Nuova e interessante scoperta al Parco Archeologico di Pompei. Durante uno scavo in via dell’Abbondanza ed esattamente in una bottega, è stata ritrovata dagli archeologi una testuggine con il suo uovo.

Con la sua storia non solo archeologica, Pompei si conferma luogo eccezionale per lo studio dell’antica fauna e del suo ecosistema grazie a numerosi ritrovamenti archeozoologici durante gli scavi nel sito.

Il ritrovamento ha avuto luogo nell’ambito di una campagna di ricerca condotta nei pressi delle Terme Stabiane dalla FreieUniversitat Berlin e dall’Università di Napoli L’Orientale, con l’University of Oxford in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei.

Testuggine. Foto: Parco Archeologico di Pompei

Gli archeologi, in questa nuova missione di scavo, stanno indagando lo sviluppo urbano del quartiere prima della costruzione dell’impianto termale. In particolare, gli scavi si stanno concentrando nelle botteghe aperte sul lato sud-orientale delle terme lungo via dell’Abbondanza dove sono emersi i resti di una domus con raffinati mosaici e pitture risalenti al I secolo a.C. e distrutta a causa del terremoto del 62 d.C. che diversi danni e crolli provocò a Pompei e in ampie zone della Campania.

In una fase successiva, l’area venne destinata all’ampliamento del complesso termale all’incrocio tra via dell’Abbondanza e via Stabiana.

testuggine via dell'Abbondanza
La testuggine ritrovata in via dell’Abbondanza. Foto: Parco Archeologico di Pompei

I resti della tartaruga di terra sono stati rinvenuti in uno strato di detriti, formatisi a seguito di una fase di abbandono della bottega. Il piccolo rettile aveva probabilmente trovato modo di scavare la sua tana e quindi costruire il suo rifugio per la deposizione. Non è il primo rinvenimento a Pompei ma altre testuggini solitamente avevano trovato rifugio e dimora in giardini o aree interne a domus.

In tre fasi si è potuto documentare e rimuovere l’animale, e lo si è trasferito al Laboratorio di Ricerche applicate del Parco dove sarà analizzato e studiato.

Testuggine. Foto: Parco Archeologico di Pompei

L’esemplare femmina, una Testudo hermanni,  si era probabilmente rifugiata nello spazio per trovare un luogo adatto alla deposizione del suo unico uovo; ma la specie, qualora non ritenga idoneo il luogo della deposizione, trattiene l’uovo fino alla possibile morte.

Sia la presenza della testuggine in città sia l’abbandono della sontuosa domus che cede il posto a un nuovo settore delle terme stabiane illustrano la portata delle trasformazioni dopo il terremoto del 62 d.C. – dichiara il Direttore generale Gabriel Zuchtriegel – Evidentemente non tutte le case furono ricostruite e zone, anche centrali, della città erano poco frequentate tanto da diventare l’habitat di animali selvatici; al tempo stesso l’ampliamento delle terme è una testimonianza della grande fiducia con cui Pompei ripartiva dopo il terremoto, per poi essere stroncata in un solo giorno nel 79 d.C. La testuggine aggiunge un tassello a questo mosaico di relazioni tra cultura e natura, comunità e ambiente che rappresentano la storia dell’antica Pompei. Nei prossimi anni, lo studio dei reperti organici e le ricerche su agricoltura, economia e demografia a Pompei e nel suo territorio saranno una priorità nella nostra strategia di ricerca, tutela e valorizzazione, anche per dare più visibilità a siti e monumenti al di fuori del centro urbano, come la villa rustica di Boscoreale e le ville di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.”

La testuggine ritrovata in via dell’Abbondanza. Foto: Parco Archeologico di Pompei

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