ginevra Costantini Negri, Ferdinando Cotugno, Teresa Cremisi, Nello Cristianini, Luca Crovi,

D

Marco DOttavi, Mavie Da Ponte, Giancarlo De Cataldo, Noemi De Lisi, Antonio De Rossi, Eugenio De Signoribus, Jean-Baptiste Del Amo, Marco Del Corona, Tonio DellOlio, Fabio Deotto, Giacomo Destro, Tommaso Di Dio, Silvia Di Natale, Marco Dotti, Marco Drago, Gianni Dubbini Venier, Federica Duras,

E

Christian Elia,

F

Irene Fabbri, Marco Faggioli, Grace Fainelli, Dario Falcini, Cecilia Fasciani, Paolo Febbraro, Stefano Feltri, Chiara Fenoglio, Dario Ferrari, Lula Ferrari, Federico Ferrazza, Roberto Festa, Beppe Finessi, Manuele Fior, Natascha Fioretti, Eleonora Fisco, Peter Florence, Federico Floriani, Marcello Fois, Federica Fracassi, Giovanni Franzoni, Michele Freppaz,

G

Sarah Gainsforth, Umberto Galimberti, Carmen Gallo, Sara Gama, Bruno Gambarotta, Matteo Gaspari, Fabrizio Gatti, Sara Gedeone, Anna Maria Gehnyei, Fernando Gentilini, Vittorio Gervasi, Randa Ghazy, Vera Gheno, Alessandro Giammei, Gerd Gigerenzer, Paolo Giordano, Wlodek Goldkorn, Ilenya Goss, Michela Grasso, Greta Gribaudo, Gian Marco Griffi, Gud, Monica Guerra, Hakan Günday,

H

Espérance Hakuzwimana, Anthony Horowitz,

I

Laura Iamurri, Egidio Ivetic,

K

Ken Kalfus, Gazmend Kapllani, Deepti Kapoor, Shehan Karunatilaka, Angelica Kaufmann, Enne Koens,

L

La Compagnia della lettura, Vincenzo Latronico, Viola Lo Moro, Giuliano Logos, Alberto Lot, Carlo Lucarelli, Ludosofici,

M

Audrey Magee, Camillo Magni, Marco Magnone, Valerio Magrelli, Germano Maifreda, Elia Malagò, Marco Malvaldi, Luigi Manconi, Manuela Manera, Francesca Mannocchi, Gaia Manzini, Federica Manzon, Matteo Marchesini, Neri Marcorè, Anna Maria Shinnyo Marradi, Michela Marton, Mario Martone, Christian Mascheroni, Francesca Massarenti, Tonia Mastrobuoni, Grammenos Mastrojeni, Francesca Matteoni, Paola Maugeri, Melania G. Mazzucco, Tom Meijer, Daniele Mencarelli, Alessandro Mercatelli, Matteo Miavaldi, Rita Miglietta, Carlo Milani, Paolo Milone, Luca Misculin, Pankaj Mishra, Luca Molinari, Ericavale Morello, Dario Moretti, Davide Morosinotto, Eugenia Morpurgo, Eloisa Morra, Elvira Mujčić, Michela Murgia*, Giulia Muscatelli,

N

Giuseppe Francesco Nallo, Umberto Napolitano, Stefano Nazzi, Guadalupe Nettel, Niconote, Ninette, Paolo Nori, Marco Nucci,

O

Laura Ogna, Naomi Oreskes, Leo Ortolani, Alba Ospina Dominguez, Lola Ottolini,

P

Gianfranco Pacchioni, Marco Paci, Ruth Padel, Maurizio Pagliassotti, Piersandro Pallavicini, Alfredo Palomba, Andrea Pareschi, Luca Pareschi, Sofia Pasotto, Francesco Permunian, Silvio Perrella, Valérie Perrin, Agostino Petrillo, Valentina Piccinni, Leonardo Piccione, Francesco Piccolo, Simone Pieranni, Paolo Pietroni, Telmo Pievani, Antonio Amadeus Pinnetti, Maurizio Pirro, Michelangelo Pistoletto, Bianca Pitzorno, Irene Pollastro, Nicolò Porcelluzzi, Giacomo Poretti, Alessandro Portelli, Antonio Prete, Rosella Prezzo, Laura Pugno,

Q

Quintetto Alkord,

R

Julya Rabinowich, Teresa Radice, Guido Rampoldi, Claudia Rankine, Anna Ravelli, Lidia Ravera, Eric Reddet, Simone Rega, Eric Reddet, Elsa Riccadonna, Daniele Rielli, Silvia Righi, Ilaria Rigoli, Francesca Rigotti, Cynthia Rimsky, Azzurra Rinaldi, Cristina Rivera Garza, Alessandro Robecchi, Vanessa Roghi, Alberto Rollo, Anselmo Roveda, Francesca Rubini, Gianluca Ruggieri, 

S

Gaia Sabbatini, Marc Sadler, Vera Salton, Mattia Salvia, Donatello Santarone, Lunetta Savino, Tiziana Scalabrin, Stefano Scansani, Luca Scarlini, Domenico Scarpa, Igiaba Scego, Annet Schaap, Johannes Schlosser, Giulia Scomazzon, Mariamargherita Scotti, Scuola di Pace di Montesole, David Sedaris, Giorgia Serughetti, Gianni Silvestrini, Giampaolo Simi, Andreea Simionel, Giulia Sissa, Walter Siti, Paola Somenzi, Antonio Spadano, Vincenzo Sparagna, Paola Splendore, Domenico Starnone, Delfina Stella, Marijje van Stralen, Antje Rávik Strubel, Studio Obelo, Sualzo, Carla Subrizi, Stella Succi, Patrik Svensson, Witold Szablowski,

