NELLA FORZA NON EGUALI: L’ODORE DI “LEGNO E PIETRA DELLE PUGLIE” 

Dopo l’ottimo riscontro di pubblico riscosso da Terra d’ombra (Edizioni di Pagina, 2020), romanzo storico dedicato al pittore Paolo Finoglio, l’avvincente ritorno di Mariano Rizzo in libreria ha il volto inquietante del cosiddetto Guercio di Puglia.

Nella forza non eguali – Ascesa e misfatti del Guercio di Puglia (Besa Muci Editore, 2023) è infatti il nuovo libro dell’autore, che ricostruisce la vita, sospesa tra biografia e leggenda, di un uomo tanto controverso quanto intrigante: Giangirolamo Acquaviva II d’Aragona, conte di Conversano e duca di Nardò.

Nella forza non eguali Mariano Rizzo
La copertina del romanzo storico di Mariano Rizzo, Nella forza non eguali – Ascesa e misfatti del Guercio di Puglia, pubblicato da Besa Muci Editore (2023) nella collana Nadir – 137. Foto di Annapaola Digiuseppe

Mecenate e guerrafondaio, spietato avversario e amante passionale, come enuncia la sinossi, Giovan Girolamo s’impone da subito, tanto alla propria famiglia quanto al mondo politico e culturale del Regno di Napoli, come un personaggio scomodo, complesso, non imbrigliabile.

La sua stessa nascita, che avviene il 29 febbraio del 1600, anno bisestile, ha già in sé la dimensione dell’evento, perdipiù dell’evento funesto. Il fatto, poi, che sia venuto al mondo con un evidente difetto fisico – quello a cui si deve, appunto, il soprannome di Guercio – ne accentua la singolarità.

L’abilità dell’autore sta proprio nel ruotare intorno a questo elemento caratterizzante che, allo stesso tempo, da una parte rende il personaggio più fragile, più vulnerabile, più giustificabile in alcune asperità comportamentali, e dall’altra lo veste di un carisma sinistro, quello con cui avvince gli avversari, soggioga il popolo, incute orrore e ottiene timore reverenziale.

Nella forza non eguali Mariano Rizzo
La copertina del romanzo storico di Mariano Rizzo, Nella forza non eguali – Ascesa e misfatti del Guercio di Puglia, pubblicato da Besa Muci Editore (2023) nella collana Nadir – 137. Foto di Annapaola Digiuseppe

La conflittualità nei rapporti interpersonali di Giangirolamo e la sua estrema impulsività, unite all’instabilità nell’immagine di sé, riconducono agli elementi che oggi descrivono chiaramente il profilo di una personalità borderline, a cui di certo allude l’autore. Quello che ci viene restituito dall’abile penna di Mariano Rizzo è l’animo tormentato di un uomo vero, rappresentato a tutto tondo, un uomo del Seicento che potrebbe benissimo essere un uomo del nostro tempo, con le sue debolezze, le sue incertezze, i suoi demoni, ma spinto da una spiccata intelligenza e da una forza di volontà che lo destinano a grandi cose, nel bene o nel male.

La stanza intera sembrò farsi di ghiaccio, compresi tutti i presenti. Il nobiluomo sembrava più alto del solito: i suoi capelli, in genere unti e sciatti, erano acconciati in una vaporosa nuvola bruna; pizzetto e baffoni godevano di impeccabile simmetria. Indossava pantaloni alla zuava scuri e una giacca dello stesso colore con borchie e inserti di cuoio; calzava guanti e stivaloni, mentre al fianco sinistro aveva una spada dall’elsa finemente cesellata; dalla spalla destra pendeva un mantello purpureo bordato d’ermellino, legato al collo con un filo d’oro. In quella sovrabbondanza di stoffa e metallo, tuttavia, fu l’elemento mancante a gettare brividi lungo le spine dorsali dei presenti: per la prima volta a memoria d’uomo, sua grazia non indossava alcuna benda sull’occhio offeso.

Nonostante l’enorme impatto emotivo di questo straordinario protagonista, che giganteggia inevitabilmente in tutto il romanzo, riescono a trovare spazio significativo tanti altri personaggi: dal padre Giulio, con i suoi sentimenti conflittuali nei confronti del figlio, alla sorella Donata, prima complice e poi vittima essa stessa delle ambizioni del primogenito; dal fedele servitore Tano, omiciattolo con una faccia da scimmiotto, un naso rincagnato, occhi enormi e un untuoso roveto di capelli ricci, al bandito neretino Crisostomo; dalla moglie Isabella Filomarino, donna avvenente quanto scaltra, all’infido marchese d’Acaya. Per citarne solo alcuni.

Tutt’altro che evanescenti figure funzionali al solo progredire della trama, i personaggi sono animati da una spiccata umanità, nei pregi e nei difetti, innescando sostanziali dinamiche relazionali e approfondimenti psicologici. Complesse e coinvolgenti sono, infatti, le interazioni tra di loro.

Ha un equilibrio mirabilmente tracciato, ad esempio, la silenziosa intesa tra Giangirolamo e il suo servitore Fontano, detto Tano o, come vuole il Crisostomo, Munaceddhru.

