Hayez. L’officina del pittore romantico

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

17 ottobre 2023 – 1° aprile 2024

Hayez l'officina del pittore romantico

a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni

in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera

Clicca qui per la notizia
Clicca qui per il percorso e le sezioni della mostra
Clicca qui per le informazioni generali sulla mostra
Clicca qui per il catalogo

Francesco HayezIl Consiglio alla Vendetta 1851 olio su tela, 237 × 178 cm Liechtenstein, The Princely Collections, Vaduz-Vienna © Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz-Vienna
Francesco Hayez, dettaglio del dipinto Il Consiglio alla Vendetta (1851) olio su tela, 237 × 178 cm Liechtenstein, The Princely Collections, Vaduz-Vienna © Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz-Vienna

Arte, storia e politica si intrecciano nella grande mostra che la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica al genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), accompagnando il pubblico alla scoperta del mondo dell’artista, all’interno dell’officina del pittore, per svelarne tecniche e segreti. Un percorso originale che pone a confronto dipinti e disegni, con oltre 100 opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private cui si aggiungono alcuni importanti dipinti dell’artista custoditi alla GAM, come il Ritratto di Carolina Zucchi a letto (L’ammalata) e l’Angelo annunziatore.

Aperta al pubblico dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024, l’esposizioneHayez. L’officina del pittore romantico è organizzata e promossa da Fondazione Torino MuseiGAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, da cui proviene un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti, molti dei quali si trovavano nello studio del pittore, per quarant’anni professore di pittura all’Accademia.

Oltre alle opere inedite o poco viste, si potranno ammirare in mostra alcuni dei capolavori più popolari, come La Meditazione dei Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e l’Accusa segreta dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato Il Consiglio alla Vendetta, prestigioso prestito proveniente da Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.

Attraverso dieci sezioni in successione cronologica, il percorso espositivo inizia dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova, fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione focus è dedicata ai disegni per la Sete dei Crociati, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare. La mostra rievoca l’intensa vicenda biografica e il percorso creativo dell’artista, indiscusso protagonista del Romanticismo.

Pittore civile”, interprete dei destini della nazione italiana, capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, è stato anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, che ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca.

Cantore della bellezzadell’amore e dei valori risorgimentali, nella sua lunga vita è stato protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. L’Italia risorgimentale si è riconosciuta nel suo linguaggio, che ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, anche attraverso una dimensione civile che attualizza la storia.

La novità di questa mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, che ci consentono di ricostruire e di comprendere il suo procedimento creativo, introducendoci nel suo atelier. Nell’opera di Hayez, che si considerava l’ultimo rappresentante della grande tradizione della pittura veneta e che si era formato sullo studio di Tiziano e dei pittori veneziani del Quattro e del Cinquecento, il disegno può sembrare a una prima analisi secondario rispetto al colore. I suoi contemporanei rimanevano colpiti dal suo particolare modo di procedere basato sull’estro del momento, con continui ripensamenti, anche e soprattutto in corso d’opera, che in molti casi sono riconoscibili persino ad occhio nudo. L’eccellenza e la singolarità di questa tecnica costituiscono il fascino e la forza di una pittura ammirata sia dal pubblico che dalla critica.

Ma di Hayez si conoscono anche centinaia di disegni – la maggior parte dei quali conservati all’Accademia di Belle Arti di Brera – il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediatoquasi fossero appunti visivi da impiegare poi nella creazione delle composizioni, e solo in rarissime occasioni riportati dettagliatamente nelle grandi dimensioni per la successiva traduzione su tela. Oltre agli “schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi” sopra citati, che costituiscono un’eccezionale testimonianza del metodo di lavoro del pittore, l’artista ha lasciato una raffinatissima produzione di d’après: disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri – verosimilmente destinati in dono ai collezionisti più affezionati – e che hanno costituito un formidabile strumento di diffusione delle sue invenzioni.