T

Alessia Tagliaventi, Antonio Talia, Carole Beebe Tarantelli, Nadia Terranova, Filippo Timi, Colm Tóibín, Olga Tokarczuk, Nicolò Tomassini, Guido Tonelli, Elena Tonello, Alice Torreggiani, Filippo Tortu, Emanuele Trevi, Trio Icarus Ensemble, Alessandro Triulzi, Agnese Trocchi, Stefano Turconi,

U

Georgiana Ursache,

V

Giorgio Vacchiano, Chiara Valerio, Marijje van Stralen, Elvira Vannini, Alessandro Vanoli, Silvia Vecchini, Federica Velonà, Edward van de Vendel, Roberta Venditti, Gaia Vince, Antonella Viola, Itala Vivan, Giulia Vola, 

W

Beate Weyland, We are Müesli, Elvia Wilk,

Y

Paule Yao,

Z

Alessandro Zaccuri, Corinne Zanette, Paolo Zellini, Luca Zenobi, Zerocalcare, Bruno Zocca, Matteo Zuppi.

*L’evento resta in programma e presto verranno date comunicazioni più dettagliate

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I formati speciali di Festivaletteratura 2023 – 27ª edizione

ACCENTI

A volte per cambiare la prospettiva basta un accento. Messo al posto giusto, alla Tenda Sordello, come fa Festivaletteratura da oltre dieci anni. Un blister di pillole di trenta minuti (a volte qualcosa in più) per dar tono alla giornata, tra spunti filosofici, istantanee dal mondo, piccole lezioni di letteratura, momenti di puro divertimento.

Gli Accenti nascono da un lato per intercettare curiosità volatili – quelle del pubblico che arriva al Festival all’ultimo minuto, senza sapere bene dov’è e che cosa l’aspetta – e dall’altro per dare spazio a passioni nascoste, progetti in divenire, testi con troppa fretta dimenticati di scrittori, artisti e altri ospiti del Festival.

Gli Accenti sono in genere brevi monologhi, ma le eccezioni sono la regola, ed ecco che ai più frequenti assoli si affiancano dialoghi serrati, trii o persino intere orchestre danzanti. Nella varietà di argomenti e protagonisti e nella concitazione del loro succedersi, gli Accenti rispecchiano l’interesse onnivoro e inappagabile del Festival verso le più diverse espressioni della letteratura e dei saperi.

Anche il programma degli Accenti – come quello delle Lavagne – comprende delle piccole sottosezioni. L’edizione 2023 prevede la serie dedicata alle sfide sportive in collaborazione con la redazione di L’Ultimo Uomo, i tre dialoghi di Altra Marea sulla giustizia climatica condotti da Sofia Pasotto, i due appuntamenti di due città e l’Italia in mezzo con Sarah Gainsforth, su politiche abitative e uso del territorio, e gli Accenti in lingua, incontri con scrittori stranieri senza servizio di interpretazione consecutiva in italiano.

Tra gli ospiti 2023 alla Tenda Accenti segnaliamo Marco Malvaldi, Francesca Rigotti, Zerocalcare, Rosella Prezzo, Teresa Cremisi, Chiara Valerio, Igiaba Scego, Dino Baldi, Marco Archetti, Antonio Talia, Alessandro Giammei. A completare il programma sono i due profili d’artista su Jean Cocteau (con Luca Scarlini e Marco Dotti) e Toti Scialoja (con Eloisa Morra), l’accento disneyano di Marco Nucci dedicato a Gastone, il fortunato cugino di Paperino, il dibattito sul successo dei podcast con Stefano Nazzi, Luca Misculin e Giulia Cavaliere, l’omaggio a Gianni Bosio con Alessandro Portelli. Tra gli autori che interverranno agli Accenti in lingua è confermata la presenza di David Sedaris. Tutti gli Accenti sono a ingresso libero.

LAVAGNE

Era l’autunno del 2008 quando, sull’onda di una protesta contro un piano di tagli ai fondi per l’Università, studenti e docenti di vari atenei decisero di tenere le loro lezioni in piazza. Con la discesa nello spazio pubblico i fautori di quella “università all’aperto” volevano affermare il valore civile della trasmissione dei saperi e della produzione scientifica, e al tempo stesso uscire dalle aule accademiche – a volte troppo chiuse in sé stesse – per entrare in dialogo con il mondo esterno e mettere alla prova il senso e i risultati della propria ricerca. Trovarsi di fronte, in quelle lezioni improvvisate, persone attente ma prive di un solido background di studi scientifici, poneva il problema di come parlare di scienza per parlarne a tutti. Da quella breve stagione “libertaria” hanno preso ispirazione le Lavagne, una serie di lezioni en plein air entrate a far parte del programma di Festivaletteratura dall’edizione 2010.

Le Lavagne si tengono in una piazza di facile accesso nel cuore del centro storico della città, per favorire il massimo concorso di pubblico. Il “docente” parla da una pedana posta in mezzo alla piazza, e le persone si dispongono tutte intorno creando una sorta di anfiteatro: nessuna cattedra e uno spazio completamente aperto, per aprire lascienza atutti.

Chi tiene la lezione ha a disposizione soltanto una lavagna d’ardesia e un pezzo di gesso, per spogliare l’esposizione di qualsiasi inutile sofisticazione e portarla ad adottare un linguaggio chiaro, forte, diretto e mai banale. La sfida, per chi è alla lavagna, è di trovare nuove forme di racconto per illustrare principi primi, problemi, teoremi, ipotesi scientifiche, capaci di coinvolgere un pubblico ampio e metterlo in grado di comprendere e fare proprio questo nuovo sapere.

