“L’arte non è nulla se non è vissuta totalmente e appassionatamente”
Michel Tapiè, Critico e promotore principale dell’arte Informale
2022: Finalmente una nuova edizione dell’antologica ad Acqui Terme!

La mostra antologica 2022 “Divine astrazioni. Collezioni di Informale” a cura della Dottoressa Laura Garbarino e il Dottor Paolo Repetto, ideata e coordinata da ComitArt e allestita dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Acqui Terme nel Civico Museo Archeologico (Castello Dei Paleologi) fino al 6 novembre, presenta 30 opere tra pitture e sculture sull’arte informale in Europa.

I curatori Garbarino e Repetto con la rappresentatrice dell’evento

Eseguite dai più importanti autori di questa corrente nel periodo maturo compreso tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento e provenienti da collezioni private del nord Italia, si possono ammirare le creazioni di Afro Basaldella, Renato Birolli, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Alfredo Chighine, Ettore Colla, Nicolas de Staël, Piero Dorazio, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Franco Garelli, Hans Hartung, Pierluigi Lavagnino, Leoncillo Leonardi, Georges Mathieu, Umberto Milani, Ennio Morlotti, Gastone Novelli, Serge Poliakoff, Jean-Paul Riopelle, Sergio Romiti, Piero Ruggeri, Giuseppe Santomaso, Tancredi Parmeggiani, Antoni Tàpies, Mark Tobey, Emilio Vedova, Alfred Otto Wolfgang Schulz “Wols”.


Alla presenza della Garbarino e di Repetto, del Sindaco Danilo Rapetti (che ha annunciato l’intenzione di candidare la città di Acqui a Capitale della Cultura), degli Assessori alla Cultura Michele Gallizzi e quello all’Agricoltura Marco Protopapa, di Bruno Lulani Presidente di ComitArt, del Direttore del Museo Archeologico Germano Leporati, l’inaugurazione si è svolta sabato 17 settembre alle ore 17, anticipata da un’anteprima stampa alle ore 15 alla quale ho partecipato cogliendo l’opportunità di percorrere le sale insieme ai curatori che hanno illustrato il percorso espositivo e le scelte relative all’allestimento.

Interessantissima la disposizione delle opere informali che, merito della loro natura materica spesso densa, grezza e ruvida, dialogano perfettamente con i reperti archeologici in pietra, marmo e metallo di epoca romana recuperati nelle ricche campagne di scavo locali ed ora ubicati nelle sale del Museo, e come ha fatto notare Leporati “Non è la prima volta che il nostro museo mette a confronto reperti archeologici con il linguaggio artistico contemporaneo”.

Sono opere in cui sabbia, terra, iuta, ferro, plastica modellano segni e forme, a volte accese da macchie di colore intenso, ed esprimono tutta la sofferenza materiale, morale e sociale che comportano gli eventi bellici. Come ha spiegato la Garbarino, sono le creature di quel Movimento Informale che, seppur privo di un Manifesto, di un capostipite e di una precisa connotazione figurativa (peraltro rifiutati a priori preferendone precarietà ed incertezza sentimenti frutto della guerra) attraverso di esse diventa testimonianza storica, denuncia e condanna dei conflitti, mentre Repetto ha sottolineato la vastità del Movimento nei confronti del quale la mostra vuole essere “perno che ruota intorno a queste collezioni private in cui sono contemplati tutti gli artisti più importanti”.



Alberto Burri, “Sacco”, 1956 (des)
“Questa mostra è un esempio di come possa essere fruttuosa la collaborazione fra pubblico e privato, insieme diamo un nuovo corpo ad una tradizione dell’Antologica che per decenni ha rappresentato un appuntamento culturale fra i più significativi del Piemonte”
ha sottolineato Lulani. E sono davvero illustri le sue precedenti edizioni: dal 1970, da luglio a settembre, ogni anno si sono succedute antologiche di eccezionale valore, fino al 2000 allestita presso il palazzo del Liceo Saracco, successivamente trasferita presso la sede del Palafeste (ex opificio Kaimano) per poi tornare dal 2004 presso il Liceo Saracco; eccezionalmente la rassegna del 2010, nel quarantennale di attività, ha ripercorso l’intera vicenda espositiva della città di Acqui Terme. Motivo di grande orgoglio per me aver fatto da guida ufficiale in occasione di due edizioni, quella del 2015 relativa a “Pablo Picasso – segni dialoganti” e del 2016 su “Dalì – Materie dialoganti”.


