Con la Campagna di scavi 2023, le “aquae calidae” di San Casciano dei Bagni continuano a restituire reperti e informazioni preziose agli archeologi e alla comunità scientifica.

Dopo le oltre venti statue in bronzo, riportate alla luce lo scorso anno, ecco un Apollo in marmo, significativo visto il luogo sacro in cui il sito sorge.  La statua non è integra e alcuni pezzi sono mancanti come le braccia e parti della testa. Il tipo scultoreo è ben noto nell’arte antica; siamo di fronte, infatti, ad una copia in marmo di un originale in bronzo riconducibile addirittura a Prassitele, l’Apollo Sauroctonos. Il dio, ancora giovinetto nelle sue forme morbide e aggraziate, è in piedi nell’atto di colpire  una lucertola.

La statua di Apollo emerge dalle acque del Bagno Grande di San Casciano durante la Campagna di scavi 2023
La statua di Apollo emerge dalle acque del Bagno Grande di San Casciano durante la Campagna di scavi 2023. Foto di Emanuele Mariotti, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni.

Forse un Apollo Alexikakos, liberatore dalla malattia simbolizzata dal sauro ma al momento come sottolinea Jacopo Tabolli potrebbe esserci un legame con la medicina in quanto la lucertola, per gli antichi, era connessa alla cura delle malattie oftalmiche e di riproduzioni in bronzo di lucertole, nella Vasca, ne sono state trovate diverse.

La frammentazione della statua, così come è stata ritrovata dagli archeologi oggi non è casuale; dopo l’editto di Teodosio nel 380 d.C., il cristianesimo diventa religione ufficiale dell’impero romano e il culto pagano viene condannato. I Cristiani si sostituiscono ai pagani, cambia la narrazione, cambiano i protagonisti.

Ricomposizione della statua di Apollo dal Bagno Grande di San Casciano emersa durante la Campagna di scavi 2023
Ricomposizione della statua di Apollo dal Bagno Grande di San Casciano emersa durante la Campagna di scavi 2023. Foto Gabriele Forti Photographer, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

Se da una parte i pezzi del santuario vengono smontati in maniera ordinata e scrupolosa pezzo per pezzo, le statue pagane nel momento di chiusura del sito intorno al V secolo d.C. vengono spezzate e gettate nella Vasca. È finita un’epoca e anche il luogo di culto pagano con le sue divinità. San Casciano si racconterà poi con un’altra storia.

Apollo, Aplu in etrusco, appare legato alle acque termali del santuario già in epoca arcaica e a San Casciano è presente quasi sicuramente dal 100 a.C. se si pensa alla statua in bronzo del dio danzante e con arco deposta nella vasca etrusca colpita dal fulmine e chiusa agli inizi del I secolo d.C. La figura segue uno schema raro, in equilibrio instabile, quasi un passo di danza con i due piedi sollevati da terra.

Il ritrovamento della statua in marmo aggiunge oggi un tassello importante per la storia del luogo di culto, in un santuario che almeno dal II secolo a.C. al III secolo d.C. è incentrato proprio sul culto del dio di Delo.

Veduta aerea dell’area di scavo. Foto Gabriele Forti Photographer, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

La storia del sito si lega in maniera indissolubile a quello delle acque. Il territorio di San Casciano dei Bagni si pone lungo la via che da Chiusi arrivava verso la città di Vulci. In questo percorso oltre quaranta sorgenti di acqua calda ne caratterizzano il territorio. La più ricca di queste, con oltre venticinque litri di acqua al secondo a oltre 40 gradi è proprio quella del Bagno Grande dove, dal 2019, lo scavo promosso dal Ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento scientifico del Prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, ha permesso di approfondirne l’estensione e di studiarne i numerosi reperti pertinenti il rito, il culto e la monumentalizzazione dell’area.

spillone in oro del XVII-XVIII secolo. Foto di Jacopo Tabolli, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

Statue, migliaia di monete in bronzo, ex voto anatomici, ceramiche e perfino un cristallo di rocca, raccontano una storia di devozione, ospitata in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata soprattutto a fini terapeutici. L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua ha permesso anche di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che raccontano delle genti che frequentavano il santuario, dei nuovi modi di vivere alla luce delle nuove conquiste romane, delle divinità invocate e della compresenza di popoli attorno all’acqua calda.