Il programma delle Lavagne comprende per ciascuna edizione del Festival tra i 10 e i 15 appuntamenti. Ogni lavagna ha una durata di circa un’ora e viene affidata in genere a un diverso relatore, lasciando piena libertà nella scelta dell’argomento. Dal 2011 al 2021 (unica interruzione nel 2020 a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia) le aree di ricerca attraversate sono state le più disparate, dalla chimica di base alla fisica quantistica, dalle neuroscienze all’intelligenza artificiale, dall’astronomia alla bioingegneria, e numerose altre ancora con incursioni in territori più o meno limitrofi come la linguistica, l’economia, la geografia, la musica, la retorica classica, la tattica sportiva.

In questo senso le Lavagne si propongono come una moderna enciclopedia dal vivo, con continui rimandi da una voce all’altra, senza paura di affrontare con metodo scientifico materie apparentemente altre. Non di minore importanza è il collegamento tra le Lavagne e le altre iniziative di divulgazione scientifica presenti al Festival: ricercatori, studiosi ed esperti impegnati nelle lezioni in piazza nello stesso anno hanno spesso tenuto altri incontri e laboratori, rafforzando il carattere unitario della proposta complessiva del Festival e creando un virtuoso effetto di trascinamento del pubblico da un evento all’altro.

Nel 2023 le lavagne restano nella loro sede “naturale” di Piazza Mantegna, di fronte alla facciata della Basilica di Sant’Andrea. Una serie speciale di lavagne è dedicata alle sfide tecnologiche richieste dalla decarbonizzazione (con Nicola Armaroli, Ferdinando Cotugno, Gianfranco Pacchioni, Gianluca Ruggieri e Gianni Silvestrini), mentre su forme e fenomeni della musica pop degli ultimi decenni argomentano Giulia Cavaliere, Marco Drago e Dario Falcini.

Le altre lavagne vedono protagonisti Emanuele Atturo, Silvia Bencivelli, Carlo Milani, Antonella Viola e Paolo Zellini.

BLURANDEVÙ

Un gruppo di ragazzi animati da una grande passione per la lettura e abbastanza disinvolti da non lasciarsi intimidire dal palcoscenico, una guida capace di prepararli all’incontro capace di farsi da parte al momento opportuno, uno scrittore disposto a mettersi in gioco e a farsi sorprendere dai propri intervistatori: questi sono gli ingredienti per un blurandevù di successo!

Da oltre 15 anni nel programma di Festivaletteratura (e da quest’anno parte integrante del progetto I 6 gradi della lettura), blurandevù è una serie di incontri con autori che vede impegnati nel ruolo di conduttori alcuni giovani, intraprendenti lettori di età compresa tra i 16 e i 20 anni. Sul palco di blurandevù sono passati negli anni affermati scrittori italiani e internazionali, personaggi dello spettacolo, artisti: per molti di loro, questa intervista decisamente fuori dai canoni ha rappresentato una delle esperienze più forti vissute al Festival (e non solo).

Blurandevù vede impegnati ogni anno tra i 10 e i 12 ragazzi, selezionati tra coloro che ne fanno richiesta nella normale domanda di volontariato al Festival. Il gruppo si ritrova già prima dell’inizio della manifestazione per sottoporsi a un training intensivo (a volte preceduto da un programma di letture e ricerche estive), in cui i ragazzi hanno la possibilità di dedicarsi senza tregua alla costruzione dei quattro incontri loro assegnati.

Il laboratorio vuole essere non tanto una “scuola” per conduttori, ma piuttosto un’occasione di relazione, di scoperta e di confronto attraverso i libri e la letteratura davvero unica per chi vi partecipa. A condurre questo training formativo è un team di guide esperte nella conduzione di gruppi capitanato da uno scrittore, chiamato non tanto a insegnare la formula dell’intervista perfetta, quanto a far emergere le parole, le passioni, gli interessi grazie ai quali i ragazzi potranno arrivare ad un incontro veramente significativo – per loro stessi e per il pubblico – con chi avranno di fronte.

Lo scrittore intervistato gioca peraltro un ruolo non secondario. Non è necessario che si tratti di un autore molto conosciuto tra i giovanissimi: spesso anzi sono risultati più entusiasmanti per il pubblico – e per i ragazzi stessi – i confronti con saggisti o grandi vecchi della letteratura. È la capacità di ascolto, di non temere domande imprevedibili e spiazzanti, di aprirsi ai ragazzi a rendere uno scrittore ideale per blurandevù.

Gli ospiti di blurandevù 2023 sono Laila Al Habash, Randa Ghazy, Vera Gheno e Daniele Mencarelli. A guidare il training dei ragazzi è la scrittrice Espérance Hakuzwimana.

LE COLLANE

I libri stanno bene insieme. Parlano tra loro di continuo, e appena ne arriva uno nuovo, eccolo subito entrare nella conversazione senza tante cerimonie. Nelle biblioteche sembrano starsene tutti educati al loro posto, ma in realtà non è così. Basta un lettore per far avvicinare volumi fisicamente distanti e scoprire relazioni impensate tra l’uno e l’altro.

Dopo il successo incontrato nelle precedenti edizioni, anche quest’anno Festivaletteratura chiederà ad alcuni autori di entrare nelle biblioteche di città e creare delle piccole collane, un po’ come quelle in cui si suddividono i cataloghi delle case editrici, legando con un filo ideale cinque libri posti su scaffali diversi. Un originale percorso di lettura e insieme un modo semplice per spiegare che cos’è una biblioteca.

A Festivaletteratura 2023 sono previste otto collane più una che presentano la consueta varietà di voci e di approcci. Partendo dal patrimonio di libri rari e antichi conservato alla Biblioteca Teresiana, le collane di Giuseppe Barbera e Luca Scarlini si concentrano sulla botanica e sulla demonologia. Le sei collane in programma alla Biblioteca Baratta sono dedicate a fantascienza e rappresentazione del futuro (Giampaolo Simi), alla ricerca storica (Alessandro Vanoli), al pensiero migrante (Francesca Rigotti), alla ricezione della narrativa araba in Italia (Leila Belhadj Mohamed), alla vita vibrante delle cose (Giulia Sissa), ai maccheroni (Luca Cesari). Formato doppiamente speciale è quello della collana cartografica di Marco Paci, rivolta ad adulti e bambini, che mette in relazione al posto dei libri mappe, portolani, carte nautiche e globi terrestri.

