MONET. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi
Padova, Centro Culturale Altinate | San Gaetano

Dal 9 marzo 2024 a Padova la grande mostra dedicata al padre dell’Impressionismo
Claude Monet.

A 150 anni dalla prima mostra a Parigi che sancì la nascita del movimento Impressionista nel 1874,  dal 9 marzo 2024 oltre cinquanta capolavori eccezionalmente prestati dal Musée Marmottan Monet di Parigi – tra cui le famosissime Ninfee – ripercorreranno la storia di uno dei più grandi artisti di sempre.

Il Comune di Padova e Arthemisia presentano “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi”, l’ultima mostra sull’artista che verrà presentata in Italia per i prossimi anni.

Claude Monet (1840-1926), Ninfee, 1916-1919 circa. Olio su tela, 130×152 cm.Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966. Inv. 5098 © Musée Marmottan Monet, Paris
Claude Monet (1840-1926), Ninfee, 1916-1919 circa. Olio su tela, 130×152 cm.
Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966. Inv. 5098
© Musée Marmottan Monet, Paris

Claude Monet, il padre dell’Impressionismo e uno degli artisti più amati di sempre, sarà celebrato con una straordinaria mostra a Padova, a partire dal prossimo 9 marzo 2024.

Era il 15 aprile 1874 quando, nella galleria del fotografo Félix Nadar in boulevard des Capucines 35 a Parigi, venne inaugurata una mostra che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’arte.
Una mostra “indipendente”, lontana dai canonici stilemi compositivi e accademici, con centosessantacinque opere eseguite da trentuno artisti appartenenti alla cosiddetta “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori”, tra cui gli allora sconosciuti Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cezanne, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Edgar Degas, Berthe Morisot.
Opere ritenute sovversive e che non incontrarono un esito positivo di pubblico e critica portando a un completo fallimento dell’esposizione.
Una rivoluzione che prese il via proprio dal titolo di un’opera di Claude Monet “Impression, soleil levant” dipinta nel 1872 e attualmente custodita presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, in cui viene impressa sulla tela l’impressione di un sole che sorge, una fugace sensazione piuttosto che una vivida riproduzione della realtà, mettendo al centro il colore e la luce.
È da questo capolavoro di Monet che il critico Louis Leroy coniò il termine “Impressionismo”, il momento dal quale tutto ebbe inizio, consacrando il movimento impressionista come la corrente artistica più amata dal grande pubblico in tutto il mondo.

Arthemisia, con il Comune di Padova e il Musée Marmottan Monet, darà vita ad un racconto emozionante, attraverso l’esposizione di oltre 50 capolavori iconici – tra cui le Ninfee, gli Iris, i Paesaggi londinesi e molti altri ancora – arricchiti da sale spettacolari, tantissimi contenuti, video, testimonianze e atmosfere magiche.

Una mostra che non si può perdere, tanto più che per diversi anni le opere di Monet non saranno più disponibili per un’esposizione in Italia.

Le opere esposte nella mostra sono quelle conservate al Musée Marmottan Monet, donate dal figlio dell’artista, che custodisce la più grande e importante collezione di dipinti dell’artista francese, frutto della generosa donazione fatta dal figlio Michel nel 1966.

Sono le opere a cui Monet teneva di più, le “sue” opere, quelle che l’artista ha conservato gelosamente nella sua casa di Giverny fino alla morte, da cui non ha mai voluto separarsi.
La mostra è quindi anche un viaggio nel mondo intimo di Monet, nella sua casa e nella sua anima.

A Padova saranno esposti capolavori quali Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), oltre a tutte le opere di grandi dimensioni come le eteree Ninfee (1917-1920) e gli evanescenti Glicini (1919-1920).

La mostra, promossa dal Comune di Padova, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi ed è curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell’arte Marianne Mathieu e l’assistente alla curatela del Musée Marmottan Monet Aurélie Gavoille.

 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Arthemisia. Aggiornato l’8 marzo 2024.

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