“Francesco Hayez, nato a Venezia nel 1791 e testimone da bambino della caduta dell’antica Repubblica, ha trascorso quasi tutta la vita e ha raggiunto il suo successo a Milano, dove è scomparso nel 1882, carico di anni e di gloria come un novello Tiziano, il pittore cui amava paragonarsi. Nella sua lunghissima vita, quasi un secolo, è stato dunque protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, di cui è stato uno dei creatori, alle nuove istanze realistiche affermatesi dopo l’Unità d’Italia. Non solo per la sua arte, ma anche per le idee politiche è da considerarsi, insieme a Manzoni e Verdi, tra i Padri della Patria. Fondamentale è stata la sua formazione a Roma con Canova, che lo ha sostenuto con la convinzione che diventasse l’artista capace di riportare la pittura italiana alla sua grandezza perduta, così come lui aveva fatto in scultura. Questo merito gli è stato riconosciuto dai suoi maggiori sostenitori, come Stendhal che lo considerò ‘il maggiore pittore vivente’ e Mazzini che lo consacrò come l’interprete delle aspirazioni nazionali. La sua è stata una vita eccezionale sia dal punto di vista personale, essendosi riscattato dalle umilissime origini e dall’abbandono da parte della sua famiglia, sia sul versante di una strepitosa carriera che lo ha visto dialogare con i grandi artisti del suo tempo, cultori, letterati e musicisti. I suoi moltissimi amori e un grande slancio vitale sono documentati dalla sua pittura che ha espresso una serie di valori universali, celebrando la bellezza femminile e la forza dell’amore, come nella serie dedicata a Giulietta e Romeo” – commenta il curatore Fernando Mazzocca.

La mostra è accompagnata dal catalogo “Hayez. L’officina del pittore romantico” edito da 24 ORE Cultura, disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

 

La mostra è stata resa possibile grazie a numerosi enti prestatori istituzionali: Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; Accademia di Belle Arti di Venezia; Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Accademia Tadini, Museo dell’Ottocento, Lovere; Biblioteca Nazionale Braidense, Milano; Collezione Fondazione Cariplo, Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Milano; Collezione Franco Maria Ricci, Labirinto della Masone, Fontanellato; Fondazione Musei Civici di Venezia, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Ca’ Rezzonico, Venezia; Gallerie degli Uffizi, Firenze; GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano; MAG – Museo Alto Garda, Riva del Garda; Musée Faure, Aix-les-Bains; Musei Civici d’Arte Antica, Bologna; Musei Civici del Castello Visconteo, Pavia; Musei Civici, Varese; Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti; Museo Nazionale di San Martino, Napoli; Museo Poldi Pezzoli, Milano; Museo Revoltella, Trieste; Museo Vincenzo Vela, Ligornetto; Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.

———————————————————————————————————————————————————-

Percorso e Sezioni della mostra

Hayez. L’officina del pittore romantico

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino

17 ottobre 2023 – 1° aprile 2024

a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni

in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera

Il percorso espositivo prende avvio nella Sezione I. Esordi e primi successi tra Roma e Milano (1809-1820) di Francesco Hayez. Dopo la sua iniziale formazione a Venezia, città che con la fine della Repubblica non offriva più le condizioni di crescita per un giovane ambizioso, l’artista ha la possibilità a Roma di frequentare lo studio di Canova, straordinario ambiente di incontro internazionale dove si dischiudono per lui gli ultimi orizzonti dell’esperienza neoclassica. Con la partecipazione alle principali commissioni pubbliche e ai maggiori concorsi istituzionali – fra cui il Grande concorso di pittura indetto dell’Accademia di Brera a Milano che vede il successo del Laocoonte – il suo nome si impone a livello nazionale. Proprio in questi anni il disegno assume un ruolo centrale per Hayez: l’artista adotta una prassi che procede dagli studi preparatori dei singoli particolari fino alla composizione d’insieme, accostando una sensibilità contemporanea e un sontuoso colore tizianesco, in un intenso dialogo con i modelli antichi.

Subito dopo la prima sala il visitatore incontra la Sezione focus. La Sete dei Crociati. Un capolavoro nei suoi disegni preparatori dedicata ai disegni preparatori della straordinaria tela monumentale, iniziata nel 1833 e conclusa nel 1850 su commissione di re Carlo Alberto per la Sala delle Guardie del Corpo a Palazzo Reale a Torino (dove si può ancora ammirare), che testimonia la connessione di Francesco Hayez con Torino e il rapporto speciale e privilegiato della città con l’artista. Uno dei grandi capolavori del romanticismo europeo che Hayez considerava il suo dipinto più importante, questa è l’opera che più lo ha più impegnato, anche in termini di tempo, nella sua lunga e complessa gestazione e realizzazione per quasi un ventennio, documentata da decine di disegni, fogli tracciati a matita, appunti visivi, a testimoniare una prassi di lavoro fondata sulla ripresa dei grandi modelli della tradizione pittorica e sull’ininterrotta rielaborazione delle proprie invenzioni. L’altrettanto travagliata esecuzione aveva infine condotto a un esito altissimo nella resa dei movimenti e della gestualità delle figure, nel superbo rapporto tra il nudo e il panneggio, nella variazione delle atmosfere e dei colori, trasmettendo una commozione e una suggestione che non hanno eguali nella pittura storica del tempo.