Le registrazioni audio degli incontri saranno rese disponibili gratuitamente nelle settimane successive sul sito del Festival e su quello della rete bibliotecaria mantovana.

PERCORSI

Festivaletteratura ha dimostrato fin dalla prima edizione una vocazione al movimento. I “percorsi letterari” – già nel 1997 – portavano ad avventurarsi non solo all’interno dei palazzi storici ma anche tra vie e piazze più laterali sulle orme di grandi letterati del passato o di personaggi romanzeschi che avevano Mantova come sfondo delle proprie vicende.

Dopo le prime edizioni, i percorsi sono ritornati episodicamente come proposta autoriale: racconti in cammino, indagini storiche itineranti, sfondamenti spazio-temporali, a seconda delle circostanze. Con l’irruzione della pandemia, la limitazione alla mobilità e il mutamento del nostro rapporto con lo spazio, i percorsi sono stati veramente la strada per il Festival per ripensare a come stare nella città, alla luce dell’esperienza di distanziamento appena trascorsa, facendo di Mantova una sorta di campo di allenamento per un esercizio più universale di riposizionamento e di rimessa a fuoco dello sguardo, adattabile anche ad altri contesti.

Nelle ultime edizioni scrittori, fotografi, architetti, esploratori urbani e guide di varia estrazione hanno disegnato sensi di percorrenza alternativi e fissato punti di osservazione inediti sulla città. Nel 2023 la perlustrazione continua, per terra e per acqua. A pochi passi dai luoghi più iconici di Festivaletteratura si apre quest’anno la ricerca delle memorie e delle tracce urbanistiche e architettoniche legate all’antico Ghetto cittadino, dalle origini fino agli ultimi fasti del Settecento, in compagnia di Paolo Luca Bernardini e Stefano Scansani. Dall’attracco presso la Zanzara sul Lago Superiore partono invece le crociere verso la grande isola dei fiori di loto condotte da Eugenia Morpurgo, per osservare le reazioni di un ecosistema di fronte all’immissione di una specie estranea e ai cambiamenti intervenuti in seguito al riscaldamento globale. Altro percorso naturalistico – per bambini e ragazzi – è quello tenuto da Gianumberto Accinelli nelle aree verdi cittadini, mentre Manlio Castagna – sempre più i piccoli – si pone alla guida di un manipolo di coraggiosi in una serie di esplorazioni notturne… da paura!

MEGLIO DI UN ROMANZO

C’è un modo di fare giornalismo che trova irritanti gli scoop e i lanci d’agenzia, preferendo leggere le notizie come tracce di una storia, frammenti di mondi più ampi da raccontare. Un “genere” che ha come padri nobili autori del calibro di Truman Capote e Ryszard Kapuscinski, e che conosce una lunga tradizione che s’innova oggi grazie alla possibilità offerte dalle nuove tecnologie e alla sensibilità di molti giovani.

Dal 2016 Festivaletteratura incoraggia gli aspiranti giornalisti che amano le storie dal passo lungo a mettersi alla prova attraverso Meglio di un romanzo, una call for papers aperta a (futuri) reporter under 30, che culmina nei giorni della manifestazione in un corso di giornalismo narrativo a cielo aperto. I tre appuntamenti di MdR – coordinati da Christian Elia – vedono i proponenti dei migliori progetti candidati sul bando 2023 confrontarsi con scrittori e professionisti del settore (Roberto Festa, Randa Ghazy, Matteo Miavaldi e Antonio Talia) e l’autrice del racconto giornalistico uscito dalla selezione Meglio di un romanzo 2022 – Cecilia Fasciani – presentare al pubblico il proprio lavoro, realizzato nei primi mesi di quest’anno.

Meglio di un romanzo sostiene infatti sostiene ogni anno un progetto giornalistico tra quelli arrivati, attraverso la pubblicazione sul sito di Festivaletteratura e su Q-Code Magazine. I temi del bando 2023 sono genere, linguaggio, responsabilità; la scadenza per la presentazione delle domande il 18 agosto 2023.

Nella ricorrenza dei dieci anni dall’avvio del progetto, quest’anno Meglio di un romanzo prevede due appuntamenti speciali: una conversazione sul giornalismo narrativo con gli esponenti di due delle principali “scuole” internazionali del genere – la cilena Cynthia Rimsky e il polacco Witold Szablowski – e un podcast che vede protagonisti i vincitori delle passate edizioni di Meglio di un romanzo, con nuove storie da raccontare.

TUTTI I GIORNI

Dallo scorso anno, all’interno del catalogo del Festival, prima del calendario giorno per giorno degli eventi della manifestazione si trovano alcune pagine ordinate sotto il titolo “tutti i giorni”. È un Festival largo, senza limiti troppo stringenti, che favorisce una frequentazione libera, sia per tempi che per modalità, pensato nell’ottica di una partecipazione attiva. È un Festival di piazze pubbliche e di spazi riconquistati, di installazioni collettive e di zone dedicate allo scambio e al confronto senza direzioni prestabilite. Numerosi peraltro sono i collegamenti tra queste iniziative permanenti e gli altri appuntamenti in programma, rendendo possibili continue andate e ritorni tra dialoghi con autori, sessioni laboratoriali e tempi di sosta attiva nelle aree tutti i giorni.

