RITRATTO DI UN AMORE (Bonnard, Pierre et Marthe), diretto da Martin Provost

con Vincent Macaigne e Cécile De France, Stacy Martin 

FILM DI APERTURA AL RENDEZ-VOUS 2024 ALLA PRESENZA DEL REGISTA MARTIN PROVOST E NEI CINEMA ITALIANI DAL 16 MAGGIO 2024 CON I WONDER PICTURES

Ritratto di un amore (Bonnard, Pierre et Marthe), di Martin Provost
il poster del film Ritratto di un amore (Bonnard, Pierre et Marthe), di Martin Provost

I Wonder Pictures è lieta di annunciare che RITRATTO DI UN AMORE (titolo originale: Bonnard, Pierre et Marthe) di Martin Provost sarà presentato in anteprima italiana mercoledì 3 aprile 2024 a Roma come film di apertura della XIV edizione di Italia RENDEZ-VOUS, il festival dedicato al cinema francese, alla presenza del regista.

Il film sarà in anteprima anche a Bologna giovedì 4 aprile nell’ambito della rassegna Pop Up Talk, sempre alla presenza di Provost, e successivamente arriverà nei cinema italiani dal 16 maggio distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

 Già presentato nella sezione Cannes Première 2023, RITRATTO DI UN AMORE di Provost (regista celebrato per gli originali ritratti femminili raffigurati in La Belle épouse, SérafineViolette) racconta la relazione passionale e artistica tra il celebre pittore Pierre Bonnard e la sua compagna ispiratrice, Marthe, interpretati da una formidabile coppia di attori: Vincent Macaigne e Cécile De France.

A fine Ottocento, il pittore Pierre Bonnard, le Nabi très japonard, diventa uno dei post-impressionisti più affascinanti del periodo grazie agli intimi ritratti dell’enigmatica Marthe de Méligny, sua musa nonché futura sposa. Per conoscere Bonnard e diventare la sua modella ideale, Maria Boursin (questo il suo vero nome) si finge un’aristocratica italiana in rovina: è il 1893 e da allora entra con il suo corpo in quasi tutti i quadri di Pierre. Pierre Bonnard non sarebbe il grande pittore che tutto il mondo conosce senza l’enigmatica Marthe che occupa, lei sola, più di un terzo della sua opera.

Al suo ottavo film, Provost ritrova i temi che gli sono più cari come il rapporto tra vita e creazione, ma soprattutto l’emancipazione femminile e il rapporto delle donne in relazione al mondo dell’arte e delle istituzioni, e li affianca a un doppio ritratto di coppia in una comédie d’amour carica di raffinato e sensuale erotismo che indaga l’amore, la passione, la vita d’artista, dando vita a un’opera di grande sensualità, impregnata di luce e malinconia. RITRATTO DI UN AMORE sarà nei cinema dal 16 maggio 2024 distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

SINOSSI: Una passione travolgente, un’unione indissolubile, un amore fuori da ogni schema. Quando il pittore francese Pierre Bonnard – post-impressionista nel giro di Degas e Renoir – incontra Marthe de Méligny, cerca solo una modella disposta a posare per lui. Quello che trova è molto più di una musa: Marthe si rivela un’anima affine, una compagna d’arte e di vita, una donna dallo spirito moderno e indipendente. Il celebrato regista Martin Provost (Séraphine, Violette) racconta questa relazione densa di fascino in un film lirico e commovente, una emozionante esplorazione del confine tra arte e vita che ha incantato il festival di Cannes.

NOTE DI REGIA

Quando ero piccolo, mia madre mi portò da una mostra a Parigi una riproduzione che rappresentava Marthe dipinta da Bonnard seduta al tavolo della Roulotte davanti a un paesaggio lussureggiante, vibrante di luce e colori. Scoprii in seguito che la Roulotte era la piccola casa sulle rive della Senna in Normandia dove la coppia visse in simbiosi ma anche in reclusione per molti anni. Quel luogo in cui Bonnard raggiunse la realizzazione personale come artista. Appesi la riproduzione alla parete della mia camera da letto per poterla guardare mentre mi addormentavo la sera. Ero troppo giovane per capirlo, ma qualcosa in quell’immagine mi affascinava, la sua sensualità e la stranezza che emanava. Come se fosse una finestra aperta su un altro mondo.