La Sezione II è dedicata a Milano. L’affermazione del Romanticismo (1820-1829). Con il trasferimento da Venezia a Milano nel 1820 arriva la definitiva consacrazione di Hayez, grazie alla sensazionale esposizione dell’opera Pietro Rossi (Milano, Pinacoteca di Brera), il quadro manifesto della pittura romantica, e al successo riportato col Carmagnola, avallato entusiasticamente da Alessandro Manzoni e da Stendhal. Attraverso un nuovo stile nel disegno, Hayez si distacca dalla dimensione ideale del Neoclassicismo e dai soggetti ispirati alla mitologia e alla storia antica, proponendo una pittura romantica e nazionale, capace di farsi interprete anche delle tensioni politiche di quegli anni. Su un diverso versante si collocano i ritratti di Carolina Zucchi, sua modella e amante, raffigurata nell’intimità della camera da letto, come pure in molti quadri di storia, oltre che nelle prime versioni della Maddalena, un tema ripetutamente indagato dall’artista partendo dalla rivisitazione del conturbante modello canoviano fino ad approdare a una nuova sconcertante sensualità.

A seguire, troviamo al centro della Sezione III. La dimensione civile della grande pittura storica (1829-1840). Dalla fine degli anni Venti e per il decennio successivo, Hayez si candida al ruolo di pittore civile, interprete dei destini della nazione – come poi gli riconoscerà Giuseppe Mazzini -, ampliando il suo repertorio. Dipinti come Pietro l’Eremita, ispirato al tema della crociata e denso di riferimenti alla necessità di un riscatto nazionale, conferiscono grandezza epica a questo nuovo corso. Le dimensioni delle opere si dilatano per consentire un’organizzazione più corale della composizione, ora inserita in vasti scenari naturali e perfettamente orchestrata, recuperando la sontuosità della grande tradizione veneta tra Tiziano, Veronese e Jacopo Bassano nel montaggio perfetto tra l’episodio principale e quelli secondari. Ma è nei dipinti ispirati alla lotta combattuta dai Greci per conquistare la propria indipendenza dalla dominazione turca una moderna crociata animata dai versi di Byron e dall’adesione appassionata dell’opinione pubblica che la pittura di storia si apre finalmente all’attualità politica.

Sezione IV. Da Giulietta a Imelda. Le eroine romantiche. La critica dell’epoca riconosceva in Hayez l’artefice del passaggio dalla mitologia classica a un nuovo repertorio romantico, alimentato dalla storia medievale e dal romanzo moderno, i cui eroi ed eroine stanno al centro di travolgenti passioni – spesso dagli esiti fatali –, in sintonia con la sensibilità dell’epoca. Non a caso il mito di Giulietta e Romeo è stato ampiamente trattato da Hayez variandone l’interpretazione lungo tutto il corso della sua carriera alternandolo alla tragica vicenda di Imelda de’ Lambertazzi, incentrata sul dramma dell’addio tra i due amanti, un motivo che ritorna – con una più spiccata accezione sentimentale – anche nella piccola composizione ispirata alla relazione amorosa tra Luigi XIV e Mademoiselle de La Vallière. Questa serie dedicata agli amanti perduti troverà il suo esito nell’opera più importante dell’artista, quel celebre Bacio che rappresenta il momento più intenso e poetico della relazione tra due persone che si amano, nel quale si poteva riconoscere la passione che aveva accompagnato la nascita dell’Italia unita, ma così pieno di fascino e di mistero da diventare immagine iconica di un sentimento universale (Milano, Pinacoteca di Brera).

Accanto ai più impegnativi temi storici, nel corso di tutta la sua carriera Hayez si dedica a un settore decisivo nel mercato dell’arte dell’epoca, quello della ritrattistica, su cui è incentrata la Sezione V. Il Ritratto come specchio di un’epoca. Contraddistingue il suo impegno in questo genere l’attenzione rivolta soprattutto alla dimensione interiore del personaggio, resa attraverso un pacato realismo. Così il Ritratto dell’imperatore Ferdinando I rivela la sensibilità tormentata del sovrano asburgico che, insofferente del peso del suo ruolo, finirà con l’abdicare nel 1848 a favore del nipote Francesco Giuseppe. Ma è soprattutto nell’eccezionale galleria di immagini femminili, rese attraverso un sapiente equilibrio tra introspezione psicologica e valorizzazione pittorica degli abiti, che l’artista si dimostra insuperabile interprete dell’animo più segreto e inquieto del romanticismo, come nel caso del Ritratto della contessina Antonietta Negroni Prati Morosini.

