La stranezza di Roberto Andò – recensione

Più che la stranezza, le stranezze!”

Questa la mia considerazione finale dopo la visione del film diretto da Roberto Andò, che vede la partecipazione di Toni Servillo nei panni di Luigi Pirandello e i comici Ficarra e Picone in quelli di due becchini con la passione del teatro.

Il film rappresenta una bizzarra combinazione di realtà e immaginazione, che si intersecano di continuo non senza rimandi ad alcuni ricordi dell’infanzia e alla difficile situazione familiare dello scrittore. Il tutto grottescamente mescolato e legittimato dalla sofferta gestazione dell’opera teatrale “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello.

L’aspettativa da parte del pubblico riguardo all’esaltazione della grandezza letteraria del Premio Nobel viene disattesa dall’emergere dell’umanità di Pirandello scrittore alle prese con la sua capricciosa ispirazione prima, e con il suo insuccesso dopo.

Meravigliosamente realistica la realtà siciliana, che fa da sfondo e anche cornice al film, con i suoi coloriti proverbi, il suo stile di vita, con la sua spontanea ingenuità e grettezza, che spesso genera comicità, ma anche amarezza per la persistenza di alcune discutibili consuetudini; con i suoi modelli letterari tradizionali, ai quali Pirandello si sente intimamente legato, in quanto siciliano, e dai quali vuole anche fuggire volgendosi allo sperimentalismo teatrale.

In ultimo, il ruolo creativamente pragmatico di Ficarra e Picone, anch’essi personaggi vivi come i sei, frutto della fervida immaginazione dello scrittore, in attesa anch’essi di udienza.

Lo stesso titolo del film “La stranezza”, contemplando in sé una situazione che si delinea tale rispetto a quella contraria, diventa la metafora perfetta della vita di Luigi Pirandello e di quella di ciascun personaggio delle sue opere alle prese con tutte le sue contraddizioni e le sue vicissitudini; alle prese con il giudizio degli altri, con la crisi d’identità, con la consapevolezza della pupazzata della società e l’impossibilità di viverne senza.

Diventa l’immagine della contrarietà degli eventi e dell’incapacità dell’uomo di sottrarvisi.

Ed è a questo punto che non gli rimane altro che guardare ad essi con il sorriso amaro tipico di chi li avverte e li sente, ma nello stesso tempo è consapevole di non poterli cambiare.

Lo stesso sorriso umoristico di una delle scene finali del film che vede Pirandello sottoporsi al giudizio del pubblico, pur sapendo di non essere stato compreso.

Da una, la stranezza si snoda in centomila, tante quanti sono i dubbi, i problemi, le contraddizioni del mondo reale e del mondo dell’arte, che risulta tuttavia incapace di rappresentarne la problematicità.

Pertanto, non una sola stranezza, ma molteplici:

  • lo stato d’animo di insofferenza dello scrittore,
  • l’ispirazione sofferta,
  • la gestazione dell’opera fusione di dramma e farsa siciliana con il coinvolgimento del pubblico,
  • la soluzione del metateatro,
  • l’insuccesso della prima.

Per queste tante stranezze, può considerarsi insolitamente, ma anche meritatamente, un grande successo cinematografico.

La locandina del film commedia La Stranezza di Roberto Andò
La locandina del film commedia La Stranezza di Roberto Andò

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Video e foto da Medusa Film.

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