Tutti i giorni quest’anno saranno la stanza di atterraggio dedicata a Italo Calvino al Liceo “Virgilio”, con documenti d’archivio, video, una bibliografia essenziale, una “rassegna stampa” sull’uscita di Se una notte d’inverno un viaggiatore; l’area sei in Piazza Alberti rivolta alle lettrici e ai lettori under 20, con la biblioteca temporanea legata alle selezioni bibliografiche di words match e alle segnalazioni delle classi che partecipano a Read More, le installazioni del Museo delle Cose Possibili nel giardino della scuola Pomponazzo (da sabato pomeriggio) con gli oggetti per il futuro e quella di Anima liquida di Roberto Conte in piazza Sordello (da venerdì pomeriggio), per raccogliere sul tronco di un albero di tiglio parole e pensieri sulla fragilità della natura . Sempre alla scuola Pomponazzo nei giorni di venerdì e sabato è aperto Open Science 48, uno spazio interattivo e ad accesso libero, un’area a vocazione sperimentale orientata al dialogo, al confronto e allo scambio continuo tra chi fa ricerca e chi ha domande da portare alla scienza.

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I luoghi di Festivaletteratura Mantova 2023

Un festival in movimento. La mappa dei luoghi forse non racconta abbastanza la propensione erratica di questa ventisettesima edizione, soprattutto nella parte dedicata ai bambini. Molti dei luoghi sono punti di approdo o stazioni di partenza di esperienze itineranti, nella città e altrove.

La “regione centrale” nella geografia di Festivaletteratura è sempre rappresentata da piazze e palazzi strettamente legati alla storia della città, divenuti in questi ultimi tre decenni luoghi iconici dello stesso Festival: Piazza Castello, Palazzo San Sebastiano, il Teatro Bibiena, Piazza Alberti, la Biblioteca Teresiana, la Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Piazza Sordello (con la Tenda Sordello e la Tenda dei Libri), a cui quest’anno torna ad aggiungersi Palazzo della Ragione, dopo la conclusione della prima fase di restauro dell’attiguo Palazzo del Podestà.

Ma quest’anno certo non si resta fermi: Palazzo d’Arco verrà attraversato da adulti e bambini in cerca ora di fossili e conchiglie, ora di stelle, ora di atmosfere romantiche; in Palazzo Ducale si punterà verso la Sala dello Zodiaco e l’Appartamento dei Nani; dalla Biblioteca Teresiana si partirà in esplorazione delle zone dell’ex-Ghetto, il Tempio di San Sebastiano sarà teatro di azioni di pace e percorsi di paura; ci si aggirerà per le strade del quartiere di Lunetta per commentare poeticamente le sue opere di street art; mentre dall’attracco della Zanzara si partirà in crociera per il Lago Superiore verso la sterminata distesa dei fiori di loto.

Tra i luoghi nuovi dell’edizione 2023 vanno senz’altro segnalate le Cantine di Palazzo del Mago, per la discesa agli inferi con Luca Scarlini sulle tracce di Collin de Plancy, e la Scuola Elementare “Pomponazzo”, sede delle attività di pensieri in esercizio nonché del Museo delle Cose Possibili che verrà inaugurato proprio in occasione del Festival Completamente reinventata la funzione delle aule del Liceo “Virgilio”, trasformate in escape room ispirate a Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino.

Due le uscite sul territorio provinciale di questa ventisettesima edizione: a Gorgio di San Benedetto Po in direzione dell’Osservatorio Astronomico e all’Ossario di Solferino, per la conferenza concerto risorgimentale che vedrà pro- tagonisti Giancarlo De Cataldo e il quintetto Alkord.

Aula Magna dell’Università

Basilica Palatina di Santa Barbara

Biblioteca Baratta

Biblioteca Teresiana

Cantine di Palazzo del Mago

Casa del Mantegna

Chiesa di Santa Maria della Vittoria

Cinema Oberdan

Lago Superiore (attracco c/o la Zanzara)

Liceo “Virgilio”

Ossario di Solferino (MN)

Osservatorio Astronomico di Gorgo/San Benedetto Po (MN)

Palazzo d’Arco

Palazzo della Ragione

Palazzo Ducale

Palazzo San Sebastiano

Palazzo Te

Piazza Alberti

Piazza Castello

Piazza Mantegna

Piazza Sordello

quartiere Lunetta

Scuola Elementare “Pomponazzo”

Teatro Bibiena

Tempio di San Sebastiano

Tenda Sordello

Tenda dei Libri

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Festivaletteratura Mantova presenta il catalogo con il programma della 27ª edizione

Da oggi 19 luglio 2023 il pdf del programma

è online sul sito www.festivaletteratura.it

Mercoledì 26 luglio 2023, ore 21:00

PRESENTAZIONE IN PIAZZA DEL CATALOGO DI FESTIVALETTERATURA 2023

Piazza Leon Battista Alberti – Mantova

INGRESSO LIBERO

Festivaletteratura Mantova 2023 27a edizioneMantova, 19 luglio 2023. Il volume raccoglie il programma dell’edizione 2023 con una copertina disegnata da Nicola Giorgio, ed è arricchito da 5 testi autoriali scritti appositamente da Ruth Padel, Olga Campofreda, Andreea Simionel, Alberto Rollo e Vincenzo Latronico, a cui si aggiungono racconti di progetti ed eventi del Festival firmati da Christian Elia, Radio Raheem, Ilaria Rodella e We Are Muesli.

La serata nella piazza simbolo di Festivaletteratura sarà animata dall’architetto Luca Molinari, amico di vecchia data della nostra manifestazione, che proprio all’ombra del gioiello architettonico nato dal genio di Leon Battista Alberti, partendo dalle appassionate riflessioni del recente saggio La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architetture (Einaudi, 2023), terrà una lectio sul significato della parola “meraviglia” e su quanto essa ci stimoli a capire i luoghi e i paesaggi che abitiamo.

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Alcuni degli autori e dei libri protagonisti della 27a edizione del Festivaletteratura, con informazioni a cura delle case editrici.

