Dalla missione archeologica condotta nella necropoli di Saqqara – a 30 chilometri a sud del Cairo, in Egitto – da un’équipe di studiosi della facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo arriva l’attesa notizia del ritrovamento di un sarcofago del tesoriere di Ramesse II, Ptahemuia.

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Il sarcofago del tesoriere di Ramesse II, in granito rosso, rinvenuto a Saqqara. Fonte: Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità

In questo caso, come già puntualmente segnalato da ClassiCult, si tratta di una nuova scoperta – tra le tante relative al periodo ramasseide nel sito di Saqqara – compiuta nell’ambito di una prima riscoperta avvenuta lo scorso anno: la sepoltura del funzionario era stata già individuata alla seconda metà del XIX secolo dall’egittologo francese – nonché fondatore del Museo Egizio del Cairo – Auguste Mariette, che tra il 1858 e il 1859 annunciò un ritrovamento destinato tuttavia a restare nell’oblio per altri 150 anni.

Saqqara: la tomba del tesoriere di Ramesse II, riscoperta lo scorso anno. Fonte: Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità

Con il passare del tempo, infatti, gli studiosi non furono più in grado di rintracciare l’ubicazione della tomba, condannando di fatto Ptahemuia – questo il nome inciso sulla superficie del sarcofago in granito rosso scoperto dall’équipe dell’Università del Cairo – e il suo sarcofago ad attendere oltre un secolo all’interno del complesso funerario edificato in suo onore prima che altri studiosi riuscissero a rintracciare l’esatta collocazione del sito.

Una svolta in questo senso è arrivata solo nel 2021 grazie alla missione archeologica diretta dall’egittologo Ola El Aguizy, che insieme al suo staff ha indagato l’area a sud della rampa processionale della piramide di Unis individuando – una seconda volta – la tomba dell’alto funzionario di Ramesse II, come dichiarato all’epoca da Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità.

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Fonte: Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità

A quasi un anno di distanza, il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità ha ora reso noto che nel frattempo gli studiosi sono riusciti per la prima volta a farsi strada nei 7 metri di profondità del pozzo funerario fino a giungere alla camera sepolcrale di Ptahemuia, personaggio attivo nel XIII secolo a.C. di cui oltre al nome conosciamo una titolatura onorifica decisamente ampia e significativa.

Scriba reale delle divine offerte a tutti gli dei del Basso e dell’Alto Egitto”, “Grande sovrintendente al bestiame” e “Sovrintendente al tesoro del Ramesseo” all’epoca di Ramesse II sono i titoli incisi in sul sarcofago, gli stessi rilevati già lo scorso anno dagli studiosi su uno dei pilastri della tomba di un funzionario, presumibilmente il tesoriere del faraone, evidentemente ai vertici delle gerarchie amministrative dell’antico Egitto.

 

Materiali e foto: Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità

Fonti: Djed Medu; La Stampa; ClassiCult.

 

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