Dal III secolo a.C. al IV d.C., l’acqua termo-minerale raccoglie offerte e doni di vario tipo. Una storia lunga che fluisce nei secoli come l’acqua, scorre, plasma e salva grazie ai suoi benefici terapeutici. Fortuna Primigenia, Apollo poi Esculapio, Igea, Iside sono loro le divinità tutelari della sorgente. Ma all’origine del culto e del rito c’è Fons stessa, venerata a partire dalla fase più antica tra II e I secolo a.C. come il “Fons” appunto.

il donario in travertino con iscrizione bilingue latino-etrusco. Foto Copyright SABAP-SI - Comune di San Casciano dei Bagni
il donario in travertino con iscrizione bilingue latino-etrusco. Foto Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

Il suo nome ripercorre i secoli prima in etrusco e poi in latino, presenza fissa e immutabile anche nelle dediche iscritte al Flere di Havens, il nume della Fonte. E proprio la campagna di scavi 2023 ha portato alla luce all’interno di un muro perimetrale del santuario un’eccezionale donario in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino che celebra la fonte. Da una parte si legge Flere Havens scritto da destra a sinistra, dall’altra Fons Caldus, il “Fonte caldo”, scritto da sinistra a destra; tutti coloro che si recano al santuario devono comprendere la dedica.

équipe di scavo_2023. Foto C. Petrini, Copyright SABAP-SI - Comune di San Casciano dei Bagni
équipe di scavo_2023. Foto Claudia Petrini, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

C’è molto entusiasmo tra i gli archeologi, Emanuele Mariotti, Direttore dello scavo per il comune ha così affermato:

“Anche la campagna di scavo 2023 ha riservato sorprese straordinarie, confermando come il sito del Bagno Grande sia, nel suo complesso, un contesto ricchissimo che va ben al di là dei singoli oggetti o dei singoli bronzi. Grazie al lavoro encomiabile di decine di archeologhe e archeologi, la ricerca si è arricchita di nuovi dati, suggestioni e nuovi interrogativi. Il cantiere, durante i 4 mesi di scavo, si è ulteriormente ingrandito, abbracciando le aree intorno all’edificio sacro con la grande vasca votiva. La topografia del luogo si è arricchita e chiarita, mostrando nuove strutture e bellissime murature che andranno a valorizzare sempre di più il sito, anche in ottica di un futuro parco archeologico-termale. Allo stesso tempo, l’acqua continua ad essere la vera protagonista di questo luogo: l’acqua e la grande vasca votiva, dove, ancora sui bordi e dai bordi, esposte e poi celate dagli eventi della storia, spesso drammatici, nuove testimonianze e reperti come la statua marmorea di Apollo sauroctono e il donario bilingue etrusco/latino, ci parlano di arte, divinità, cure, persone e soprattutto di incontro tra la cultura etrusca e il mondo romano”.

“La prosecuzione delle indagini nell’estate 2023 ha consentito ulteriori passi verso la comprensione di un sito che fa emergere con grande evidenza la complessità e la pluralità degli aspetti che nell’antichità erano legati alla cura del corpo e dell’anima” – Ada Salvi.

Jacopo Tabolli: “lo scavo del 2023 ha continuato a portare alla luce la complessità di un contesto sacro in continua evoluzione. Attorno alla sorgente termale per oltre settecento anni si costruisce e consolida un tempio che costituisce certamente il fulcro dell’accoglienza di genti diverse presso il Bagno Grande. Il donario bilingue con il nome della fonte costituisce la prova tangibile del multiculturalismo e del plurilinguismo in antichità a San Casciano dei Bagni. La nostra Università per Stranieri di Siena è impegnata nello scavo a fare di quest’esperienza un’occasione didattica unica per studentesse e studenti che da tutto il mondo scelgono di venire a fare ricerca con noi”.

Lo scavo è in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni con decreto della Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura n. 759 del 13 giugno 2022. Alla base dello scavo è la collaborazione tra il Comune guidato dalla Sindaca Agnese Carletti, la Soprintendenza di Siena, diretta da Gabriele Nannetti e l’Università per Stranieri di Siena, con il Rettore Tomaso Montanari. Lo scavo si è svolto dal 26 giugno 2023 al 14 ottobre 2023.

La direzione di scavo è affidata dal Comune al dott. Emanuele Mariotti. Il coordinamento scientifico è dell’Università per Stranieri di Siena, con il centro CADMO (centro di Archeologia per le Diversità e le Mobilità Preromane), diretto dal prof. Jacopo Tabolli. La direzione scientifica è condivisa con la dr.ssa Ada Salvi della Soprintendenza, cui pertiene anche la tutela diretta del sito e dei materiali.

Hanno partecipato oltre cinquanta studenti e studentesse archeologhe e archeologi da università italiane e internazionali, mentre il gruppo di ricerca scientifica è composto da oltre settanta studiosi e studiose.

La statua di Apollo emerge dalle acque del Bagno Grande di San Casciano durante la Campagna di scavi 2023
La statua di Apollo emerge dalle acque del Bagno Grande di San Casciano durante la Campagna di scavi 2023. Foto di Emanuele Mariotti, Copyright SABAP-SI – Comune di San Casciano dei Bagni

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