Per La Tartaruga – serie a cura di Claudia Durastanti in libreria dal 5 settembre 2023

POLLY BARTON
PORNO
Una storia orale

trad. Clara Miranda Scherffig, pp. 416, 19 euro

Polly Barton Porno

Dimmi che porno guardi e ti dirò chi sei: e se le cose non stessero proprio così? Come parliamo di porno? E perché quando ne parliamo tendiamo a ritirarci nell’astratto? Abbiamo conversazioni significative sull’argomento con le persone a noi più vicine? Un viaggio rivelatore, stimolante, gioiosamente informativo e informale su un argomento che è sempre stato un tabù. O forse non più. 
Domenica 10 settembre l’autrice sarà a Mantova, ospite del Festivaletteratura (Palazzo San Sebastiano, ore 15, con Chiara Valerio) e lunedì 11 a Milano alla Libreria Alaska (ore 19.30, con Claudia Durastanti).

Per capire l’effetto del porno nelle nostre vite, dovremmo innanzitutto parlarne. Ma parlarne in maniera aperta e onesta è complicato, perché mette in gioco stereotipi sessuali, aspettative sociali e rivela una vita intima di cui non sempre ci sentiamo sicuri. È questa la teoria di fondo di Polly Barton, che attraverso una serie di conversazioni informali con diciannove amiche e conoscenti prova a scandagliare il modo in cui il porno ci provoca eccitazione, disagio e turbamento, offuscando i confini della nostra intimità e aprendo nuovi spazi di esplorazione, che spesso hanno un costo, soprattutto per le donne. In un momento storico in cui sembra che siamo tutti disposti a parlare di sesso, di quello che ci piace e di quello che non ci piace alla luce del consenso, Barton dimostra che la cultura sex positive non si è estesa al mondo del porno, e che l’ottimismo emancipatorio rischia di occultare gli aspetti più politici insiti nel porno mainstream: dalla sopraffazione dell’altro alla diffusione di stereotipi di genere. Con questo saggio aperto di matrice femminista, Barton non vuole parlare solo di pornografia, ma dell’arte della conversazione: il metodo ideale per superare alcune paure e scoprire qualcosa di più sulla natura del sesso che vogliamo fare, e quello che vogliamo vedere.

“La cosa che ho capito molto chiaramente è che non parlare di qualcosa col tempo può favorire un atteggiamento difensivo in cui la vergogna rischia di sbocciare. Anche se non abbiamo molto di cui vergognarci. Confessare può dare sollievo. Non si tratta tanto del contenuto della confessione quanto della semplice consapevolezza che un argomento non è più un tabù” – Polly Barton


CARLA LONZI
SPUTIAMO SU HEGEL
e altri scritti

A cura di Annarosa Buttarelli, pp. 160, 16 euro

Carla Lonzi Sputiamo su Hegel

Sputiamo su Hegel di Carla Lonzi

Ritorna in una nuova edizione il testo fondamentale del femminismo italiano e internazionale. Il suo nome e la sua vita sono ancora di ispirazione a chi cerca il senso originale della propria esistenza insieme alle altre, agli altri, nella differenza. È la pensatrice che ha innestato le parole “amore”, “autenticità”, “tabula rasa”, “autocoscienza” (e molte altre) nel linguaggio politico della rivolta delle donne che dagli anni Settanta dura ancora e, come lei pensava, durerà sempre, fino a che non ci sarà giustizia non solo per le donne, ma per tutti gli esseri viventi.
 Il Festivaletteratura di Mantova dedicherà tre incontri alla figura di Carla Lonzi: giovedì 7, “L’arte della fuga” (Teatro Bibiena, ore 16.45, con Luca Scarlini); venerdì 8, “Dedicato a Carla Lonzi” (Aula Magna dell’Università, ore 21.30, con Annarosa Buttarelli, Laura Iamurri, Luca Scarlini, Carla Subrizi ed Elvira Vannini); sabato 9, “Noi, soggetto imprevisto del mondo” (Teatro Bibiena, ore 21.30 con Lunetta Savino e Viola Lo Moro). 

È impossibile immaginare la storia del femminismo senza Carla Lonzi: grazie alla sua visione e al suo pensiero, è riuscita a cambiare il linguaggio con cui le donne parlano di loro stesse, della loro sessualità e dei loro desideri. Prendendo la parola per sé stessa, Carla Lonzi ha saputo darla alle donne che aveva attorno e che sono venute a contatto con i suoi scritti, in Italia e nel mondo: la pubblicazione di Sputiamo su Hegel nel 1970, insieme al collettivo femminista di Rivolta Femminile, è stata una vera e propria bomba nella società italiana reduce dalla contestazione culturale del Sessantotto ma ancora profondamente patriarcale. Insoddisfatta dalla cultura marxista che lasciava poco spazio all’autocoscienza femminile, Carla Lonzi ha deciso di dare spazio alla vita vissuta dalle donne nel quotidiano, nei rapporti con gli altri, in ogni ambito dell’esistenza, e lo ha fatto con un rigore e un’attenzione pieni di ferocia ma anche di amore. I riverberi di quell’esplosione si sentono ancora oggi: Carla Lonzi continua a essere amata, letta e discussa, e a generare nuovi filoni di pensiero. Questo la rende una delle pensatrici più radicali e vive che abbiamo la fortuna di leggere, al di là di qualsiasi geografia e ordine di tempo.

Sputiamo su Hegel e altri scritti inaugura la ripubblicazione di tutta l’opera di Carla Lonzi, per valorizzare l’ampiezza del suo pensiero critico, che spazia dalla storia dell’arte al pensiero della differenza. Come scrive la curatrice Annarosa Buttarelli,

«questi sono scritti che non sopportano commenti, spiegazioni, interpretazioni che spegnerebbero la loro forza travolgente, la loro intensa, parlante presenza… Così proponiamo di ripresentare gli scritti di Carla Lonzi senza accompagnamenti critici, come testi per la lotta delle donne, per la meraviglia di coloro che li leggeranno per la prima volta, come alimenti per la trasformazione di sé, come viatico per chi è alla ricerca della qualità di un pensiero, sempre più raro a trovarsi.»

