11 – 17 Marzo 2015
Uno studio genetico dei cromosomi sessuali della papaya, condotto da un team internazionale di ricercatori, ha rivelato che le sue piante ermafrodite furono frutto della selezione operata dall’uomo 4000 anni fa, probabilmente dai Maya.
La papaya (il termine è di origine caraibica, dallo Spagnolo) è un frutto che proviene da un piccolo albero in tre varietà: maschile, femminile ed ermafrodita. Le varietà commerciali sono quasi tutte derivanti da piante ermafrodite. Dalla pianta maschile viene solo polline; dalla femminile piccoli frutti non commestibili, a meno che non siano impollinati. Il Prof. Ray Ming, che ha guidato la ricerca, spiega che la pianta ermafrodita taglia radicalmente i costi di produzione per i coltivatori, oltre che quelli per fertilizzanti e acqua.
[Dall’Abstract: ] Il sesso nella papaya è controllato da un paio di cromosomi nascenti. Le femmine sono XX, mentre due cromosomi Y lievemente differenti distinguono i maschi (XY) dagli ermafroditi (XYh). […] Si stima che il cromosoma Yh comparì solo 4000 anni fa circa, dopo la domesticazione della pianta in Mesoamerica (che data a 6200 anni fa circa), ma in coincidenza con l’ascesa della civiltà Maya.
Lo studio “Origin and domestication of papaya Yh chromosome”, di Robert VanBuren, Fanchang Zeng, Cuixia Chen, Jisen Zhang, Ching Man Wai, Jennifer Han, Rishi Aryal, Andrea R. Gschwend, Jianping Wang, Jong-Kuk Na, Lixian Huang, Lingmao Zhang, Wenjing Miao, Jiqing Gou, Jie Arro, Romain Guyot, Richard C. Moore, Ming-Li Wang, Francis Zee, Deborah Charlesworth, Paul H. Moore, Qingyi Yu e Ray Ming, è stato pubblicato su Genome Research.
Link: Genome Research; University of Illinois at Urbana-Champaign
Albero di papaya, foto da Wikipedia, CC BY-SA 3.0, caricata da Severino666