Articolo a cura di Rita Roberta Esposito e Sveva Ventre
Immaginate di ritrovarvi verso la fine della vostra vita a contemplare il paesaggio fertile di un Vesuvio incontaminato o, ancora, di pensare alla brezza del mare che solleva gli odori di quella terra riaccendendo i vostri sensi.
Campi coltivati, pini spontanei, il mercato di Pompei e lo sfarzo di Ercolano. Vi sorprendereste, con grande probabilità, a pensarvi felici di poter passare gli ultimi anni della vostra vita nella villa che Marcus Agrippa, che sposò la figlia Julia dell’imperatore Augusto, fece costruire a Boscotrecase (NA) con lo stesso scopo.
Il tema della morte ricorre spesso nelle opere dell’artista Peter Greenaway e questa volta, con una capsula del tempo, ci riporta indietro ai tempi della dinastia giulio-claudia. Insieme alla regista Saskia Boddeke, questi ci accompagnano in un viaggio alle pendici del Vesuvio, poco prima della catastrofe del 79 d.C., con un percorso immersivo verso la “morte felice” alla quale si riferiva Agrippa, da cui il nome dell’installazione «A happy death».
Guidati dalla voce di P. Greenaway, i visitatori dominati da stimoli sensoriali e visivi, effettuano questo percorso verso “la fine della vita”, intesa nella visione storica di Plinio il Vecchio. La challenge di investigare la morte come tema artistico tiene insieme diversi elementi, come la sacralità dell’acqua e la fertilità del verde, dettagli importanti nella sequenza della storia e nell’installazione dei due artisti.
Peter Greenaway dice:
«La storia non esiste è solo letteratura, è l’interpretazione dei fatti ciò che conta». Per questo ha combinato la storia di Ercolano con la sede del MAV – Museo Archeologico Virtuale, dove la mediazione del video riesce a coinvolgere tutti.
Collocato al centro della green room, la prima stanza che visitiamo, un impluvium pieno di acqua su sfondo rosso richiama il legame di sangue che legava gli avi di Plinio. Al centro della narrazione vi sono i membri scelti della dinastia giulio-claudia, figure in legno basate sui suoi modelli “Parti del corpo”, la base per molte delle sue opere dipinte che l’artista ha voluto sospendere sulla vasca d’acqua.
Questi corpi decadenti e il racconto del tragico destino di molti componenti della dinastia si frappongono tra il visitatore e la seconda sala, la black room, dove due figure giganti, Plutone e Cerere, incorniciano come guardiani la porta d’accesso all’altro mondo, introducendoci verso la prossima vita.
L’intervento site specific dell’artista Peter Greenaway e della registra Saskia Boddeke rappresenta un importante traguardo per il MAV di Ercolano al termine di un anno estremamente produttivo e sarà possibile visitarlo fino al 30 aprile 2020.
Tutte le foto dell’installazione «A Happy Death» sono opera di Rita Roberta Esposito e Sveva Ventre.