Sputiamo su Hegel di Carla Lonzi

Festivaletteratura 27a edizione 2023 eventi La Nave di TeseoTesti e immagini dall’Ufficio Stampa La Nave di Teseo (11, 31 Luglio e 28 Agosto 2023)

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Hakan Günday al Festivaletteratura di Mantova

Hakan Günday

Quando si nasce all’inferno, si può evitare di essere un demonio?

Hakan Günday sarà tra gli ospiti internazionali della nuova edizione del  Festivaletteratura di Mantova dal 6 al 10 settembre.

Dopo A con Zeta e Ancóra, una delle voci più interessanti della Turchia di oggi è tornata da alcuni mesi in libreria con Zamir, un romanzo a tinte forti, di grande attualità, dalla scrittura vivida e originale.

Mercoledì 6 settembre alle ore 19:00
alla Basilica Platina di Santa Barbara
Hakan Günday dialogherà con Francesca Caferri
in un incontro dal titolo
LA COINCIDENZA TRA BENE E MALE

IL ROMANZO

ZAMIR di Hakan Günday,
tradotto da Fulvio Bertuccelli

Zamir Hakan Günday

Scoppia una bomba in un campo profughi, al confine tra Siria e Turchia.Gravissimo un neonato di sei giorni: il suo nome è Zamir.
Sopravvive, ma con il volto sfigurato.
Ormai adulto, Zamir ha una sola ragione di vita: la pace.
E non si ferma davanti a nulla; per la pace, è disposto a mentire, ingannare.
Persino a uccidere.

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Marcos y Marcos (20 Luglio e 22 Agosto 2023)

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dal 5 settembre 2023 in libreria per Electa

SCIALOJA  A-Z
a cura di Eloisa Morra

SCIALOJA A-Z, a cura di Eloisa Morra
Scialoja A-Z, a cura di Eloisa Morra

La poesia di Scialoja è infantile, e non lo è affatto.
Perché è infantile la sua ecolalia, il suo gusto del suono, ma contemporaneamente
questo gusto del suono è trasferibile a qualunque livello di intensità e profondità.
Giorgio Manganelli

Nuovo protagonista della collana Enciclopedie è Toti Scialoja, figura tra le più poliedriche del XX secolo, non solo italiano. Le 109 voci raccolte in questo volume, selezionate e coordinate da Eloisa Morra, ne disegnano un ritratto caleidoscopico, in grado di rendere visibile l’itinerario di un intellettuale a tutto tondo, che alla solidità della formazione culturale ha unito un’audacia tipicamente novecentesca.

“Coglierne per intero la figura prismatica è impossibile, allora ben vengano le imprese collettive” scrive la curatrice.  “In questo libro una trentina tra italianisti, critici, artisti, performer, poeti, storici dell’arte, compositori, matematici, giornalisti, appartenenti a diverse generazioni, ne ricostruiscono il lavoro per fotogrammi, restituendo il ritratto in movimento di una personalità che si rivela tanto più interessante quanto più la vediamo districarsi in un mondo culturale diffidente verso chi osava condurre diverse esistenze creative”.

Fino a pochi anni fa il nome di Scialoja era associato prevalentemente all’avventura pittorica che lo aveva portato dall’esordio post-espressionista a un astrattismo sperimentale, ma Scialoja è stato molte cose diverse. Poeta del ‘senso perso’ amato da bambini e lettori smaliziati, critico d’arte e docente all’accademia di Belle Arti, grafico e scenografo di spettacoli d’avanguardia. Un protagonista del suo tempoil cui destino si è intrecciato di volta in volta con quello di scrittori (Calvino, Pasolini, Manganelli, Raboni) e artisti (de Kooning, Pascali, Maselli), filosofi e compositori (Merleau-Ponty, Pandolfi, Vlad). In ogni campo, Scialoja ha saputo coniugare in modo unico una riflessione sulla natura astratta dei linguaggi dell’arte a una profonda coscienza delle tecniche, artistiche e letterarie. In lui tradizione e sperimentalismo, levità e immersione nelle profondità della psiche convergono in un equilibrio quasi magico.

contributi inediti insieme alle parole dello stesso Toti Scialoja compongono un lemmario polifonico capace di evocare luoghi, momenti e incontri decisivi d’una traiettoria che riflette il profilo di un intero secolo.  A completamento del volume, un inserto illustrato in cui sono riprodotte opere, fotografie e documenti d‘archivio.

Testi di: Paolo Albani, Mario Barenghi, Orietta Bonifazi, Claudio Crescentini, Maria De Vivo, Valeria Eufemia, Alessandro Fo, Federico Francucci, Giorgia Gastaldon, Elisa Genovesi, Laura Iamurri, Chiara Mari, Michela, Morelli, Eloisa Morra, Massimo Natale, Luca Pietro Nicoletti, Onofrio Nuzzolese, Giovanni Raboni, Lucia Ronchetti, Maria Rossa, Luca Scarlini, Mario Scialoja, Toti Scialoja, Luca Serriani, Marcello Sessa, Giulio Tiozzo, Marco Tirelli, Patrizia Valduga.

L’appuntamento
Scialoja A-Z
, la prima monografia dedicata al lavoro complessivo dell’artista, sarà presentata dalla curatrice al Festivaletteratura di Mantova sabato 9 settembre 2023 alle 17, presso tenda Sordello nell’incontro Toti in Toto.
Letture di Pino Costalunga.