È dedicata alla storia di Venezia la Sezione VI dell’esposizione, Venezia tra storia e mito con alcuni dei capolavori ancora oggi più amati e coinvolgenti di Francesco Hayez come l’Accusa segreta e Il consiglio alla vendetta che segnano un’importante svolta nella pittura storica di Hayez, nel modo di interpretare il mito di Venezia, la sua città d’origine alle cui vicende aveva dedicato tanti quadri nel corso della sua lunga e fortunata carriera. Una città che qui appare come il tenebroso ed enigmatico palcoscenico di intrighi politici e amorosi, dove le ragioni del cuore entrano in conflitto con la crudele ragion di stato, una rappresentazione dominata da tinte fosche e da una atmosfera torbida, con cui l’artista ha contribuito all’affermazione del mito di Venezia.

Il percorso espositivo ci porta successivamente attaverso la Sezione VII su Le bagnanti e il nudo eroico. Nel corso di tutta la sua carriera Hayez si dedica anche alla rappresentazione del nudo, un tema che gli è congeniale dal momento che gli permette di esibire le sue straordinarie qualità pittoriche nella resa del corpo maschile e femminile. Personaggio biblico emblema della forza per antonomasia, Sansone rappresenta uno dei temi più significativi. Dallo studio serrato sul vero deriva un cospicuo numero di disegni preparatori per questo soggetto, che documenta le diverse fasi del lavoro fino alla messa a punto finale nel grande cartonetto, ultimo stadio prima dell’esecuzione del dipinto che rimarrà appeso per almeno trent’anni nello studio dell’artista ad attestare il valore esemplare di quel nudo eroico. Il potente corpo virile in tensione aveva catturato l’attenzione della critica, stupefatta della svolta attuata dal pittore, fino ad allora impegnato nell’esecuzione di una superba serie di figure femminili di provocante sensualità come bagnanti, odalische, ninfe fra cui il Bagno di ninfe che, a dispetto del titolo mitologico, rappresenta una scena del tutto contemporanea – come ci suggeriscono gli abiti ottocenteschi lasciati alla rinfusa in primo piano – in netto anticipo su Le déjeuner sur l’herbe di Manet.

La mostra prosegue con la Sezione VIII. Figure e temi biblici. Nel repertorio di Hayez i temi biblici hanno avuto un grande rilievo anche perché consentivano la resa di costumi e atmosfere che sconfinavano nella passione ottocentesca per l’Oriente. In questo gusto per il pittoresco esotico, ricco di spunti e di possibilità inventive, si inseriscono alcuni dipinti ispirati a episodi dell’Antico Testamento, come L’incoronazione di Gioas (1840), nel quale l’ambientazione scenografica e i panneggiamenti sono risolti attraverso una tecnica superba, in un raffinatissimo gioco cromatico e luminoso, che evoca un mondo lontano e affascinante, scenario di drammatici eventi della storia antica. Su un diverso versante, con un repertorio più disimpegnato di smaglianti Interni di harem e sensuali Odalische, dove trionfa la seduzione, l’artista sperimenta nuove formule espressive legate alla resa del nudo femminile, confrontandosi con la grande tradizione della pittura rinascimentale, tra Tiziano e Correggio, fino a raggiungere soluzioni di straordinaria modernità. Così, le sublimi eroine bibliche – Tamar di Giuda, Ruth, Rebecca – sono struggenti icone di donne ideali, esaltate nella loro malinconica bellezza, capaci di esprimere, proprio grazie a un’estenuata perfezione delle forme coniugata con una grande forza sentimentale e introspettiva, lo spirito e l’inquietudine dei tempi moderni, proiettandoli in una dimensione universale.

Sezione IX. Gli ultimi anni (1862-1881). Sebbene godesse ancora di un grande vigore fisico e mentale, negli ultimi anni Hayez non era più in grado di impegnarsi nella pittura storica; nondimeno, vuole testimoniare la propria intatta vitalità attraverso la trattazione di un motivo sempre prediletto del nudo, interpretato con una nuova sensibilità e una condotta pittorica più sciolta. A questa produzione matura appartengono l’incantevole Bagnante in cui il maestro dispiega la sua straordinaria sapienza tecnica nello studio della luce e del chiaroscuro, il più tardo Studio di nudo e il Busto di donna dai capelli sparsi, modernissimo nell’intenso realismo e nell’inedita sprezzatura pittorica. Anche nella produzione grafica il segno si fa vibrante e i volumi enfatizzati per mezzo di rialzi di biacca e gessetto. A più di dieci anni dall’abbandono della cattedra di pittura all’Accademia di Brera, nel 1875, Hayez poteva dichiarare orgogliosamente: “A ottantacinque anni fui ancora pittore”. Questa fiera rivendicazione del proprio ruolo e del mestiere praticato per tutta la vita si ritrova negli ultimi autoritratti, accuratamente studiati – come in una sorta di scandaglio interiore – in numerosi fogli soffermandosi su ogni dettaglio del volto, delle mani, della tavolozza.

