27 Novembre – 1 Dicembre 2015
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Il DNA nei resti scheletrici rappresenta un’importante fonte di informazioni, e pure di virus infettivi. Poco è noto, tuttavia, circa la persistenza dei virus nelle ossa.
Un nuovo studio ha esaminato le ossa di settant’anni fa, di morti sui campi di battaglia della Karelia (in Finlandia) nella Seconda Guerra Mondiale. I resti presentavano ancora materiale genetico relativo a virus, fornendo per la prima volta la prova che le ossa umane sono adatte all’esplorazione alla ricerca del DNA di questi.

Lo studio “Bones hold the key to DNA virus history and epidemiology”, di M. Toppinen, M. F. Perdomo, J. U. Palo, P. Simmonds, S. J. Lycett, M. Söderlund-Venermo, A. Sajantila & K. Hedman, è stato pubblicato su Nature – Scientific Reports.
 
Link: Nature – Scientific Reports; AlphaGalileo via Helsingin yliopisto (University of Helsinki)
La Karelia e sue divisioni, da WikipediaCC BY-SA 3.0, caricata da OgreBot (Fonte: Karjala: Karjala-nimistä. Kotimaisten kielten tutkimuskeskuksen julkaisuja 129).
 

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