Emilio Vedova, “Spagna”, 1959-60 (des)

Ecco in dettaglio il susseguirsi temporale delle passate edizioni.
ANTOLOGICA 1970-2018
1970 Pietro Morando 1972 Ennio Morlotti 1973 Felice Casorati 1974 Renato Guttuso 1975 Alfredo Chighine 1976 Graham Sutherland 1977 Carlo Levi 1978 Filippo de Pisis 1979 Carlo Carrà 1980 Ottone Rosai 1981 Giorgio Morandi 1982 Mario Sironi 1983 Massimo Campigli 1984 Amate sponde 1985 Osvaldo Licini 1986 I Sei di Torino 1987 Franco Francese 1988 Zoran Music 1989 Enrico Reycend 1990 Mattia Moreni 1991 Virgilio Guidi 1992 Ardengo Soffici 1993 Piero Ruggeri 1994 Mario Calandri 1995 Paesisti piemontesi dell’Ottocento 1996 Il paesaggio di Carrà 1997 Giorgio de Chirico dalla metafisica al Barocco – Vita silente 1998 Mario Sironi – Paesaggi urbani 1999 Felice Casorati – Il nudo 2000 Filippo de Pisis – La poesia nei fiori e nelle cose 2001 Dal Divisionismo all’Informale. Le due nature nella pittura Piemontese tra i due secoli 1880- 1960 2002 La Scultura lingua viva. Arturo Martini e il rinnovamento della scultura in Italia nella seconda metà del Novecento 2003 I Neri di Burri 2004 Rubaldo Merello 2005 Aroldo Bonzagni 2006 Balla futurista 2007 Carlo Fornara 2008 Sigfrido Bartolini e il suo mondo Soffici, Sironi, Carrà 2009 Mino Maccari – I Maccari di Maccari 2010 Da Balla a Sutherland – Quarant’anni di mostre a Palazzo Saracco 2012 Ruggeri, Saroni e Soffiantino 2013 Enrico Paulucci – Una fuga in avanti 2014 Ugo Nespolo – Le stanze dell’immagine 2015 Pablo Picasso – Segni dialoganti 2016 Dali’ – Materie dialoganti 2017 Chagall – Il colore dei sogni 2018 Lucio Fontana – La terza dimensione |
L’assenza dell’Antologica acquese (dettata dalle restrizioni pandemiche) aveva creato un “vuoto” davvero sentito non solo in città, ma anche nel mondo dell’arte. Lo dimostra la pronta risposta di partecipazione di critici e storici d’arte e artisti stessi agli incontri che sono stati organizzati per mantenere viva l’attenzione sull’Informale durante tutto il periodo della mostra. Come ha anticipato la Garbarino, in questi simposi sono stati coinvolti e saranno presenti personaggi di notevole spessore nel mondo dell’arte, quali Riccardo Passoni Direttore e curatore della GAM (Galleria Arte Moderna di Torino), Giorgina Bertolino storica dell’arte, Roberto Coda Zabetta artista informale oggi, Francesco Poli grande critico d’arte italiano, Davide Quadrio critico residente tra Italia e Shanghai e Direttore del MAO (Museo Orientale di Torino), Alessandro Martini un acquese che scrive per il Giornale dell’Arte. Alcuni di essi hanno anche partecipato all’interno del catalogo della mostra con i loro contributi in dialogo con i curatori (edizione Li.Ze.A, Acqui terme 2022, scatti fotografici di Daniele De Lonti ed Enrico Minasso).

Interessante anche l’aspetto social della mostra “motivato dall’intenzione di avvicinare sempre più all’arte anche un pubblico più giovane che naviga in rete”, come ha spiegato Ludovica Roffredo (SMM Social Media Manager e Digital PR) co-founder dell’agenzia di comunicazioni @altea_communication insieme a Noemi Cosoleto (Art Director), che cura questo aspetto e si può trovare su Facebook con la denominazione Acqui Cultura e su Instagram con l’account @acquicultura.

Inaugurazione mostra
ORARIO DI APERTURA DELLA MOSTRA: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00 e 16.00-20.00; sabato e domenica 10.00-20.00 con orario continuato. Biglietti: intero € 4,00 ( da 18 a 65 anni); ridotto € 2,00 (da 6 a 18 anni e oltre 65 anni); ridotto comitive (almeno 20 persone) € 2,00; scolaresche € 1,00; gratuito per le persone disabili e bambini sino a 6 anni di età.
Tutti gli scatti fotografici sono di Claudia Musso