A concludere la mostra è la Sezione X. Bella e perduta. Una nuova immagine dell’Italia. Con l’Ecce Homo, opera estrema della maturità avviata nel 1867 all’indomani della Terza guerra d’indipendenza, Hayez sembra farsi interprete di un dolore universale, insieme umano e divino, di fronte agli orrori della guerra. Era ormai tramontata la grande vicenda risorgimentale, del quale l’artista, consacrato da Mazzini “pittore della nazione”, era stato il maggiore interprete. Da quella temperie nasce una delle opere più emblematiche e simbolo del nostro Risorgimento, La Meditazione. Questa figura di giovane donna discinta rappresenta, nella sua sconvolgente sensualità, l’allegoria della patria “bella e perduta”, di un’’Italia che – afflitta per le speranze sconfitte del 1848 – continua a offrire il magnifico seno nudo per allattare i suoi figli e sognare più luminosi destini.

———————————————————————————————————————————————————-

SCHEDA CATALOGO

Hayez. L’officina del pittore romantico”

Edizioni 24 ORE Cultura

Hayez l'officina del pittore romantico catalogoMostra alla GAM di Torino
dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024

La grande mostra alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (17 ottobre 2023 – 1° aprile 2024), curata da Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, raccoglie una significativa selezione di alcuni dei più noti e amati dipinti del grande maestro veneziano, messi a confronto con i rispettivi disegni preparatori.

La mostra ripercorre la carriera dell’artista a partire dalla formazione neoclassica a Roma, tra il 1809 e il 1817, passando per il ritorno a Venezia, fino al definitivo trasferimento a Milano, dopo la sua consacrazione all’Accademia di Brera nel 1820 come iniziatore del Romanticismo, seguendo un originale taglio interpretativo, che permette di penetrare nell’officina del pittore: il confronto tra i fogli – “schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi” – e il loro esito finale in pittura restituisce l’affascinante dialogo tra segno e colore, che rappresenta uno dei tratti peculiari, ancora poco indagato, della produzione dell’artista. Particolare rilievo è dato al gruppo di studi per la monumentale tela, conservata nelle collezioni di Palazzo Reale a Torino, La sete patita dai primi Crociati sotto Gerusalemme (la più grande dipinta dall’autore), iniziata nel 1833 e conclusa nel 1850, su commissione di re Carlo Alberto di Savoia.

AUTORE:

FERNANDO MAZZOCCA – Docente a Ca’ Foscari (Venezia) e alla Statale di Milano, è uno dei maggiori specialisti dell’Ottocento, curatore di importanti esposizioni e autore di numerose pubblicazioni. È inoltre l’autore del catalogo ragionato di Francesco Hayez (Federico Motta Editore, 1994), di cui è considerato il massimo specialista.

CARATTERISTICHE:

Cartonato · 23 x 28 cm

34,00 · 292 pagine

———————————————————————————————————————————————————-

INFORMAZIONI

Hayez. L’officina del pittore romantico

SEDE ESPOSITIVA e DATE GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,

Via Magenta, 31 Torino

Dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024

 

ORARI Da martedì a domenica: 10.00 – 18.00  Lunedì chiuso

Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

 

BIGLIETTI
Solo mostra

Mostra+museo

Intero € 13,00 | Ridotto € 11,00

Intero € 17,00 | Ridotto € 15,00

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

SINGOLI E GRUPPI

 

TicketOne

Ufficio scuole/ufficio gruppi/call center:

Infoline +39 011 0881178   e-mail gruppiescuole@tosc.it

dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00

 

Ticket24ore

Infoline +39 011 2178540

Ufficio scuole/ufficio gruppi/call center:

dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00

 

 

ACQUISTO ONLINE https://www.gamtorino.it/it/evento/hayez/

https://ticket24ore.vivaticket.it/it/tour/hayez/2504

https://www.ticketone.it/artist/hayez/

 

 

Testi e immagini dall’Ufficio Stampa GAM Torino

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

Write A Comment

Pin It