Grazie, Tano”, disse, “come hai fatto a trovarmi?”.

Ecco, vostra grazia… quando non vi ho visto da nessuna parte, ho pensato che foste salito qui. A Conversano, quando siete afflitto dai pensieri, vi piace andare sulla torre maestra…”.

Hai ragione”, osservò il conte “è così sin da quando ero bambino. In genere guardare dall’alto i posti, le persone, le nuvole che vengono da dietro l’orizzonte mi rilassa e mi fa sentire meglio…”. Fu sul punto di precisare che stavolta non era così, ma alla fine non lo fece. Tano comprese ugualmente.

Nella forza non eguali Mariano Rizzo
La copertina del romanzo storico di Mariano Rizzo, Nella forza non eguali – Ascesa e misfatti del Guercio di Puglia, pubblicato da Besa Muci Editore (2023) nella collana Nadir – 137. Foto di Annapaola Digiuseppe

In questo magnifico romanzo storico, che è anche un romanzo di formazione, oltre che biografico, il tratto inconfondibile di Mariano Rizzo conquista il lettore anche nelle straordinarie descrizioni dei luoghi, non solo ricostruiti in maniera talmente nitida da apparire tridimensionali, ma anche ammantati di un fascino decisamente poetico.

Un’alba fresca e rosea sorse sulla foresta di vele cresciuta in una sola notte a ridosso del piccolo golfo che la gente di Manfredonia chiamava familiarmente Chianca Masiello: le galee saracene vi si erano avvicinate col favore delle tenebre e le ancore erano state calate poco distante dalla riva, dove l’acqua era bassa. L’orizzonte appariva e spariva dietro la distesa di rande e sartiame; la città era altrove, nascosta dalle falesie e dai pini marittimi che proteggevano la spiaggia perlacea come una cinta muraria facilmente espugnabile.

I luoghi hanno mille volti e altrettante funzioni: talvolta sono specchio degli stati d’animo dei personaggi, definendoli e acuendoli; altre volte sono spaccati di vita dell’epoca; spesso sono interessanti e utili testimonianze storiche di edifici e ambienti che oggi non esistono più, o che nei secoli hanno cambiato aspetto; in alcuni passaggi sono suggestive pennellate di folclore e usanze popolari.

Bellissima la riflessione di Giangirolamo sulle analogie tra la Spagna, in cui è prigioniero, e la sua amata Puglia, nostalgicamente rievocata in un desiderio struggente di tornare a casa.

La Spagna e le Puglie potrebbero apparire gemelle, se non si bada ai dettagli: il terreno ha lo stesso colore brunito, i pini e gli ulivi le abbelliscono allo stesso modo. E allora immaginavo che l’Escoriale, quella lontana graticola di guglie e cupole, fosse la cattedrale di Nardò; la striscetta azzurra poco sotto l’orizzonte mi appariva come il mare di Polignano, arresosi al cielo una volta per tutte. Col tempo ho dovuto cedere alla severità della mia coscienza: la Spagna non possiede l’odore di legno e pietra delle Puglie, il suo vento è meno placido, caldo e freddo hanno un’anima di aria e non di acqua. La Spagna non appartiene a me più di quanto io non appartenga a lei: non sono suo figlio, ma un suo prigioniero.

Molteplici le tematiche affrontate, quelle storiche come quelle umane: l’importanza dell’arte e del mecenatismo nella cultura e nella politica dell’epoca; gli intricati giochi di potere su cui si agita il magma del Regno di Napoli; i conflitti che coinvolgono senza chiari confini baroni, briganti, cristiani, saraceni, filofrancesi, filospagnoli, mercanti e nullatenenti; il complicato rapporto tra genitori e figli; i precari equilibri tra feudatari e sudditi; la forza d’animo che si manifesta non solo nel restare saldi al proprio posto, ma anche e soprattutto nel rialzarsi quando si è a terra; la sfera religiosa vissuta in un’accezione quasi sempre laica.

Insomma, Mariano Rizzo, paleografo, archivista e restauratore di libri antichi, mette in campo tutte le sue competenze, insieme a una maniacale ricerca storica e una gradevolissima scrittura, per realizzare questo romanzo che cattura il lettore dalla prima all’ultima parola, dalla misteriosa figura acquattata nel buio, nascosta in bella vista, che spia coi suoi mille occhi il Guercio di Puglia, alla strada per Barcellona, che conduce il protagonista verso il suo destino.

Ospite discreto e quasi nascosto tra le righe, Paolo Finoglio, il protagonista del precedente romanzo: quasi un tacito passaggio di testimone, sottile fil rouge tra i due notevoli lavori di Mariano Rizzo.

Foto di Annapaola Digiuseppe

SCHEDA

Casa Editrice: Besa
Data di pubblicazione: aprile 2023
Collana: Nadir 137
Codice ISBN: 978-88-3629-303-2
Numero di pagine: 212
Costo: €16.00

Per informazioni: https://www.besamucieditore.it/libro/nella-forza-non-eguali/

Write A Comment

Pin It