EDITORE Electa
A CURA DI Eloisa Morra
COLLANA Enciclopedia A-Z
FORMATO volume in astuccio, 17×24 cm
PAGINE 288
ILLUSTRAZIONI 40 a colori e b/n
PREZZO 34 euro
PROGETTO GRAFICO Studio Sonnoli
IN LIBRERIA 5 settembre 2023
Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Electa (26 Luglio e 28 Agosto 2023)

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L’autore svedese Patrik Svensson arriva in Italia per presentare il suo nuovo libro, L’uomo con loscandaglio (trad. Monica Corbetta), primo titolo della collana I Corvi di Iperborea.

Ecco i due appuntamenti:

– giovedì 7 settembre alle 16.45, in occasione del Festivaletteratura di Mantova, presso la Basilica Palatina di Santa Barbara (Piazza Santa Barbara 4, Mantova), in dialogo con lo scrittore Leonardo Piccione. Evento in svedese, con interpretazione consecutiva in italiano di Laura Cangemi, e in collaborazione con Kulturrådet / Swedish Arts Council;

– sabato 9 settembre alle 19, alla Libreria Arcadia di Rovereto (Via Felice e Gregorio Fontana 16, Rovereto), insieme al libraio Giorgio Gizzi. L’evento si svolgerà in lingua inglese con la traduzione consecutiva in italiano di Silvia Turato.

Trovate maggiori informazioni sui due incontri e sulle modalità di partecipazione nei link in basso.

A Mantova: https://iperborea.com/eventi/127/patrik-svensson-al-festivaletteratura-2023

A Rovereto: https://iperborea.com/eventi/132/patrik-svensson-alla-libreria-arcadia

Testo e immagine dall’Ufficio Stampa Iperborea (4 Settembre 2023)

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Francesco Permunian a Festivaletteratura 2023

Domenica 10 settembre 2023 | Ore 18.15
Teatro Bibiena | Via Accademia, 47 – Mantova

Francesco Permunian 27a edizione Festivaletteratura MantovaFrancesco Permunian, autore di “Stradario sentimentale del lago di Garda e del Monte Baldo e di Calabiani“, sarà ospite di Festivaletteratura nell’evento “LO SPECIALISTA DI ROVINE UMANE”, che si terrà domenica 10 settembre 2023 alle ore 18.15 presso il Teatro Bibiena di Mantova, in via Accademia, 47.

“Seguendo il filo di una memoria insonne e frammentaria, Francesco Permunian ha raccolto nella sua opera cose, persone e fatti – reali e immaginari – che da tempo fanno parte del suo circo mentale e visionario, di quel feroce e grottesco ritrarre le vanità della provincia italiana e le beghe delle conventicole letterarie che egli pratica dai tempi di Cronaca di un servo felice (Meridiano Zero) e che lo colloca tra i grandi autori maledetti e appartati degli ultimi decenni. Il tutto raccontato con una lingua spiccia e impassibile, da anatomopatologo dello stile, degna di quell’autentico cannibale letterario qual è considerato oggi. L’autore di Stradario sentimentale del lago di Garda e del Monte Baldo (Oligo) e di Elogio dell’aberrazione (Ponte alle Grazie) torna a Festivaletteratura in dialogo con i disegni di Roberto Abbiati e le letture di Aisha Cerami. Con un intervento musicale di Andrea Mannucci”.

L’evento: https://www.festivaletteratura.it/it/2023/eventi/228-lo-specialista-di-rovine-umane-3931

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Nexo+ omaggia il Festival della Letteratura di Mantova


Dal 4 settembre

Se adori i libri di…

In occasione della XXVII edizione di Festivaletteratura di Mantova, Nexo+ dedica una serie di playlist ad alcuni grandi autori, omaggiandone lo stile e i temi a loro cari. Una selezione pensata per tutti gli amanti della lettura.

Bianca Pitzorno

C’è chi è cresciuto con le sue storie per ragazzi, fatte di bambine indipendenti, coraggiose e testarde, e di racconti fantastici e intrisi di magia, e chi l’ha amata da adulto per i romanzi e le opere di saggistica, che spaziano tra il folkloristico, il genere storico e il sociologico.

Tra i titoli perfetti per chi come noi la ama alla follia: Solstizio d’estate, Nannerl – La sorella di Mozart, Amare amaro, Mother & Child…

Donato Carrisi

Scrittore, giornalista, criminologo e maestro del thriller ad alta tensione, Carrisi è sbarcato anche al cinema con gli adattamenti di numerosi suoi romanzi, vincendo il David di Donatello. Per tutti gli appassionati di noir, mystery e gialli proponiamo, tra i titoli: Rosso, Il profeta, Luci nella notte, One on one…

Michela Murgia

Ha fatto del racconto del femminile il suo tema cardine, nella sua carriera di giornalista, scrittrice, podcaster, attivista e critica letteraria, con le storie di Sante ma soprattutto di Morgane. Si è anche concentrata sui temi della religiosità, della fede e del rito, e sul folkore della sua terra d’origine, la Sardegna. La ricordiamo e la omaggiamo con una selezione che include: Because of my Body, Anna e Maria Bolena. Storie di due sorelle, Alla corte di Ruth, L’apparizione…

Zerocalcare

Divertente, irriverente, ma anche attivo nella politica e nel sociale: il fumettista di Rebibbia si divide tra il racconto di quelle crisi esistenziali in cui le generazioni più giovani ben si immedesimano, e una narrazione più impegnata, dalla satira alla reportistica di guerra.
A chi ama l’arte di Zerocalcare suggeriamo Terzo segreto di Satira, Il mio amico Eric, L’uomo che rubò Bansky, Dove vanno le nuvole…

Testo dall’Ufficio Stampa Nexo Digital (28 Agosto 2023)

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Ove non indicato diversamente, testi e immagini dall’Ufficio Stampa Lara Facco P&C. Aggiornato il 19 Luglio e il 21 Agosto 2023.

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