Un giorno Pierrette Vernon, pronipote di Marthe, mi contattò. Voleva che facessi un film sulla sua prozia, perché riteneva che il suo ruolo fondamentale nell’opera del marito non fosse sufficientemente riconosciuto.

Potremmo dire che Marthe ne divenne l’emblema e il feticcio, comparendo in più di un terzo delle sue opere. Ma la sua reputazione rimase piuttosto controversa nell’opinione pubblica, mentre Pierrette vedeva Marthe come una donna che ha sacrificato se stessa per l’opera di Pierre.

C’è un mistero intorno a Bonnard. Un mistero illustrato per tutta la vita nella rappresentazione ossessiva del corpo di Marthe, sua compagna e musa. Fin dall’inizio Marthe è onnipresente, disponibile, enigmatica e impudente. L’opera di Bonnard è totalmente legata alla sua presenza e non sarebbe la stessa senza di lei. È in questo legame indissolubile che ho sentito subito il bisogno di cercare una comprensione più profonda.

L’ho visto come un segno. Fin dall’infanzia, Marthe, fissata sulla parete della mia stanza, ha fatto parte anche della mia vita.

Iniziando a lavorare alla sceneggiatura mi sono reso conto che si trattava di una storia d’amore straziante, che si nascondeva dietro la leggenda della loro relazione intima e falsamente isolata.

Con Pierre e Marthe, nulla era semplice. Né la dolcezza o l’egoismo di Pierre, né la mitomania di Marthe, né il ruolo decisivo che lei sembrava avere al suo fianco e nemmeno i quadri di Pierre, dove dietro un’apparente rappresentazione di felicità, ogni dettaglio è usato per disorientare ancora di più lo spettatore.

Pierre e Marthe erano uniti da un patto faustiano, una strana alchimia che portava tutti a chiedersi chi stesse vampirizzando l’altro. Tra i suoi parenti più stretti, Bonnard è stato considerato fino alla fine prigioniero di Marthe, che lo avrebbe intenzionalmente isolato dal mondo. Ma molte persone, dopo la morte dell’artista, sostenevano il contrario: che Marthe fosse in realtà la “vittima” volontaria di Pierre…

In ogni caso, mi sembrava ovvio che ridurre Marthe al ruolo di musa sarebbe stato un errore. Così come sarebbe fuorviante e altrettanto sminuente ridurla a una vittima impotente, divorata da un geniale predatore, aggiungendola alla lunga lista di compagne di artisti famosi, oggettivate da uno sguardo maschile in società ancora fondamentalmente patriarcali.

Marthe aveva una forte personalità, nascose a Pierre parti significative della sua vita passata e si creò un nome e un personaggio. Viveva nella menzogna, ma allo stesso tempo fuggiva dalle finzioni: era un’inquietante combinazione di sincerità e mitomania. Ritirandosi dal gioco sociale, portò Pierre con sé, rivelandolo a se stesso attraverso la condivisione del suo amore per la solitudine e la natura.

Marthe avrebbe potuto fare la pittrice. Al fianco di Pierre, il suo desiderio di dipingere crebbe e un giorno decise di provarci, sotto una terza identità, Marthe Solange. Ma fu troppo tardi. Dopo la sua prima mostra, Marthe smise di dipingere e la sua mente cadde gradualmente nella follia.

Di lei rimangono solo una cinquantina di dipinti, un’opera all’altezza di una studentessa uscita dalle Belle arti. Nata povera, Marthe non ebbe il tempo di rivelare pienamente la pittrice che viveva in lei. Nonostante la malattia, Pierre non la abbandonò mai e fino alla fine le dimostrò la sua assoluta dedizione.

Inizialmente forte e dura come un diamante, il tempo la rese fragile come il vetro.

All’inizio della loro relazione, Pierre partecipava pienamente al fermento artistico del suo tempo, pieno di libertà e di esperimenti amorosi. Ma quando gradualmente si isolò con lei per dedicarsi interamente al suo lavoro, sembrò essere tormentato da una febbre creativa alimentata da sensi di colpa e impulsi violenti.

È in questo spazio non aneddotico che vorrei collocare il film, lontano dall’ordinario biopic o dalla ricostruzione storica, in quella segreta trasformazione di una coppia.

Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa I Wonder Pictures, Echo Group. Aggiornato l’8 aprile 2024.

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